Fusione Camera di commercio, fra un mese la sentenza del Tar

1 febbraio 2017 | 10:18
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Fusione Camera di commercio, fra un mese la sentenza del Tar

I giudizi entreranno nel merito del ricorso presentato dai sindacati contro l’unione degli enti di Monza, Milano e Lodi. Le spese legali sono state divise.

Prosegue senza pause la battaglia legale avviata dai sindacati brianzoli per stoppare la fusione delle Camera di commercio di Monza, Milano e Lodi. L’ultima puntata di questa telenovela iniziata la scorsa estate all’indomani delle delibere di fusione dei tre enti, è la decisione del Tribunale amministrativo di Milano di entrare nel merito del ricorso presentato dalle tre organizzazioni e di dividere le spese processuali tra le parti: cioè metà sarà sostenuta dalla Camera di Commercio, l’altra metà dai ricorrenti, cioè Cgil, Cisl e Uil.

Vittorie minime, ma che comunque stanno creando un clima di maggiore fiducia fra i ricorrenti. “Il nostro ricorso – sottolineano Maurizio Laini, Rita Pavan, Luigi Soldavini, rispettivamente segretari generali di Cgil Cisl Uil della Brianza e Marco Viganò, già segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, consigliere della Camera di Commercio brianzola in rappresentanza delle organizzazioni sindacali – poggia su presupposti validi e deve essere esaminato. Ma è positivo anche il fatto che il Tar abbia deciso per la compensazione delle spese processuali”.

La decisione del Tar milanese potrebbe essere resa nota tra un mese. La vicenda è nata dalla volontà delle tre organizzazioni sindacali di mantenere l’autonomia della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Al loro ricorso si è aggiunto anche un secondo ricorso La complessa vicenda nasce dalla volontà delle tre organizzazioni sindacali di mantenere l’autonomia della Camera di Commercio di Monza e Brianza. I sindacati avevano dapprima avanzato una richiesta di sospensiva delle delibere sia davanti al Tar di Milano, sia davanti a quello del Lazio.
In questo secondo caso il ricorso era legato al fatto che il Ministero dello sviluppo economico, con un proprio decreto, aveva recepito la fusione. Anche la Provincia di Monza e Brianza aveva dapprima promosso un intervento ad adiuvandum, cioè a sostegno delle ragioni del ricorrente, presentato dalla Provincia di Monza. La convinzione è che gli uffici di piazza Cambiaghi abbiano tutti i numeri per rimanere da soli e che la fusione con Milano penalizzi il territorio.