Usmate, lo strano caso giudiziario di Luigi Paleari e del CAI

18 gennaio 2017 | 10:00
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Usmate, lo strano caso giudiziario di Luigi Paleari e del CAI

A seguito dell’espulsione ingiustificata, aveva licenziato il CAI locale: dopo undici anni,vince il processo.

La singolare vicenda di Luigi Paleari si è conclusa con le vie cittadine tappezzate di manifesti.  A lettere cubitali si legge: “Conferma la condanna del CAI”.

Radiato dall’associazione alpina nel 2005, Paleari dopo anni di battaglia vince la causa. Nel 2001, dopo ventitré anni come Reggente della sottosezione CAI usmatese (che fa capo a Merate), Paleari decide di non ricoprire più questo ruolo, rimanendo comunque membro attivo dell’associazione. “Ma da allora, la mia presenza alle assemblee del gruppo è considerata di troppo”, racconta l’alpino. Le discussioni e il disaccordo tra Paleari e il CAI locale si fanno sempre più frequenti.

Il 12 Luglio 2005  viene espulso dalla sezione CAI che egli stesso aveva contribuito a fondare quasi trent’anni prima. 
Palearipresenta allora ricorso al Collegio dei probiviri, chiedendo l’annullamento della radiazione. Si cerca una conciliazione tra le due parti in causa, che però non avviene.
Il Presidente del CAI di Merate accusa Paleari di comportamenti scorretti e di essere stato la causa della sospensione dell’assemblea della sottosezione del 21 gennaio 2005. Dal canto suo, Paleari dichiara di sentirsi ingiustamente perseguitato dalla direzione locale.
Il Collegio delibera che la sottosezione di Usmate non aveva alcuna valida motivazione, né competenza, per radiare il socio: la radiazione viene annullata. Ma Paleari non si accontenta, vuole andare fino in fondo, sopratutto perchè sostiene di non aver chiari i motivi per cui è stato espulso.

Il 28 Febbraio 2006, la svolta
: Paleari licenzia il CAI per diffamazione alla sua persona. Nonostante non fosse più socio. A questo punto Paleari viene accusato di morosità, non avendo rinnovato il tesserino associativo: questo avviene il 18 Giugno 2006. Seguono il processo di primo grado al Tribunale di Monza nel 2009 e quello di secondo grado nel 2012, che confermano la sentenza che già era stata emessa dal Collegio dei Probiviri.
La causa adesso si è conclusa: l’alpinista ha vinto di fronte anche alla Corte di cassazione di Roma, ottenendo il risarcimento per danni morali. La somma, che comprende gli oneri per le spese processuali, è molto inferiore di quella da lui inizialmente richiesta. “In ogni grado di  giudizio non è mai emerso il motivo della mia radiazione. – insiste l’uomo – Il risarcimento non basta a ripagare il torto che ho subito, né le spese da me sostenute per l’azione legale”, spiega l’ormai ex soci.

Il Presidente generale del Cai, Vincenzo Torti commenta così l’amara vicenda : ” Da tempo i rapporti tra Paleari e la sottosezione Cai di Usmate erano tesi. Riteniamo che la reazione di Paleari sia stata eccessiva. Inoltre, è per noi motivo di offesa il fatto che lui includa nella condanna il Cai a livello nazionale, anziché la sola realtà di Usmate.”

Dopo anni, la vicenda si è conclusa lasciando però, a quanto pare, tutti scontenti.