La Fondazione Luigi Rovati darà vita al nuovo Museo di Arte Etrusca a Milano

Ubicato nello storico Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro in Corso Venezia 52 a Milano, il museo verrà inaugurato a fine 2018 dopo un’articolata operazione di restauro. QUI i dettagli.
Nuovo Museo di Arte Etrusca a Milano. Il progetto prevede la ristrutturazione e l’ampliamento della storica proprietà immobiliare di Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, situata a Milano in Corso Venezia 52. Il palazzo è costituito da cinque piani per una superficie totale di circa 3.300 metri quadrati. Un palazzo storico, in cui il lavoro di conservazione sarà importante, così come lo saranno gli elementi di novità affidati alla guida creativa e rigorosa dell’architetto Mario Cucinella.
Il progetto architettonico prevede tre macro interventi. Il primo riguarda l’ampliamento del livello interrato dell’immobile e la realizzazione del museo ipogeo che ospiterà la collezione di vasi e reperti etruschi. Il secondo è rappresentato dalla operazione di conservazione e restauro del piano nobile, progettato negli anni ‘60 dall’architetto Filippo Perego, una “casa ritrovata” pensata per esporre altri oggetti d’arte appartenenti alla Fondazione. Gli altri piani dell’edificio sono dedicati a ospitare gli uffici, la biblioteca, i laboratori, la sala conferenze e gli spazi per esposizioni temporanee; al piano terra, trovano invece posto la biglietteria, l’area bookshop, la caffetteria.
Il terzo intervento progettuale interessa la riqualificazione del grande giardino sul retro dell’immobile, progetto sviluppato in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Si tratta di uno spazio nascosto dalle mura perimetrali che lo racchiudono su tre lati, un’area verde privata che sarà aperta al pubblico e potrà essere fruita senza necessariamente visitare il Museo.
Il corpus cardine dell’esposizione museale sarà un’importante collezione di buccheri e impasti etruschi, la già nota Collezione Cottier-Angeli, che nel suo insieme di oltre 700 reperti, è considerata dagli esperti la più completa raccolta di vasi del periodo arcaico, presa a riferimento dai grandi musei del mondo.
La vocazione per la ricerca e l’innovazione, la contaminazione tra i saperi, l’apertura al mondo, la dedizione allo studio e al lavoro, l’impegno civile sono i valori che guidano la nostra famiglia, dichiara la monzese Giovanna Forlanelli Rovati Intervistata da Filippo Panza di MBNews il mese scorso, Vicepresidente della Fondazione Luigi Rovati. La Fondazione è intitolata a mio suocero, Luigi Rovati, medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico, che ha sempre accompagnato il costante impegno per la crescita dell’azienda da lui fondata con la passione per l’arte classica. Contaminare la cultura d’impresa con l’arte ha generato un’esperienza che trova oggi continuità nelle nuove generazioni della famiglia, rappresentate nella Fondazione.
La collezione è stata acquistata quest’anno in Svizzera ed è rientrata in Italia in virtù di un lungimirante accordo con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la collaborazione con le Soprintendenze e i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. L’operazione rientra nel tema fondamentale della restituzione e reintegrazione del patrimonio archeologico del nostro Paese da parte di privati: riportare in Italia reperti liberamente disponibili sul mercato antiquario internazionale, operazione tuttavia spesso vista con difficoltà e diffidenza.
Il museo, che accoglierà altre opere di collezioni private che la Fondazione raccoglierà rendendone possibile la fruizione, vuole proporsi come centro di eccellenza nel campo della conservazione, dello studio e della valorizzazione dei reperti antichi, configurandosi, in virtù della centralità di Milano, come un polo d’attrazione per le realtà legate all’archeologia etrusca dislocate sul territorio nazionale.
La scelta di Milano per la sede museale è legata alla visione di città metropolitana, dove Milano, nodo centrale di afflusso, si apre verso l’esterno e i flussi turistico-culturali si muovono in un territorio sempre più esteso e integrato.
La sfida sarà realizzare un museo archeologico che non si limiti a esporre oggetti, ma faccia rivivere le nostre origini in modo moderno e dinamico, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che possono contribuire in modo suggestivo a contestualizzare il singolo reperto all’interno di un percorso storico e culturale più ampio, un luogo dove dare spazio alle idee e farle girare.
Il nuovo museo ambisce appunto all’eccellenza proprio perché vuol fare dello studio, del pensiero, del dialogo il suo presupposto e il suo punto d’arrivo: vuole essere un laboratorio in cui sperimentare attività nuove, creare importanti partnership internazionali, organizzare convegni e seminari, diventare un centro di ricerca e un punto di riferimento per il restauro, ma anche un punto di incontro e di diffusione del sapere e della bellezza per la comunità, con un’attenzione particolare alla scuola, all’educational e al multimediale.
La Fondazione si pone come modello di una moderna filantropia che implichi progettualità, professionalità, partecipazione diretta del privato, caratteristiche ben radicate nella cultura della imprenditoria familiare italiana, ma che deve anche aprirsi ad un dialogo costruttivo di collaborazione con le il pubblico, il solo in grado di applicare su larga scala nuovi paradigmi di intervento.