Cornate d’Adda, “denunciato” dalla moglie, ladro di rame in carcere

23 febbraio 2017 | 05:57
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Cornate d’Adda, “denunciato” dalla moglie, ladro di rame in carcere

L’uomo era stato condannato all’obbligo di dimora, ma la consorte ha avvisato i carabinieri della sua scomparsa.

La decisione di non rispettare l’obbligo di dimore è costato molto caro a un pregiudicato di 60 anni di Cornate d’Adda. L’uomo, pizzicato a dicembre mentre tentava di rubare rame da un cimitero della bergamasca, era stato condannato dal Tribunale monocratico di Bergamo a non abbandonare il Comune di residenza. Tuttavia, il pregiudicato ha fatto perdere le sue tracce poco prima di Capodanno, salvo poi riapparire pochi giorni dopo alla stazione di Trezzo sull’Adda dove i carabinieri gli hanno notificato la sentenza del giudice con la quale l’obbligo di dimora è stato trasformato nella carcerazione.

L’uomo era stato fermato il 20 dicembre 2016 perché sorpreso a rubare canaline di rame in un campo santo. Addosso aveva chiavi alterate, un grimaldello e altri oggetti atti a offendere. Per ragioni ancora da chiarire e nonostante il divieto del giudice, il 60enne ha però abbandonato la sua abitazione. A denunciarlo è stata la stessa moglie, preoccupata per la sua assenza. I carabinieri lo hanno individuato a Milano mentre effettuava un prelievo da un bancomat. Il Tribunale di Bergamo, informato dei fatti dai carabinieri, ha così deciso di aggravare la misura cautelare in atto sostituendola con la custodia in carcere.