Domani incontro sulla filantropia. Fondazione Rovati alla Triennale di Milano

1 dicembre 2016 | 12:36
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Domani incontro sulla filantropia. Fondazione Rovati alla Triennale di Milano

Il talk affronta il tema delle moderne forme di filantropia, in occasione della recente presentazione alla presenza del sindaco Beppe Sala del progetto di nuovo Museo di Arte Etrusca a Milano.

La Fondazione Rovati organizza domani 2 dicembre alle 18,30 al Teatro Agoà della Triennale di Milano l’incontro dal titolo  ” Nuove forme di filantropia per i beni culturali”. Intervengono: Mario Cucinella – MC Architects, Giovanna Forlanelli, Rovati – Fondazione Luigi Rovati, Paola Pierri – Pierri Philanthropy Advisory, Antonella Ranaldi – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana diMilano, Modera Paola Pierotti.

Passione. Metodo. Ricerca. Sperimentazione. Apertura. Partnership. Responsabilità. Impegno civile: sono le parole chiave della filantropia, che possono sembrare ovvie e scontate, ma, se combinate in una prospettiva scientifica e manageriale, sono in grado di cambiare, in piccolo e in grande, la cultura e il modo di fare cultura. 

La passione, la sensibilità di una problematica particolare, rappresentano il primo motore di ogni impresa destinata a durare. Può essere l’arte antica o la salute pubblica, il mondo femminile o quello dell’infanzia: ciò che serve sempre è una forte e determinante spinta iniziale. Eppure, qualunque passione, per quanto forte e focalizzata, non significa niente sul piano della ricaduta fattiva se non le viene associato un accurato approccio metodologico.

nuovo-museo-arte-etrusca-11Se questo approccio è dato per scontato nella creazione e nella gestione di un’azienda volta al profitto, in genere risulta meno ovvio, soprattutto in Italia, nella ideazione e nello sviluppo di progetti filantropici, intorno ai quali fioriscono diffidenze e pregiudizi. Tra cui, in primis, quello di considerare la filantropia come un hobby oppure un lusso che non richiede una particolare preparazione. Le attività filantropiche, essendo gratuite, finiscono spesso per essere identificate il risultato di una “buona volontà” estemporanea e individuale; qualcosa, cioè, che non prevede né metodo, né veri e propri obiettivi né, tanto meno, sistemi di valutazione specifici e oggettivi. E’ nostro compito smontare questi pregiudizi, e mostrare che è necessario arrivare a sperimentare e innovare davvero, aprendosi alla scoperta e allo studio di quanto già collaudato, all’analisi e alla ricerca di modelli alternativi, alla scelta di partner affidabili e complementari, alla trasparenza nella valutazione dei risultati e all’impegno responsabile a favore della collettività, che della filantropia è la vera essenza. Sperimentando proprio in questa direzione, la Fondazione Rovati sta lavorando alla creazione di un museo di arte etrusca a Milano.

L’iniziativa – che nasce da una passione originaria, l’amore per l’antichità e una importante collezione di vasi etruschi appartenente alla famiglia – è di per sé nuova anche per la Fondazione, ma trova le sue radici in una lunga storia di responsabilità sociale maturata nell’impresa, una esperienza decennale basata su progetti innovativi, e spesso visionari, sull’arte – dall’antica alla contemporanea – e sulle sue applicazioni educative e formative. Contaminare la cultura aziendale con l’amore per l’arte è stata una sfida vinta, che ha arricchito tutti e ha generato un’esperienza che trova ora continuità nella Fondazione Luigi Rovati.
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La sfida sarà realizzare un museo archeologico che non si limiti a esporre oggetti, ma faccia rivivere le nostre origini in modo moderno e dinamico, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che possono contribuire in modo suggestivo a contestualizzare il singolo reperto all’interno di un percorso storico e culturale più ampio. Il nuovo museo ambisce appunto all’eccellenza proprio perché vuol fare dello studio, del pensiero, del dialogo il suo presupposto e il suo punto d’arrivo: vuole essere un laboratorio in cui sperimentare attività nuove, attivare importanti partnership internazionali, organizzare convegni e seminari, diventare un centro di ricerca e un punto di riferimento per il restauro, ma anche un punto di incontro e di diffusione del sapere e della bellezza per la comunità, con un’attenzione particolare alla scuola, all’educational e al multimediale.
Sperimentare dunque un modello di moderna filantropia che implichi appunto progettualità, professionalità, partecipazione diretta del privato, caratteristiche ben radicate nella cultura della imprenditoria familiare italiana, ma che deve anche aprirsi ad un dialogo costruttivo di collaborazione con il pubblico, il solo in grado di applicare su larga scala nuovi paradigmi di intervento.