A Vimercate il falò di sant’Antonio incanta grandi e piccini

In numerosi sono accorsi, nonostante il freddo e l’umidità, per assistere a questo appuntamento con la tradizione.
Il ponte di san Rocco ieri sera, 17 gennaio, brillava più che mai. A illuminarlo, oltre ai sorrisi incantati di bambini e adulti, il tradizionale falò di sant’Antonio. In numerosi sono accorsi, nonostante il freddo e l’umidità, per assistere a questo appuntamento con la tradizione.
Nella suggestiva cornice del ponte romano, simbolo di Vimercate, sul greto del fiume, è stata allestita la pira. La prima fiamma è stata posta, a rispetto della tradizione, dal primo cittadino Francesco Sartini.
Ad arricchire però di magia la scena, la banda di Vimercate e alcuni cittadini hanno sfilato attraversando tutto il centro storico, nei tradizionali costumi medievali.
La folla di vimercatesi e di curiosi di altre cittadine vicine è giunta, seguendo la processione al ponte aggiungendosi a chi già dalle 8.30 aveva cercato di accaparrarsi i posti migliori per godersi lo spettacolo. Per riscaldarsi chiacchiere con amici che non si vedevano da tempo, tortelli, frittelle e vin brulè distribuito dagli Amici del Sidamo.
Sotto l’occhio attento dei vigili del fuoco e della protezione civile, una pioggia di fuochi d’artificio ha aperto lo spettacolo, anticipando solo di qualche istante le fiamme del falò scoppiettare, che si sono innalzate in cielo in tutta la loro magnificenza.
La tradizione vuole che il fuoco venga acceso nel giorno del Santo, per accogliere e invocare l’inizio della stagione dei raccolti. Dal 17 gennaio si dice anche che le giornate arrivino ad allungarsi di un’ora rispetto al solstizio d’inverno tanto che un antico proverbio popolare recita “a sant’Antonio un’ora è buona”. E se qualche nonno affianca all’accensione del famoso falò anche il tentativo di scongiurare di essere colpiti dal “fuoco di sant’Antonio” altrettanto celebre, per i più piccoli lo spettacolo è puro stupore.
Con il fiato sospeso sono rimasti tutti, grandi e bambini, fino a che anche l’ultimo soffio di fuoco non si è addormentato sul Molgora, aspettando il prossimo anno.