Varedo, Lega in festa. Vergani: “Villa Valsecchi sarà simbolo di legalità”

7 giugno 2016 | 15:04
Share0
Varedo, Lega in festa. Vergani: “Villa Valsecchi sarà simbolo di legalità”

La mattina dopo il voto Filippo Vergani, il nuovo sindaco di Varedo, ancora quasi non ci crede. Ecco i commenti anche di Pd e M5S.

Su una vittoria così non ci avrebbe scommesso neppure lui. «Non mi aspettavo un successo del genere – afferma entusiasta nella prima mattina di lunedì 6 giugno Filippo Vergani, il neoeletto sindaco di Varedo -. Sono già al lavoro (Vergani è agente di commercio, ndr), ma alle 11.00 andrò in municipio per la proclamazione ufficiale -. E confessa -: Sì, lo ammetto, sono un po’ emozionato».

Vergani, 50 anni di cui 20 passati come militante della Lega Nord, ha stravinto alle elezioni amministrative del 5 giugno, conquistandosi quasi la metà dei voti: «Devo ringraziare tutta la squadra – aggiunge -, è grazie a loro se sono arrivato fin qui». Sostenuto da una coalizione del centro destra che, oltre alla Lega, vede partecipi anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, Vergani non ha dubbi quando gli si chiede quale sarà il suo primo atto da sindaco. «Sarò banale, ma mi piacerebbe partecipare al mio primo consiglio comunale da sindaco in villa Bagatti Valsecchi – risponde -. In questo ultimo periodo la nostra villa storica è stata associata a scandali e in campagna elettorale è stata usata contro di noi. Voglio riscattarla come simbolo, nel segno della legalità».

«Su villa Bagatti non dico nulla: a questo punto bisogna aspettare la risposta della magistratura – replica Stefano Zini, il candidato del Pd -. Continueremo a lavorare per l’interesse dei cittadini, anche con Guagnetti se ce ne sarà l’occasione. Soprattutto, non vogliamo abbandonare il gruppo di giovani che si è costruito durante la campagna elettorale». Zini ammette la sconfitta e se ne assume la responsabilità (lo ha scelto meno del 30% dei votanti, ndr), ma sostiene di voler continuare a dialogare con il territorio e i cittadini per individuare bisogni e soluzioni.

Più combattuta la posizione del Movimento 5 Stelle: se da un lato Stefano Guagnetti è il candidato che ha riscosso meno preferenze in assoluto, è anche vero che rispetto alle ultime amministrative i voti destinati al M5S sono raddoppiati (dall’11,8% al 22,88%), avvicinandosi moltissimo a quelli raccolti dal Pd. «Queste percentuali sono ancora più sorprendenti se teniamo presente che guadagnare consenso alle elezioni amministrative è molto più difficile rispetto alle elezioni politiche – commenta a questo proposito Gianmarco Corbetta, portavoce M5S Lombardia -: i partiti storici sono fortemente radicati nelle realtà comunali tramite una fitta rete di relazioni, spesso impenetrabili al M5S che non può contare su bacini di voti né sull’appoggio di amici influenti. I nostri candidati sono persone normali che decidono di mettere a disposizione della comunità le proprie competenze, con onestà e grande voglia di lavorare: vedere il loro sforzo ricompensato dal voto dei cittadini mi dà una grande soddisfazione e una forte carica per andare avanti nelle battaglie quotidiane».