Monza, Natale sporcato da scritte contro la polizia e il sistema

24 dicembre 2016 | 11:29
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Monza, Natale sporcato da scritte contro la polizia e il sistema

“-Sbirri, + kebab”. “Ke skifo la Digos…”. Da ieri potete leggere anche queste frasi sui muri del centro di Monza. In particolare lungo la centralissima via Italia.

“-Sbirri, + kebab”. “Ke skifo la Digos…”. Da ieri potete leggere anche queste frasi sui muri del centro di Monza. In particolare lungo la centralissima via Italia l’attualità irrompe nel cuore del capoluogo brianzolo nel modo meno opportuno e decoroso. Con la parola kebab, infatti, gli ignoti scritta acab-mbautori di queste scritte sembrano aver voluto sottolineare anche il riferimento alla morte di Anis Amri, il 24enne tunisino. L’attentatore di Berlino, infatti, è stato ucciso, proprio nella notte di ieri, in un conflitto a fuoco con la polizia all’esterno della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni. Poche ore dopo, quindi, a pochi chilometri di distanza, la comparsa di questo chiaro attacco alle forze dell’ordine. Come è evidente anche dal numero 1312, scritto, sempre con pennarello nero, nei vicoli del centro storico e su una colonna del portico di piazza Trento e Trieste. Non una data storica, ma l’acronimo numerico di A.C.A.B., in cui la lettera A è l’1, la B il 2 e la C il 3. A.C.A.B. sta per “All Cops Are Bastards” ovvero tutti i poliziotti sono bastardi. Un odio generalizzato, quindi, verso chi cerca di garantire tutti i giorni la sicurezza dei cittadini. “Poliziotti bastardi!” sono state proprio le ultime parole pronunciate a Sesto San Giovanni da Anis Amri, armato e pericoloso terrorista, prima di essere colpito da Luca Scatà, uno dei due giovani poliziotti, capaci di reagire, con prontezza e sangue freddo, al fuoco aperto dal 24enne tunisino.

“Sicuramente interverremo prontamente ad eliminare queste scritte da cui ci dissociamo totalmente – afferma Antonio Marrazzo, Assessore comunale alle Opere Pubbliche e al Decoro urbano – più che la questione estetica, in questo caso, c’è da sottolineare la gravità di frasi che inneggiano alla violenza ed attaccano l’operato delle forze dell’ordine”. Nel mirino degli ignoti autori delle scritte non soltanto le forze dell’ordine. La protesta, infatti, si allarga anche al commercio e al sistema economico. “Produci, consuma, crepa” si legge due passi dal negozio “Calzedonia”. Non manca pure un velo di amarezza. “Anno nuovo, stessa vita di merda” compare sempre sui scritta-s.maria-mbmuri di via Italia in pieno centro. “Compra, da bravo” è, invece, l’ironico consiglio che imbratta parte della facciata della trecentesca chiesa di Santa Maria in strada. Anche le banche, come spessi in questi casi, sono uno dei soggetti preferiti di contestazione. Stavolta in particolare la Deutsche Bank. Che diventa “Deutsche, punk!”. Con tanto, pochi metri più in là, di consiglio ai clienti, o aspiranti tali, dell’istituto di credito tedesco, “Rubare per essere meno poveri”.

In attesa che, soprattutto in questi giorni di feste natalizie, il centro di Monza possa tornare a mostrarsi nella sua bellezza, la presenza di gruppi antagonisti-anarchici in città desta qualche preoccupazione. Le azioni dimostrative, infatti, sembrano ripetersi con una certa frequenza. Come scritta deutsche-mbdimostrano le contestazioni durante la visita i  città dell’ormai ex premier, Matteo Renzi, poco prima del referendum costituzionale (leggi qui) e i manifesti  “Essere umani come pacchi postali…deportazioni assicurate!” comparsi a luglio negli spazi delle affissioni pubbliche (leggi qui).

Naturalmente i cittadini del centro di Monza, per usare un eufemismo, non hanno gradito il raid di questi improvvisati e sconosciuti writers. E se la prendono anche con le istituzioni. “Deve finire questo scempio, in molte città si rischia di essere perseguitati, mentre da noi in questi casi c’è molto lassismo – afferma Loredana, residente di via Piermarini – il Comune si prodighi subito a ripulire visto che non sa difenderci da questi atti di teppismo, altrimenti, poi, ci teniamo queste scritte per vent’anni! Il decoro urbano è fondamentale – continua – il degrado chiama degrado”. Il messaggio è chiaro. Chi deve ascoltare, apra le orecchie.