Tensione in via Asiago, profughi spostati di piano: interviene la polizia

30 settembre 2016 | 12:35
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Tensione in via Asiago, profughi spostati di piano: interviene la polizia

Nuova tensione in via Asiago per la presenza di oltre 100 profughi. Lo spostamento dei nuclei familiari degli stranieri dal primo al terzo piano ha generato ha generato altre polemiche.

IMG-20160929-WA0001 (Copia)Via Asiago a Monza, ennesima puntata. Nella palazzina di recente costruzione in cui da quasi un anno sono stati sistemati più di 100 profughi, la convivenza con i 34 condomini continua ad essere difficile. Ma sembra aver fatto un passo avanti. Mercoledì 28 Settembre i residenti, da mesi sulle barricate per una situazione a loro dire insostenibile, hanno incontrato il prefetto di Monza, Giovanna Vilasi e la vicensindaco del capoluogo brianzola, Cherubina Bertola. E un primo punto d’accordo tra le parti è lo spostamento dei nuclei familiari stranieri dal primo al terzo piano delle palazzina. Dove vivono alcuni dei residenti italiani. Con i profughi maschi posti in appartamenti vicini, il clima generale nella stabile di via Asiago dovrebbe migliorare. In teoria, almeno. Perché, ieri, la redistribuzione degli inquilini stranieri è iniziata con un po’ di agitazione. Alcuni dei richiedenti protezione internazionale hanno fatto ostruzionismo. Per calmare la situazione c’è voluta la presenza di alcune volanti della Polizia. E, perfino, di un’ambulanza. Sembra che a scatenare la reazione degli stranieri sia stato il fatto che “lasciavano, a loro parere, appartamenti puliti al primo piano – sostiene uno dei residenti di via Asiago – per andare in altri al terzo piano sporchi e non adeguati ad ospitare famiglie”. Alla fine, comunque, il sereno sembra essere tornato. Senza feriti né duri interventi della Polizia.

La situazione di via Asiago, comunque, ha tutte le caratteristiche di una pentola in ebollizione. Pronta a scoppiare. L’incontro di due giorni fa tra il prefetto e i condomini della palazzina era il secondo nel giro delle ultime due settimane. Al di là di una maggiore disponibilità alla cooperazione tra le parti, è andato in scena l’ormai consueto muro contro muro. Su un fronte la rappresentante del Ministero dell’Interno sul territorio, che ha ribadito l’attenzione elevata sulla vicenda, la vigilanza costante delle Forze dell’Ordine e si è impegnata ad un maggior dialogo con Trattoria Mercato, la società che ha preso in affitto gli appartamenti per i profughi. Sull’altro fronte i residenti, che continuano a chiedere l’azzeramento della presenza dei migranti nella struttura di via Asiago, dove la tensione sarebbe alta per il mancato rispetto delle basilari regole di convivenza da parte dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Oltre che per presunti comportamenti fuori dalla legge (si parla di episodi di prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti) da parte di alcuni di loro. “Ci sentiamo abbandonati e presi in giro dalle istituzioni – afferma uno dei residenti – ci avevano promesso, ad esempio, di cambiare i tre vigilanti egiziani. Due sono effettivamente stati mandati via – continua – ma uno è rimasto ed è proprio quello di cui ci eravamo più lamentati perché inseguiva le nostre mogli”.

L’impressione è che, dopo le lettere di protesta e la ribalta nazionale delle trasmissioni televisive, vedremo altre puntate della vicenda. Anche perché “noi capiamo la situazione di disagio, ma nell’immediato non sappiamo dove altro mettere i profughi – ammette il prefetto, Giovanna Vilasi – non so dire quando sarà almeno possibile una riduzione del loro numero in via Asiago”. Chissà che possa concretizzarsi l’idea emersa in questi giorni di un nuovo hub, oltre a quelli di Agrate Brianza e a Limbiate, dove ospitare gli stranieri richiedenti protezione internazionale. Nel frattempo si va avanti. Ognuno come può.