Lombardia piano da 15 mld per i trasporti. C’è la metro di Monza e Vimercate

Il voto passa a maggioranza. PD, M5S e Patto Civico hanno votato contro. Il Piano calcola investimenti economici di circa 15 miliardi di euro.
Voti 39 a favore e 26 contrari. Questo il verdetto finale che ha portato il Consiglio regionale all’approvazione a maggioranza del Piano della Mobilità e dei Trasporti.
La regione Lombardia approva in Brianza il prolungamento della M1 fino a Monza Bettola e della M2 fino a Vimercate. Alla tratta metropolitana si aggiunge la possibilità di realizzare una nuova fermata della linea suburbana S8 a sud di Monza, in prossimità del quartiere San Rocco. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Patto Civico hanno votato contro.
Ma quali sono gli obiettivi che il nuovo Pianoregionale della Mobilità e dei Trasporti si propone di raggiungere? Un incremento dell’offerta del servizio ferroviario regionale del 20%, del trasporto pubblico su ferro del 19% e del trasporto pubblico su gomma del 5%, con una riduzione del trasporto privato su strada del 7%.
I nuovi interventi programmati dovrebbero portare a un incremento della velocità media di percorrenza sulla rete extraurbana da 49 a 52 chilometri orari riducendo del 6% i tempi complessivi di viaggio. Inoltre si prevede una diminuzione dell’emissione di sostanze inquinanti atmosferiche da 17,8 milioni di tonnellate annue a 16,8: il solo valore del PM10 dovrebbe calare del 20%.
Per il potenziamento del servizio ferroviario e del trasporto pubblico locale il Piano calcola investimenti economici di circa 15 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 300 milioni di euro per i costi di esercizio: si ipotizzano risparmi di quasi 600 milioni di euro all’anno per la riduzione dei tempi di viaggio delle persone e di 200 milioni per quella delle merci, con l’aggiunta di altri 50 milioni di risparmio sui costi sociali determinati dalla riduzione degli incidenti stradali, quantificata nel 23%.
Tra le opere prioritarie in ambito ferroviario indicate dal Piano troviamo: adeguamento linea Chiasso-Seregno-Monza-Milano e linea Luino-Gallarate; potenziamento linea Rho-Gallarate; realizzazione linea Varese-Mendrisio, tratta Arcisate-Stabio e riapertura linea Varese-Porto Ceresio; potenziamento della linea Milano-Seveso-Asso; completamento del raddoppio della linea Milano-Mortara e quadruplicamento della tratta Milano-Rogoredo-Pavia; raddoppio della ferrovia della Cremona-Mantova-Milano. Sono previsti interventi strutturali sul nodo ferroviario di Milano con la realizzazione di un nuovo collegamento tra le stazioni di Porta Garibaldi e Centrale e l’acquisto di nuovo materiale rotabile per oltre un miliardo di euro.
Si prevede quindi di completare la tratta metropolitana della M5 da Bignani a San Siro, di realizzare la tratta Lorenteggio-Linate lungo la M4 e di prolungare la M1 fino a Monza Bettola, la M2 fino a Vimercate e la M3 fino a Paullo.
Sul piano viabilistico i primi interventi dovrebbero riguardare il completamento del Sistema Viabilistico Pedemontano, la terza corsia sulla Milano-Meda, il completamento della Tangenziale Nord di Milano-Rho-Monza, il raccordo tra la A4 per Venezia e la Tangenziale Est e il relativo collegamento con la Brebemi, la riqualificazione della “Paullese” e i sistemi di accessibilità alla Valtellina e a Malpensa. Il valore complessivo di queste opere si avvicina ai 40 miliardi di euro: ad oggi sono già disponibili 16 miliardi.
Via libera ad alcuni emendamenti (43 quelli presentati in tutto) che riguardano in particolare il riconoscimento della connessione su ferro Brescia-Montichiari come prioritaria, la realizzazione di una stazione ferroviaria dell’Alta Velocità di servizio per il Basso Garda lungo la linea Treviglio-Brescia-Verona in prossimità del casello di Sirmione, il completamento dell’anello ciclabile del Garda, il secondo lotto della tangenziale sud esterna di Brescia da Ospitaletto fino ad Azzano Mella e l’allargamento a tre corsie per senso di marcia della tangenziale sud da Brescia fino allo svincolo di Brescia est; la riqualificazione a carreggiate separate della “Paullese”, il collegamento stradale tra Milano e Cremona; il raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo – Ponte San Pietro – Terno d’Isola; la possibilità di realizzare una nuova fermata della linea suburbana S8 a sud di Monza, in prossimità del quartiere San Rocco; valorizzazione dell’incrocio ferroviario di Merone con la realizzazione del servizio ferroviario Como-Erba; adeguamento tecnologico e superamento barriere architettoniche della linea metropolitana M2; realizzazione collegamento metrotramviario tra Certosa e Cascina Gobba; miglioramento della connessione tra la TEEM e la A7; prosecuzione della linea M4 da San Cristoforo per collegare i Comuni del sud ovest di Milano con contemporaneo potenziamento in loco del trasporto pubblico locale su gomma.
LE DICHIARAZIONI DI VOTO
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Patto Civico hanno votato contro. Per Iolanda Nanni del M5S “con questo Piano la Lombardia destina al trasporto pubblico locale solo il 5% delle risorse, privilegiando ancora una volta i progetti sulle grandi infrastrutture, come la Brebemi. E così alla rete ferroviaria va solo un’elemosina. Il piano – ha aggiunto la Nanni – ripropone scelte vecchie che, invece di incentivare i lombardi all’uso dei mezzi pubblici, promuovono l’uso del mezzo privato, incrementando ulteriormente traffico e inquinamento”.
“La metro fino a Monza, attesa da anni, decongestionerebbe il traffico sulle strade della Brianza che sono ormai al collasso – commenta Gianmarco Corbetta, capogruppo del M5S Lombardia -. Ma di parole se ne sono sentite tante in questi anni, ora vigileremo che all’approvazione dell’ordine del giorno seguano fatti concreti”.
Idee e pianificazione sulle grandi infrastrutture da ripensare anche per Jacopo Scandella ed Enrico Brambilla del Partito Democratico e per Roberto Bruni del Patto Civico, secondo i quali “dopo la crisi Regione Lombardia dovrebbe ripensare i progetti messi a punto. In questo Piano invece non c’è cambio di rotta e si continua a tralasciare gli investimenti sul trasporto pubblico locale. La nostra visione – hanno sottolineato in particolare Scandella e Brambilla – è quella di spostare quante più persone al trasporto su ferro: Maroni pertanto cambi direzione, se continua sul suo modello le strade non basteranno mai, tanto più che le risorse disponibili sono insufficienti a fronte degli obiettivi indicati”.
“Sulla mancanza di adeguate risorse, i gruppi di minoranza e in particolare il Partito Democratico se la prendano con il Governo nazionale, responsabile di aver tagliato i fondi –ha affermato il capogruppo Lega Nord Massimiliano Romeo -. Ringrazino invece Maroni e Regione Lombardia, che hanno permesso alle Province lombarde, oggi tutte governate da esponenti del Partito Democratico, di continuare a garantire i servizi essenziali del trasporto pubblico locale ai cittadini”.
Foto archivio MBNews