Leggende a Monza: le verità nascoste della città di Teodolinda

22 febbraio 2017 | 09:28
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Leggende a Monza: le verità nascoste della città di Teodolinda

Una breve raccolta delle più famose leggende che hanno segnato il tessuto narrativo di Monza.

Il Parco di Monza, è un luogo ricco di fascino e mistero, forse se il grande Leopardi fosse ancora in vita, lo sceglierebbe per ispirarsi.

Anche Monza ha i suoi misteri e le sue leggende popolari. Di seguito una breve raccolta delle più famose, che hanno segnato la tradizione popolare del territorio brianzolo.

Il Castello Visconteo 

Pare che il famoso castello Visconteo demolito dai francesi all’inizio dell’800, secondo il noto storico di Monza Ettore Radice, sia stato luogo di leggende e misteri con protagonista la Città di Monza: tempo fa, la bella moglie del castellano visconteo, si innamorò follemente di un romantico poeta, si narra che i due fossero soliti incontrarsi la sera alla fine di via visconti, dove un tempo c’erano le barche sulla riva del Lambro, il marito scoprì presto la tresca e uccise prima il poeta, e poi la moglie di cui gettò il cadavere nelle acque del Lambro. Tempo fa, prima di sposarsi col nobile, la ragazza ebbe una premunizione da parte di una strega, la quale le disse che sarebbe morta tra le braccia del suo amato, lei non ci credeva ma alla fu così: i due giacciono nelle profondità del fiume Lambro. Il marito fu trovato, secondo la leggenda, 100 anni dopo, mummificato. Anche lui presso le rive del fiume Lambro…

Mata Capina 

Pare che Mata Capina fosse una donna enorme, vestita di stracci. Era solita passare da Monza trascinando con sé un grande carro carico di oggetti, ferri e cianfrusaglie fino alla sua tana: nel Parco di Monza. Si pensa che fosse una vera strega alchimista, capace di trasformare i segreti delle piante e dei fiori in potenti medicine guaritrici: era a lei che, di nascosto sotto i rami del bel bosco, i monzesi chiedevano le migliori cure per i propri figli, parenti e amici. Ma non è sola: per cercare la strega, le fate e il gigante, bisogna aspettare il 12 settembre, data di plenilunio lunare, e poi cercare con lo sguardo nel buio: appare da lontano, nell’ombra della notte, con il carro che arranca tra le foglie silenziose.

Gamba de Legn!

C’era una volta un treno che andava da Monza a Oggiono, era sempre annunciato da un guardiano che ogni volta suonava la campana per avvertire i passanti e fare via libera. Un brutto giorno il povero guardiano cadde e fu travolto dal treno; perse la gamba – sostituita da una di legno -, ma non il suo lavoro. Continuò ad annunciare il treno e a suonare ai passanti. Tutta la gente, vedendo che zoppicava, cognò il soprannome: “gamba de legn!”

Falò della festa Giubiana – tradizione legata all’evento del Falò

Le leggenda narra la storia della Giubiana – o Giobia -. Di tratta di un rito tradizionale che prevede di dare fuoco al fantoccio di paglia dalle sembianze di una strega. Il rogo si tiene l’ultimo giovedì del mese di gennaio, è noto come la “Notte della Giubiana”. La tradizione vuole che, grazie all’azione purificatrice del fuoco, tutti i partecipanti siano liberi da eventuali influenze negative della vita.

Il fantasma della regina Teodolinda

Secondo la leggenda, il fantasma della regina Longobarda, che regnò a Monza fra il 570 e il 602 e responsabile della costruzione della basilica di San Giovanni, si aggiri per le strade della città.

Molti cittadini l’avrebbero infatti riconosciuta nella zona di Piazza Trento e Trieste. Le indagini del National Ghost Uncover avrebbero eliminato ogni dubbio. Sembrerebbe che il nobile spirito di Teodolinda si sia materializzato più volte, fra il monumento ai Caduti e il Palazzo municipale – appena sotto le finestre dell’ufficio del Sindaco. Nobile e romantica, era forse in vena di serenate?

Da quanto riportato sul sito milanofree.it, Massimo Merendi, presidente nazionale dell’associazione National Ghost Uncover – che si occupa di indagare su eventuali presenze ed eventi paranormali, con il quartier generale a Riccione, è giunto nella capitale brianzola per indagare ed approfondire la questione: tanto misteriosa quanto accattivante. Ecco quanto emerso:

“Alcuni hanno riferito di avere visto un’immagine sfocata” dice Merendi “Altri invece, sono stati più fortunati e hanno visto il fantasma a figura intera, vestita con una tunica bianca, ingioiellata e con qualcosa in testa che poteva sembrare una corona”.

L’associazione di Merendi avrebbe registrato 16 avvistamenti ufficiali del fantasma di Teodolinda, “Attenzione però” chiarisce Merendi “noi non siamo cacciatori di fantasmi come quelli americani. Il nostro compito è solo quello di registrare le eventuali segnalazioni e individuare il punto dove si sarebbero verificate le visioni, solo così si potrebbe escludere la presenza di campi elettromagnetici che potrebbero trarre in inganno”.

E voi, avete mai fantasticato sulle meravigliose ville, o sulla storia della corona Ferrea gelosamente conservata presso il Duomo o altri misteri da piccoli brividi?

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Ph. Credits by: ildialogodimonza.it