Carnate, per non dimenticare: la mostra su sport e nazismo

La biblioteca comunale ospiterà l’esposizione, in occasione della Giornata della Memoria. A fare da guida gli alunni della scuola media locale.
In occasione della Giornata della Memoria, che ricorre ogni anno il 27 Gennaio, Carnate ospita la mostra dal titolo “Sport, sportivi e giochi olimpici nell’Europa in guerra”.L’ allestimento, che sarà inaugurato giovedì 26 gennaio alle ore 18, vuole offrire una visione d’insieme sul legame tra sport e regimi dittatoriali durante il conflitto mondiale.
Location del percorso espositivo. composto da 28 pannelli fotografici, è la Biblioteca di Carnate. “Abbiamo scelto la Biblioteca comunale perché pensiamo che sia il luogo adatto per unire cittadinanza e mondo scolastico, con l’intento di stimolare una riflessione comune su un tema così importante. Saranno infatti gli stessi alunni dell’Istituto comprensivo di Carnate a fare da guida alla mostra. Abbiamo cercato di coinvolgere nel progetto l’intera scuola.”, spiega Anita Giuriato, assessore alla Cultura.
La mostra nasce dalla collaborazione con il “Musèe du memorial de la Shoah” di Parigi, grazie all’intervento di una professoressa di Carnate. La scelta del tema trattato, uno fra i moltissimi che si potevano scegliere per parlare della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto, è però da attribuire agli stessi alunni della scuola media. “In una lezione sulla Shoah gli alunni hanno mostrato particolare interesse per le vicende degli atleti duranti il conflitto mondiale e per la relazione tra sport e discriminazione. Da qui nasce l’idea alla base della mostra”, continua l’assessore.
Il percorso copre la fascia di tempo che va dal 1936, anno delle Olimpiadi di Berlino, fino al 1948, anno delle Olimpiadi di Londra. Parte della mostra è anche un approfondimento sullo sport nell’Italia fascista. Mussolini fu infatti il primo a capire che lo sport poteva essere usato a fini propagandistici. Hitler seguirà l’esempio del Duce: essere atleti nella Germania nazista significava incarnare il modello ideale dell'”uomo nuovo”, del perfetto appartenente alla razza ariana. Ma lo sport, oltre a essere strumento di propaganda e di inquadramento della popolazione, è strumento discriminatorio: già dal 1933 gli atleti ebrei vengono esclusi dalle società sportive tedesche. Atleti promettenti vedono la loro carriera finire, e spesso vengono deportati o perseguitati: questa la storia di sportivi come il pugile Johann Trollman o la campionessa di salto in alto Gretel Bergmann. E’ passato alla storia il caso di Jesse Owens, l’afroamericano che nel 1936 batte gli avversari tedeschi, primi assoluti nel medagliere olimpico. Vince quindi la competizione, ma soprattutto vince l’importante battaglia contro la discriminazione.
Tante le storie simili presenti nella mostra, accomunate dall’intento di illustrare il controverso rapporto tra sport e dittatura.
Orari della mostra: dal martedì al venerdì dalle 14 alle 19/ sabato dalle 9 alle 12.30.
L’ingresso è gratuito.
Qui la locandina