Monza, bilancio di previsione. L’opposizione insorge: “Troppa pressione fiscale”

12 maggio 2016 | 01:47
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Monza, bilancio di previsione. L’opposizione insorge: “Troppa pressione fiscale”

Monza, il Consiglio comunale è impegnata con il bilancio di previsione 2016. Dati alla mano, in aula incalza la polemica.

Novantatre euro: di tanto diminuirà la pressione tributaria pro capite a Monza grazie alla eliminazione della Tasi sulla prima casa decisa dal governo Renzi, a cui si aggiunge la riduzione della tassa rifiuti per le utenze domestiche in una misura che varia dal 5 al 13%. Questi sono solo alcuni dei dati sviscerati dall’assessore al Bilancio Debora Donvito martedì sera in Consiglio comunale nell’ambito del bilancio di previsione 2016, che terrà impegnata l’aula fino al prossimo 17 maggio.

In complesso le entrate tributarieammontano a 93,9 milioni di euro, di cui la Tari sui rifiuti ammonta a 20 milioni, 800 mila in meno rispetto al 2015, risparmio che sarà spalmato anche sulle utenze commerciali nella misura dell’1,5%. Il gettito dell’Imu sulle seconde case aumenta da 31 a 35,7 milioni di euro: la crescita scritta in bilancio non è però a carico dei cittadini ma frutto di una partita di giro tra Stato e Comune. Scendono ancora i trasferimenti statali, che passano da 4,1 nel 2015 ai 3 milioni di euro nel 2016. Tra le entrate si riducono anche quelle derivanti dagli oneri di urbanizzazione, che passano dai 10,8 del 2015 a 7,8 milioni del 2016.

Confermati gli stanziamenti a istruzione e diritto allo studio (12,7 milioni),  aumentate le spese per i servizi sociali che passano da 29,1 a 29,5 milioni. Aumentano di 800 mila euro le spese per ordine pubblico e sicurezza (da 5,9 a 6,8 milioni di euro). Aumento consistente delle spese per il trasporto pubblico (da 11,4 a 14,1 milioni) e di 300 mila euro per la cultura (da 3,1 a 3,4). Calano invece di 700 mila euro le spese per la giustizia, che andranno progressivamente ad azzerarsi grazie ai provvedimenti del governo che hanno tolto ai Comuni sedi di organi giudiziari le spese legate alla fornitura e alla manutenzione delle sedi. “Un bilancio – commenta l’assessore Donvito – segnato positivamente dalla sensibile riduzione delle imposte a carico dei cittadini che otteniamo senza ridurre servizi ma anzi aumentando i presidi sociali, gli investimenti in cultura e trasporti e proseguendo l’opera di manutenzione cittadina, dalle strade alle piazze, ai luoghi di socialità e svago fino alle scuole”.

Di parere opposto il consigliere di Forza Italia, Martina Sassoli:  «In un anno solo, dal 2014 al 2015, sono stati imposti oltre 7, 5 milioni di euro in più di tasse, imposte e tariffe ai cittadini monzesi, battendo ogni record e facendo diventare Monza “maglia nera” della pressione fiscale.  Già negli anni precedenti – prosegue Sassoli –  l’attuale giunta monzese si era distinta per aver, senza esitazione, aggiustato al rialzo tutte le tasse e balzelli possibili: dalla stangata Tares del 2013, all’aumento delle aliquote Irpef nel 2014, fino al “ritocchino” di tutte le tariffe per i servizi pubblici locali, dagli asili nido, alle mense, ai trasporti nel 2015. Oggi, all’indomani della presentazione del rendiconto 2015, abbiamo la fotografia di una città in balia di amministratori che non esitano a mettere mano al portafoglio dei cittadini, già pesantemente colpiti dalla crisi economica, in modo inconcludente. Desolante, infatti, è notare come a fronte di 7, 5 milioni di entrate in più, il livello della spesa corrente non si sia abbassato ma contemporaneamente si siano ridimensionati i valori relativi ai sevizi pubblici principali. Ancor più impressionante è il confronto con quanto succedeva cinque anni fa, ultima annualità piena dell’amministrazione Mariani. Nel settembre del 2014 Roberto Scanagatti dichiarava “Nonostante i tagli, i Comuni sono l’istituzione più vicina ai cittadini” perché “i Comuni non sono mostri che si nutrono di tasse”. I dati rilevati, purtroppo, sconfessano integralmente quanto dichiarato dallo stesso Sindaco, il quale probabilmente non si rende conto di aver reso Monza, in soli quattro anni, molto più povera e degradata. Una città povera di servizi, senza una prospettiva di sviluppo, senza investimenti ma che continua a mettere le mani in tasca ai contribuenti».