Area Donna a Cremona, per Cancro Primo Aiuto è un modello da seguire

Si è svolta ieri sera a Villa Fontana la presentazione dell’Area Donna di Cremona ai direttori generali e medici degli ospedali lombardi.
Un modello per tutti gli ospedali. È l’Area Donna creata all’ospedale di Cremona cheCancro Primo Aiuto ha voluto presentare a dirigenti generali e medici delle strutture sanitarie lombarde. L’incontro si è svolto lunedì 20 marzo a Villa Walter Fontana a Capriano di Briosco alla presenza del vicepresidente e dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Fabrizio Sala e Giulio Gallera.
«Abbiamo voluto offrire a tutti questa esperienza – ha esordito Pasquale Cannatelli, presidente del Comitato tecnico scientifico di Cancro Primo Aiuto – perché è un esempio di integrazione tra specialisti e tra ospedale e territorio; inoltre permette di fare ricerca e formazione coniugando efficacia ed efficienza».
A presentare il “modello Cremona” ci hanno pensato il direttore generale dell’ASST cremonese, Camillo Rossi e due suoi medici, il direttore di Ginecologia Aldo Riccardi e il professore di Oncologia medica Daniele Generali.
«L’Area Donna – ha spiegato Rossi – riunisce i servizi coinvolti nella prevenzione, diagnosi e cura della patologia mammaria e ginecologica. Ciò significa che al 4° piano dell’Ospedale di Cremona le donne trovano concentrati in un unico punto gli specialisti e i servizi utili alla presa in cura attraverso un approccio multidisciplinare e l’impiego di metodi riconosciuti a livello internazionale come i più validi».
Un percorso che può essere riassunto in quattro passaggi essenziali: prevenzione e diagnosi (informazione, educazione sanitaria, visita specialistica, mammografia, ecografia, esami citoistologici, ecc); approccio terapeutico (interventi mini-invasivi, chirurgia demolitiva, plastica ricostruttiva), riabilitazione psico-fisica– sociale e successivi controlli.
«L’Area donna – ha concluso Rossi – si ispira al concetto anglosassone “All in One”, ossia tutto in unico spazio. Questo consente di accorciare il fattore tempo, di avere interlocutori allineati, che interagiscono all’interno di un percorso di salute integrato».
“Applaude al progetto cremonese, che ha visto coinvolte diverse associazioni tra cui, appunto, Cancro Primo Aiuto, l’assessore lombardo al Welfare. «Ecco un esempio di come intendiamo applicare la riforma sanitaria – ha evidenziato Gallera – L’ospedale non è più solo luogo, ma uno dei luoghi in cui si assiste il paziente. È un impegno forte che porta diverse realtà a realizzare idee importanti e straordinarie in cui le associazioni hanno un ruolo che le valorizza maggiormente. Non si tratta più di essere tollerate ma di entrare a pieno titolo in un percorso di lavoro attorno al paziente».
«Questo modo di operare – ha sottolineato a sua volta il vicepresidente Sala – crea e genera un senso di comunità. Qui c’è la percezione di quanto sia importante il lavoro che si sta facendo. Le onlus non sono fondamentali solo per la raccolta fondi ma anche per la capacità di costruire un clima positivo per il paziente». E ha concluso lanciando una proposta: «Dobbiamo pensare a qualcosa per internazionalizzare ed esportare nel mondo le nostre eccellenze sanitarie. Dobbiamo e possiamo fregiarci dell’orgoglio per qualcosa di eccellente come la sanità lombarda».