Gioca reale non virtuale! Bambini schiavi dei videogames: come liberarli?

13 aprile 2016 | 00:02
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Gioca reale non virtuale! Bambini schiavi dei videogames: come liberarli?

Si stima che il 4% – 6% dei preadolescenti ed adolescenti sia affetto da un disturbo di dipendenza da Internet.

Sono sempre più i bambini “zombie” che camminano per le nostre strade, che popolano le nostre famiglie, che spesso si rinchiudono nelle loro stanze. Bambini nativi digitali, ma che del digitale rischiano anche di diventare schiavi.
Spesso di un videogames. Di quello che dovrebbe essere solo un gioco, invece diventa un tiranno. Che con i suoi diabolici meccanismi di fidelizzazione ti fagocita. Ti ruba il tempo, gli interessi, la creatività, la serenità.

Si stima che il 4% – 6% dei preadolescenti ed adolescenti sia affetto da un disturbo di dipendenza da Internet. In primis da videogiochi, seguita a distanza da social network e da pornografia online. I sintomi di solito sono il calo del rendimento scolastico, il ritiro nella propria stanza, la perdita di interesse per sport e hobby, l’aggressività nei confronti dei genitori.

Di questa piaga dilagante si parlerà lunedì 18 aprile alle 20.30, in Sala Pertini a Desio, per il terzo incontro promosso dalla Tiki Taka Academy in collaborazione con il Comune. Titolo della serata, “Gioca reale non virtuale! Lo sport come antidoto contro la dipendenza digitale dei bambini”.

A condurre la serata, aperta ad allenatori, educatori, ma anche e soprattutto alle famiglie, alle associazioni, al mondo della scuola e a tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi, sarà il dottor Paolo Giovannelli, psichiatra e psicoterapeuta, docente della Statale, che ha fondato a Milano il primo “Centro per i disturbi da uso di internet”: una realtà unica in tutto il Nord, con sei specialisti interni e 20 collaboratori sul territorio, che spazia dalla dipendenza da cellulare a quella dal sesso virtuale, dalle ludopatie alla dipendenza da Facebook, dallo shopping compulsivo online fino, appunto, alla dipendenza da videogiochi.

Quali sono i sintomi a cui fare attenzione? Quali i campanelli d’allarme? Quali le età e le situazioni più a rischio? Quali sono i videogiochi più pericolosi? Come bisogna agire, da genitori? Come indirizzarli verso altre attività più formative? “In Paesi più avanzati tecnologicamente è successo che ragazzi connessi ininterrottamente per 24,30, 40 ore siano arrivati al collasso, alla morte”, è il monito dello specialista, uno dei maggiori esperti in Italia.

A stimolare il dibattito, coinvolgendo i genitori, ci sarà anche Eugenia Del Prete, pedagogista. Hashtag della serata, che sarà anche in diretta live sul canale twitter del Tiki Taka Camp #GiocaRealeNonVirtuale