Monza, Polizia Locale: quello del comandante Casale non fu mobbing

10 novembre 2016 | 00:01
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Monza, Polizia Locale: quello del comandante Casale non fu mobbing

Il Tribunale di Busto Arsizio ha rigettato la domanda, escludendo che il comandante Casale avesse tenuto le condotte denunciate e, in particolare, quella di mobbing.

Una causa civile nei confronti dell’Amministrazione con una richiesta di risarcimento danni di quasi 280 mila euro.  Era il febbraio 2013 quando un vigile promosse una causa nei confronti di Alessandro Casale, oggi comandante della Polizia Locale di Monza e all’epoca dei fatti di un comune in provincia di Varese, per ottenere il risarcimento dei danni, asseritamente causatigli dal mobbing, cui sosteneva essere stato sottoposto sul luogo di lavoro.

Il Tribunale di Busto Arsizio ha rigettato la domanda, escludendo che il comandante Casale avesse tenuto le condotte denunciate e, in particolare, quella aver fatto del mobbing. Il Tribunale, in particolare, con la sentenza citata, non ancora passato in giudicato, ha stabilito che, dalla documentazione in atti, dall’istruttoria esperita e dalle stesse allegazioni del ricorrente, non è emerso un comportamento di carattere persecutorio, posto in essere nei suoi confronti, né offese e aggressioni verbali da parte dei colleghi. Ha escluso, altresì, che siano emersi comportamenti, volti ad isolare il ricorrente e ad offenderlo, come questi aveva lamentato.

La vicenda si è dunque conclusa favorevolmente per il Comandante Casale, scagionato dalle gravi accuse, mosse nei suoi confronti.