Vimercate nasce il Parco Agricolo Nord Est (senza quello della Cavallera)

Il consiglio comunale vimercatese approva l’adesione al nuovo Parco Agricolo del Nord Est (P.A.N.E.), che vede la fusione del Parco del Molgora e del Rio Vallone. Grande assente, per ora, la Cavallera.
Sotto la sigla P.A.N.E. ora c’è una firma in più, quella di Vimercate. Nel consiglio comunale del 25 gennaio, infatti, è stata approvata la fusione del PLIS (Parco Locale d’Interesse Sovracomunale) Molgora con il PLIS Rio Vallone ed è stata ufficializzata, quindi, la costituzione Parco Agricolo Nord Est (il P.A.N.E. appunto). Rimane ancora momentaneamente esclusa la Cavallera, che però si spera possa presto unirsi al gruppo.
Il progetto, seminato, desiderato e seguito dalla precedente amministrazione vimercatese (PD) trova ora sostegno anche in quella Sartini che, almeno su questo tema, cammina sulle orme dei predecessori.
L’idea nasce infatti nel 2012, da una precisa volontà dei parchi locali: creare un grande territorio protetto, di respiro regionale. Il progetto, che nel 2013 ha presentato la sua candidatura al Bando della Fondazione Cariplo “Realizzare le connessioni ecologiche” ha visto nell’ultimo anno uno studio approfondito portato avanti dal Politecnico di Milano con agronomi, naturalisti, botanici e faunisti. Gli studi hanno permesso di creare dei corridoi ecologici per ridisegnare il paesaggio delle campagne e mettere in contatto gli animali presenti nei diversi parchi.
La rete ecologica che il P.A.N.E. va a tracciare è la base per connessioni e corridoi che servono come collegamento dei singoli parchi ed evidenzia non solo le caratteristiche delle diverse realtà ma anche e soprattutto le interconnessioni e gli scambi possibili.
L’obiettivo? Quello di valorizzare il territorio che, dagli anni del dopoguerra, ha visto un progressivo deterioramento, impoverimento delle colture e abbandono di cascine, ora per lo più diroccate e inutilizzate. La costituzione del Parco, fortemente auspicata dalle amministrazioni dei comuni coinvolti e dagli stessi PLIS, è un progetto ambizioso, una sfida, qualcosa su cui investire ma anche un atto d’amore verso l’ambiente.
Un territorio in cui oggi e anche domani, dovranno convivere parti prettamente agricole e centri urbanizzati: si spera non per contrasto ma con il tempo sempre più amalgamate. Come infatti si legge nel progetto “Solo con la percezione diffusa del nostro territorio agricolo e naturale come l’altra metà della città e non come il semplice ‘non urbanizzato’, questa sfida potrà essere giocata nell’interesse delle future generazioni.”