Il nuovo fungo del Bosco delle Querce non è solo: nell’ “oasi” altre 700 specie

La scoperta di un nuovo fungo al Bosco delle Querce ha riportato l’attenzione sulla ricchezza ecologica del parco. La sezione barlassinese dell’associazione micologica Bresadola ha dedicato una serata divulgativa all’argomento.
A volte c’è bisogno di un evento eccezionale per farci riscoprire quello che ci circonda. È quello che sta succedendo al Bosco delle Querce di Seveso e Meda: la scoperta del Simocybe rhabarbarina, la nuova, minuscola specie di fungo avvistata per la prima volta nel 2015 da Luigi Poli, ha portato attenzione, interesse e curiosità su tutta l’area del parco.
Lo dimostra il successo della serata divulgativa dedicata ai funghi del Bosco delle Querce, organizzata venerdì 14 ottobre dalla sezione barlassinese dell’associazione micologica Bresadola: il Simocybe rhabarbarina è diventato l’occasione per riscoprire l’incredibile ricchezza dell’area naturale. «È la dimostrazione della capacità della natura di sorprendere dal nulla – ha commentato il sindaco di Seveso, Paolo Butti -. Il Bosco delle Querce è una realtà unica al mondo». Merito della grande varietà ecologica del parco, ma anche della direzione, che tiene puliti i vialetti e le zone più frequentate, ma lascia alla natura la maggior parte delle aree. Il nuovo fungo, per esempio, cresce sui rametti morti dei tigli: è un saprofita, ovvero si nutre di sostanze organiche, decomponendole. In un’area verde più “addomesticata”, controllata e cittadina, dove gli alberi morti vengono subito eliminati, non avrebbe forse avuto nemmeno la possibilità di svilupparsi.
Lo sa bene Angelo Bincoletto, l’appassionato micologo che venerdì 14 ha saputo divertire e affascinare il pubblico raccontando di alcune delle circa 700 specie che si trovano nel parco. Dai porcini ai chiodini, fino a specie molto più rare, come l’Inocybe violacea, l’Agrocybe putaminum, di origine americana, al Leucoagaricus bresadolae, che di norma cresce vicino alle spiagge… ma anche al Bosco delle Querce. E il nuovo fungo? «Probabilmente è rimasto inosservato per parecchio tempo – commenta Poli, integrando la conferenza di Bincoletto -. Potrebbe essere un segno del tempo che sta cambiando: il genere Simocybe si sviluppa in un clima caldo, da temperato a subtropicale. Certo, se non fossi stato una persona curiosa, probabilmente sarebbe rimasto lì per chissà quanto tempo».
Massimiliano Fratter, direttore del Bosco delle Querce, auspica intanto alla redazione di una guida ai funghi del parco, da realizzarsi in collaborazione con l’associazione micologica di Barlassina. Una nuova pubblicazione che andrebbe ad aggiungersi a quelle già esistenti sulla flora e la fauna del parco, e che metterebbe l’accento sul tesoro ecologico che conserva al suo interno. Già due anni fa una ragazza di Seveso aveva messo i funghi del Bosco delle Querce al centro della sua tesi di laurea: l’aveva aiutata lo stesso Biancoletti, che ricorda: «Abbiamo diviso il Bosco in 150 lotti, per poter censire meglio i funghi. È stato un lavoro utilissimo anche per noi dell’associazione micologica, e l’ho fatto volentieri: per me è un punto d’onore per Seveso».