Firmato l’accordo per la riforma del modello contrattuale dell’artigianato

A 259 giorni dall’avvio del tavolo di confronto i leader delle Organizzazioni imprenditoriali e delle sigle sindacali hanno raggiunto un’intesa che contiene importanti novità.
Mercoledì sera, a Roma, i vertici delle Confederazioni dell’artigianato delle PMI – per Confartigianato erano presenti il Presidente nazionale Giorgio Merletti, il Segretario Generale Cesare Fumagalli – e di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato l’accordo per la riforma del modello contrattuale e sulla rappresentanza.
A 259 giorni dall’avvio del tavolo di confronto, aperto il 9 marzo presso la sede di Confartigianato Imprese, i leader delle Organizzazioni imprenditoriali e delle sigle sindacali hanno raggiunto un’intesa di portata storica che contiene importanti novità. A cominciare dall’applicazione della riforma che riguarda non solo le imprese artigiane, ma anche le piccole imprese e le imprese associate, circa 700.000 imprese e 1 milione e mezzo di dipendenti.
«Le nostre aziende non corrispondono più alla obsoleta immagine che ne dava la Legge Quadro: la digitalizzazione, l’e-commerce e le tecnologie innovative hanno mutato la fisionomia del comparto che si è rinnovato per rispondere alle sfide del mercato moderno. I contratti di lavoro devono adattarsi ai rapidi cambiamenti dell’economia e questo accordo va nella giusta direzione» ha commentato Giovanni Barzaghi, Presidente di APA Confartigianato Milano-Monza e Brianza.
Secondo i vertici dell’Associazione, infatti, la riforma contrattuale ha il coraggio di valorizzare le profonde innovazioni, l’alta qualità produttiva e la capacità competitiva delle imprese “a valore artigiano”.
L’accordo riconosce la centralità del ruolo delle parti sociali nella determinazione del salario nazionale, abolendo gli automatismi. Nelle attuali condizioni dell’economia, infatti, non ha più senso legarsi ad un unico parametro predeterminato per stabilire la dinamica salariale. E ancora, l’intesa siglata potenzia il decentramento contrattuale per dare risposte specifiche e sempre più complete alle aziende operanti nei diversi territori italiani, ed introduce, accanto alla contrattazione regionale, anche la possibilità di articolare la contrattazione di II livello in maniera differente, anche aziendale.
Novità anche per il numero dei contratti nazionali di lavoro che vengono ulteriormente semplificati attraverso l’accorpamento in 4 aree contrattuali: manifatturiero, servizi, edilizia e autotrasporto. A tal fine, verrà costituita una commissione paritetica composta dalle confederazioni e dalle categorie coinvolte, finalizzata a concludere, entro e non oltre il 31 dicembre 2017, i suddetti accorpamenti.
Inoltre l’accordo rafforza la bilateralità come strumento di partecipazione, puntando all’efficientamento massimo degli strumenti bilaterali operanti nei terreni della sicurezza del lavoro, ammortizzatori sociali, sanità integrativa, formazione e welfare.
«Siamo soddisfatti dell’accordo firmato – ha affermato Paolo Ferrario, Segretario Generale di APA Confartigianato – Pone le basi per contratti di lavoro efficaci e a favore della competitività, per uno sviluppo economico di cui beneficeranno sia le imprese che i lavoratori».
Foto archivio MBnews