Importanti novità nelle politiche attive per il lavoro: arriva l’assegno di ricollocazione

Sull’Assegno di Ricollocazione, un voucher di valore massimo 5.000 euro, 4.000 i destinatari in Lombardia. La Cgil è a disposizione per fornire informazioni e assistenza nelle decine di sedi presenti nella Provincia.
Ad oltre un anno dall’avvio dei nuovi ammortizzatori sociali previsti dal Jobs Act, parte la sperimentazione dell’Assegno di Ricollocazione.
Nel dicembre 2015 erano partite le prime politiche attive per il lavoro, destinate a lavoratrici e lavoratori senza occupazione, a prescindere dal fatto che percepissero o no la NASpI (la vecchia disoccupazione); sono stati invitati ad effettuare la DID (dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro) e a sottoscrivere, presso operatori autorizzati da Regione Lombardia (Afol, Agenzie per il lavoro, enti di formazione pubblici e privati …) il PSP (patto di servizio personalizzato), che gli consente di accedere a percorsi di formazione e riqualificazione professionale.
In Lombardia circa 200.000 lavoratrici e lavoratori hanno effettuato la DID, il 70% di questi (circa 140.000) ha anche sottoscritto il PSP, e il 41% di questi (circa 58.000) ha effettivamente avviato attività di ricerca di lavoro con l’operatore prescelto. La novità riguarda proprio loro: a partire da lunedì 28 novembre 2016, è stato avviato un piano nazionale di sperimentazione dell’Assegno di Ricollocazione, oltre 30.000 percettori di NASpI (da almeno 4 mesi) riceveranno da parte dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) una comunicazione con la quale si chiederà di registrarsi sul sito dell’Agenzia, inserendo i dati amministrativi mancanti, compreso il titolo di studio e la DID.
L’Assegno di Ricollocazione verrà rilasciato dal Centro per l’Impiego a seguito di una procedura di profilazione del lavoratore in stato di disoccupazione, che ha già sottoscritto il PSP, e consiste in un voucher di importo massimo 5.000 euro, che varia in relazione al profilo personale di occupabilità del lavoratore.
L’assegno serve per ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca del lavoro, presso i Centri per l’impiego o presso i soggetti privati accreditati; la scelta del Centro per l’impiego o dell’operatore accreditato è riservata al titolare dell’assegno di ricollocazione. Il servizio dunque è richiesto dal disoccupato, a pena decadenza dallo stato di disoccupazione e dalla prestazione a sostegno del reddito, entro due mesi dalla data di rilascio dell’assegno; i percorsi di riqualificazione e ricollocazione hanno una durata di 6 mesi, prorogabili di successivi 6 mesi nel caso non sia stato consumato l’intero ammontare dell’assegno.
Il servizio di assistenza prevede l’affiancamento di un tutor al soggetto interessato e il programma di ricerca intensiva della nuova occupazione, con eventuale percorso di riqualificazione professionale mirata a sbocchi occupazionali. Il disoccupato ha l’onere di svolgere le attività individuate dal tutor e di accettare l’offerta di lavoro, se congrua, pena la decadenza dalla NASpI.
L’assegno non viene incassato dal lavoratore, ma dal Centro per l’impiego o dall’operatore accreditato, solo ad obiettivo raggiunto, dunque alla firma di un contratto di lavoro. Intanto, il lavoratore continua a prendere la NASpI fino al termine della stessa, o fino alla firma di un nuovo contratto di lavoro.
Purtroppo i 30.000 destinatari di questa sperimentazione, dei quali circa 4.000 in Lombardia, saranno individuati per sorteggio, dal momento che le disponibilità finanziarie non sono assolutamente sufficienti a garantire l’Assegno a tutti i disoccupati che dovrebbero averne diritto: si conferma dunque il grave limite di tutti gli interventi di ammortizzazione sociale degli ultimi anni, ovvero la mancanza delle risorse effettivamente necessarie a garantire a tutti gli stessi diritti; senza contare che la mancanza – almeno fino ad oggi – di una regia nazionale, ha impedito la costruzione di un sistema omogeneo in tutto il territorio nazionale. Anche questa è una grave discriminazione nell’accesso agli ammortizzatori sociali.
La Provincia di Monza e Brianza si colloca comunque, a livello regionale, seconda solo a Milano per i risultati ottenuti in queste prime esperienze di politiche attive per il lavoro, che dovranno comunque portare alla costruzione di un sistema solido, efficace ed accessibile a tutti. Il sindacato vuole essere protagonista in questa costruzione, invitiamo pertanto le lavoratrici e i lavoratori interessati a rivolgersi alle decine di sportelli Cgil aperti nella nostra Provincia.