Assolombarda, la ricerca svela: più donne ai vertici delle aziende famigliari brianzole

Il Cerif ha svolto per Assolombarda la ricerca “500 +” che ha restituito un spaccato interessante sul tessuto imprenditoriale della Brianza. #video #foto
Le donne si stanno facendo strada nelle aziende della Brianza. Un terzo di quelle esaminate dalla ricerca “Top 500 +” presentata ieri, 28 novembre in Villa Reale a Monza, hanno come dirigente, dopo il passaggio generazionale, una quota rosa. Quasi la metà, il 45%, hanno una conduzione di tipo famigliare, anche se i manager trovano sempre più spazio (62%). La maggior parte delle realtà imprenditoriali, l’88,46% crede nelle strategie di internazionalizzazione per crescere. I Paesi più scelti dai nostri imprenditori sono quelli Europei (per la vicinanza). C’è anche la classifica dei comuni brianzoli con più eccellenze: primo posto per Biassono, seguono Lissone, Roncello e Bellusco.
Questi sono alcuni dei risultati dall’analisi condotta dal CERIF (Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia) che ha preso in esame 734 realtà brianzole. La ricerca è promossa da Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, in collaborazione con PwC e il Cittadino di Monza e Brianza, con il sostegno di BPM, Umana, Ecole e Camera di Commercio di Monza e Brianza.
Una ricerca che quest’anno è alla terza edizione e, come suggerisce il nome 500 +, è passata dall’analizzare 500 realtà a oltre 700. Il fattore comune è che sono tutte realtà che hanno sede a Monza e Brianza, operano nei settori del manifatturiero, del commercio e dei servizi e hanno un fatturato superiore agli 8 milioni di euro. In totale producono un fatturato di ben 42,5 miliardi di euro con un Ebitda che supera il 6%.
Se questo in sintesi è il quadro restituito dai soli numeri, le conclusioni analitiche del professor Devecchi del Cerif, sono due: “Ottimo che il passaggio generazionale stia portando più donne a coprire ruoli che da sempre sono stati appannaggio degli uomini. Quasi il 30% non è ancora la parità assoluta, ma significa che la strada giusta è segnata. Da domani, però, l’imperativo per lo sviluppo futuro è quello di aggregasi – il professore ha quindi aggiunto -. Troppe sono le aziende micro, piccole e medie. Se un tempo piccolo significava florido, nella globalizzazione di oggi significa rischiare di restare fuori dalle logiche di mercato”.
Sulla stessa onda il commento del vice presidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, che ha affermato: “L’eredità di Expo sono state le molte relazioni che ci ha lasciato. Come Regione molte sono le missioni che stiamo facendo all’estero per far conoscere il nostro Paese, la nostra Regione. Sicuramente le imprese brianzole devono imparare a fare rete.”
All’incontro hanno partecipato anche il sindaco di Monza Roberto Scanagatti, il presidente di Camera di Commercio Carlo Edoardo Valli, il vicepresidente regionale Fabrizio Sala e Gabriele Scuratti di Pwc. Presente anche il vicepresidente di Assolombarda, Andrea Dell’Orto, Giuseppe Castagna, direttore generale di Bpm e Francesco Ferrara di Pwc.
Proprio il presidente della Camera di Commercio è tornato a parlare dell’unione recentemente conclusa sia tra la camera di commercio di Monza con quella di Milano, sia di quella tra la Confindustria Monza e Brianza con Assolombarda: “Questo processo va visto nella sua interezza, è come se volessimo osservare una montagna: solo dall’alto la si può ammirare completamente.”
“La ricerca mette in luce – ha sottolineato Andrea Dell’Orto Vice presidente di Assolombarda ConfindustriaMilano Monza e Brianza e Presidente del Presidio territoriale MB – che il passaggio generazione per le imprese manifatturiere del nostro territorio è una delle leve per la crescita e la coesione familiare e resta senza dubbio la chiave del successo. Lo studio presentato sulle imprese di famiglia aggiunge a questo quadro un dettaglio d’interesse: il passaggio generazionale al femminile, una connotazione non usuale nel mondo imprenditoriale del nostro Paese che rende le imprese della Brianza all’avanguardia e innovative anche dal punto di vista sociale. Il passaggio generazionale resta comunque un tema delicato e va affrontato con gli strumenti adeguati. Per questo Assolombarda ha realizzato un manuale che definisce le linee guida per avere successo e gli errori da evitare e ha attivato un nuovo servizio dedicato alla gestione del processo di successione aziendale”.
“Anche quest’anno non poteva mancare la presenza di Banca Popolare di Milano a questo evento che celebra le migliori aziende presenti sul territorio di Monza e Brianza –ha dichiarato Giuseppe Castagna, ConsigliereDelegato di BPM – Questa è una delle zone più ricche del Paese, proprio in virtù della sua forte vocazione imprenditoriale, e per BPM è un’area strategica con grandi potenzialità. La presenza della Banca in quella che oggi è la provincia di Monza e Brianza è infatti in fase di crescita. Dal 1^ gennaio 2017, grazie alla fusione con Banco Popolare, diventeremo il primo istituto di credito della zona, con una quota di sportelli di poco inferiore al 18% del mercato. Il consolidamento della presenza di Banco BPM, che vedrà aumentare il numero di filiali, clienti e impieghi, dimostra il nostro sempre maggiore interesse e la nostra vicinanza a famiglie e imprese del territorio.”
Sono state esaminate 734 imprese Società di capitali (S.p.A., S.r.l.) selezionate sulla base dei criteri di: fatturato (da 8mln di euro), sede legale e/o amministrativa e/o operativa nella provincia di Monza Brianza e bilancio depositato (al 30 settembre 2016).
Il manifatturiero è il settore più rappresentato con il 57% delle imprese per un fatturato di oltre 28mld dieuro. Le prime 60 imprese della ricerca appartengono a questo settore. La classificazione per fatturato delle imprese ha messo in evidenza che la “vera Brianza” è costituita da una vasta e proattiva schiera di aziende il cui fatturato si posiziona tra i 100 e gli 8 milioni di euro, 305 le impresefamiliari.
Dai 130 ai 300 milioni sono 37 le imprese di famiglia 14 in totale. Dai 300 ai 500 milioni di euro di fatturato su un campione di 14 imprese, la metà sono aziende di famiglia. Sotto il miliardo e fino ai 500 milioni sono presenti 6 imprese, di cui 3 sono Family business. Si confermano poche grandi aziende: 5 imprese sopra il miliardo di euro di fatturato su 734 del campione totale e nessuna impresa familiare presente.
Il 45,78, ovvero 336 imprese, considerate da TOP 500+, sono familiari con un fatturato complessivo di 15.354.980.337 di euro (36% del fatturato totale) e per il 63% sono concentrate nel cluster di fatturato da 20 a8 milioni. Il 9% delle Family business, pari a 31 imprese, occupa un intervallo da 950 milioni di fatturato a 103 milioni. Dai 100 milioni di fatturato fino ai 50 milioni le Family business presenti 32 imprese cioè pari al 9,5% del totale.
Tra i 50 milioni di euro ai 20 milioni di fatturato si collocano 64 family business, che rappresentano il 19% del campione esaminato. Il resto sono imprese piccole o micro. 129 imprese familiari popolano l’intervallo di fatturato dai 20 milioni di euro fino ad arrivare ai 10 milioni di euro, il 38,5% del totale delle Family business. Le ultime 80 imprese familiari, il 24% del campione, sono presenti con un fatturato inferiore ai 10 milioni sinoal limite inferiore degli 8 milioni.
Tra i tre settori presenti sul territorio il manifatturiero è quello con la redditività media operativa più elevata(10,16%). Le imprese che lo compongono dimostrano di generare alto valore per la clientela, avendoindividuato i fattori di successo del loro mercato. Inoltre dimostrano di saper crescere: 47 aziende manifatturiere su un totale (tutti i settori) pari a 64 Family business superano la soglia dei 50 milioni di fatturato.
La ricerca Top500+ attraverso 40 tipologie di problematiche, ha indagato le principali criticità all’interno di una Family business dove il passaggio generazionale non poteva avere un ruolo secondario. I risultati ottenuti analizzando il sub campione costituito da 52 imprese evidenziano che: il 77% delle imprese stavolgendo o ha completato il passaggio generazionale. Del campione elaborato: 20 imprese hanno giàcompletato il passaggio generazionale; 20 imprese lo stanno svolgendo; 12 imprese non l’hanno ancora preso in considerazione.
La formula più utilizzata di passaggio generazionale è quella “intelligente”. Tale tipologia comporta un passaggio di testimone dalla generazione al comando a quella successiva che prende in mano le redini dell’impresa senza la presenza di discontinuità sia interne che esterne come nella formula del “dinamico” che è presente nel 27% dei casi. La ricerca ha indagato il così detto “passaggio in rosa”. La presenza femminile all’interno delle aziende a conduzione familiare su un’analisi di 52 imprese familiari ha rilevato nel 29% circa dei casi il coinvolgimento di un’erede donna. Nella maggior parte dei casi, in cui sono presenti donne all’interno del nucleo familiare, queste ricoprono ruoli amministrativi, commerciali e di marketing. Il 28,85% ricopre un ruolo direttivo. Sono pochi i casi in cui le donne non sono state coinvolte nella gestione dell’azienda o in parti di essa. Nel 61,54% di tutte le successioni analizzate all’interno della famiglia era presente un esponente femminile da poter inserire e al quale poter lasciare “le chiavi” dell’azienda. In quasi la metà dei casi ciò è avvenuto.
L’88,46% delle imprese campione fattura mediamente il 60% del totale in paesi altri dall’Italia. Tra i mercati prediletti dagli imprenditori brianzoli, forse per la vicinanza, svetta con il 75,85% l’Europa, seguito da Nord America, Middle East e Africa con rispettivamente il 28,25%, 25,00% e 21,15%. Solamente l’11,54% delle imprese familiari analizzate non sfrutta il vantaggio competitivo che scaturisce dall’internazionalizzazione.
Nel 62% dei casi studiati la guida dell’azienda è integrata da manager esterni alla famiglia, in più della metà dei casi, i manager esterni ricoprono ruoli operativi all’interno dell’azienda da più di dieci anni. La ricerca comunque evidenzia la costante presenza dell’imprenditore familiare, ma con un nuovo ruolo che si concretizza nella supervisione e nel controllo dei compiti operativi affidati ai manager.