Seveso, la fiaccolata contro la violenza sulle donne per Elizabeth Huayta Quispe

28 novembre 2016 | 01:00
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Seveso, la fiaccolata contro la violenza sulle donne per Elizabeth Huayta Quispe

L’amministrazione, insieme all’associazione Amate nemiche, ha voluto dedicare un momento di ricordo alla ragazza uccisa il 23 novembre dall’ex compagno.

«Quando certe cose accadono così vicino a noi, le si percepisce in modo diverso. Dobbiamo far crescere la consapevolezza, con l’educazione e la prevenzione, investendo nella cultura e nella scuola, anche a livello sovracomunale». Tono asciutto, poche parole e una voce che tradisce la commozione, il sindaco di Seveso Paolo Butti si rivolge alla piccola folla che ha partecipato alla fiaccolata organizzata dall’amministrazione comunale e dall’associazione Amate nemiche. Poco dopo le 20.30 di venerdì 25 novembre circa cento persone, tante donne ma anche uomini e bambini, si sono riuniti davanti alla sede del municipio, e da lì hanno sfilato in silenzio fino a piazza Mazzini, proprio sotto alle finestre dell’appartamento dove il 23 novembre la 29enne Elizabeth Huayta Quispe veniva uccisa dal 56enne Vittorio Vincenzi, l’ex compagno e padre dei suoi due figli, un bambino di 3 anni e una bambina di appena un anno.

Una tragedia annunciata, a vederla a posteriori. Tre amiche della vittima, presenti alla manifestazione di venerdì, hanno raccontato che Vincenzi aveva convinto la ragazza a trasferirsi da Milano a Seveso e ad abbandonare il lavoro, di fatto isolandola dagli amici e dalla madre; la insultava in modo umiliante, era aggressivo, la trattava male ma poi le chiedeva di perdonarlo. E lei, puntualmente, accettava, almeno fino alla scorsa estate, quando aveva deciso di porre fine alla relazione: i figli erano stati affidati a lei, che era rimasta a vivere nella casa di Seveso. «Da poco lui le aveva chiesto di farlo vivere lì per un po’, e lei per amore dei bambini aveva accettato, ma questo non vuol dire che volesse tornarci insieme – racconta ancora una delle amiche -. Mercoledì era il primo compleanno della bambina, e Vittorio aveva portato i figli da sua sorella lasciando Elizabeth a casa da sola, ad aspettarli con la torta che aveva preparato: alle 21.00 non erano ancora tornati, lo so perché ho parlato con lei al telefono, era arrabbiata, mi ha detto che era cattivo e lo odiava». Quella sera Vincenzi e Quispe hanno litigato di nuovo, lei ha chiamato i carabinieri ma poi, vedendo il figlio maggiore piangere, ha accettato di far restare in casa il padre dei suoi figli. Poco più tardi, l’ennesimo scoppio di rabbia, l’ultimo: Vincenzi l’ha uccisa, soffocandola.

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La fiaccolata si è conclusa presso lo spazio M’Ama Danza di via Zeuner, dove l’associazione Amate nemiche aveva già previsto un incontro e una performance di danza in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Riccardo Senigallia, presidente dell’associazione, si è riagganciato alle parole del sindaco in merito all’importanza di una educazione culturale e sentimentale per combattere la mentalità che accetta e quasi giustifica la violenza: «Bisogna iniziare a cambiare la mentalità già a partire dalla scuola – ha affermato -. Lavoro in una scuola professionale, dove siamo impegnati da quattro anni in un progetto sulla violenza di genere: questo è il secondo anno che proponiamo questa iniziativa, non avremmo voluto che coincidesse con l’ennesimo femminicidio».