Seveso, ok al sottopassaggio. È la fine del progetto interramento

La decisione, votata dalla maggioranza è stata osteggiata dai consiglieri Allievi (Lega Nord), Tagliabue (SevesoViva) e Vaccarino (PdL): è la fine del progetto interramento.
Il sottopassaggio si farà. Seveso ne ha approvato il progetto preliminare nel corso del combattuto consiglio comunale di venerdì 2 settembre, insieme alla realizzazione di un percorso tangenziale est/ovest che, nato come opera di compensazione di Pedemontana, dovrebbe collegare al centro della città i due quartieri agli estremi periferici, Baruccana e Altopiano. Non è passata, invece, la mozionepresentata da SevesoViva, Pdl e Lista Civica Tallarita per chiedere la realizzazione interrata del raddoppio dei binari: il raddoppio verso nord, opera considerata parte integrante della risoluzione del “nodo Seveso”, e che dovrebbe contribuire a ridurre l’attesa ai passaggi a livello, si farà, ma a livello del suolo. Il tutto nonostante il voto contrario di una minoranza agguerrita formata da Luigi Allievi (Lega Nord), Daniele Tagliabue (SevesoViva) e Massimo Ettore Vaccarino (PdL), che vedono il nuovo progetto come la rinuncia definitiva alla possibilità dell’interramento ferroviario.
«Il sottopassaggio non è la soluzione di tutti i problemi – chiarisce il sindaco Paolo Butti -, ma sicuramente è un primo indispensabile intervento, un primo grande passo che ridurrà i disagi dei passaggi a livello». Una mezza soluzione che non ha placato la frustrazione e il malumore dei cittadini che hanno assistito al dibattito, e che a più riprese hanno manifestato la propria contrarietà. Tanto più che maggioranza e opposizione, riferendo le opinioni di Regione Lombardia in merito all’interramento, hanno dato pareri del tutto discordanti: se il sindaco ha più volte sostenuto di aver ricevuto risposte negative da Maroni, per Vaccarino «la Regione non è mai stata così aperta e disponibile ad ascoltarci». «Quelle che si raccontano qui sono storie, diverse dalla realtà che abbiamo vissuto in Regione – ha replicato Fabio Bombonato, capogruppo della lista civica “Impegno è servizio” -. L’interramento provocherebbe un’interruzione del servizio ferroviario e una serie di ritardi su tutto il sistema di Trenord: ci hanno spiegato che, prima di tutto il resto, sono queste le due motivazioni che impediscono di prendere anche solo in considerazione la proposta di Tagliabue (che aveva suggerito di fare ricorso alla tecnologia del Silent Piler per realizzare l’opera, ndr)».
Nemmeno il progetto della cosiddetta “tangenzialina” convince l’opposizione: troppo pochi i dati a disposizione per poter decidere. I progetti, infatti, devono ancora essere redatti in via definitiva, insieme allo studio di fattibilità e all’analisi dei costi e dei benefici: ulteriori e successive modifiche verranno discusse e approvate in seguito. Un’incertezza che Lega Nord, SevesoViva e PdL hanno fortemente contestato: per Allievi quella proposta dal sindaco era «una votazione al buio», tanto da chiedere la sospensione della seduta per poter verificare e ridiscutere il progetto. «La tangenzialina sarà utile solo ad alimentare il sottopasso, che altrimenti non servirebbe – attacca Tagliabue -. Anzi, porterà a Seveso i problemi che Cesano non ha saputo risolvere: assorbirà risorse per 12.700 mq, costerà dai 20 ai 30 milioni di euro, sprecherà 4 anni di tempo, aumenterà l’inquinamento e renderà marginale il nostro centro. A questo punto tanto vale dividere Seveso in due e spartirla tra Barlassina e Seregno». «Un collegamento così manca a Seveso – ha replicato Butti -, e anche i dati sul traffico dello studio Meta affermano la necessità di arterie sovracomunali in Brianza. E la situazione peggiorerà ulteriormente con l’entrata a regime della tratta B1 di Pedemontana, per non parlare dell’eventuale tratta B2: abbiamo altri comuni intorno e a noi e non possiamo continuare a vivere come su un’isola».