Confimi e Creberg: l’obiettivo è la crescita delle imprese

Accompagnare insieme la crescita delle imprese, anche sui mercati esteri. E’ l’obiettivo che Confimi Monza e Brianza e Credito Bergamasco si sono posti in un incontro a Monza.
Viviamo in un’epoca in cui spesso i muri, reali o virtuali, sembrano essere la regola. Eppure c’è chi prova a ragionare nella direzione opposta. E cerca di costruire ponti, seppure immaginari, al posto di muri. Anche a Monza. Dove la cooperazione, in senso economico, è stata al centro dell’incontro “Banca e impresa – insieme per crescere”. Un’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Credito Bergamasco e Confimi Monza e Brianza (Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata), con un fondamentale obiettivo comune: accompagnare la crescita delle imprese italiane. Con un occhio alle opportunità per finanziare gli investimenti. E l’altro agli strumenti per farsi strada sui mercati esteri. Alla base c’è la necessità di una reciproca conoscenza di due mondi, quello delle banche e quello delle imprese, che devono imparare a dialogare sempre di più e meglio.
“Il binomio impresa e territorio è un fattore determinante per creare uno sviluppo duraturo in uno scenario competitivo globale – afferma Riccardo Chini, presidente Confimi Industria Monza e Brianza – la nostra associazione, che rappresenta a livello nazionale 28mila imprese, per 410 mila dipendenti e con un fatturato aggregato di 71 miliardi di euro, a Monza, dove nei mesi scorsi abbiamo aperto una sede, si pone l’obiettivo di fornire alle imprese servizi tecnici ad elevata qualificazione”.
L’incontro, che si è tenuto all’Helios Hotel di Monza, ha sviluppato soprattutto temi come i parametri che analizza la banca per il calcolo del rating di un’impresa e gli strumenti di finanza agevolata oggi a disposizione delle aziende in caso di investimenti. Argomenti che si intrecciano fortemente con l’internalizzazione. Che, in Lombardia, riveste un ruolo di primaria importanza. “Il valore dell’importazione in Lombardia è di 105 miliardi di euro, di cui 6,4 Monza e la Brianza, mentre quello dell’esportazione è rispettivamente 112 e 9,2 miliardi di euro – spiega Monica Crotti, Responsabile Servizio Estero Divisione Credito Bergamasco-Gruppo Banco BPM – nel 2016 la Brianza, rispetto al 2015, ha avuto un aumento dell’export dello 0,94 per cento e dell’import del 5,80 per cento”. Ecco perché il Gruppo Banco BPM ha pensato a due prodotti per aiutare le imprese a muoversi sui mercati esteri: “YouTrade Finance” e “YouWorld”. “Il primo è una nuova piattaforma dispositiva elettronica – chiarisce Crotti – consente di gestire, tramite remote banking, crediti documentari, lettere di credito stand-by, garanzie e incassi internazionali”. Ha, invece, un compito più informativo “YouWorld”. “E’ una piattaforma divisa in tre macro sezioni tematiche – afferma Alberto Nava, Specialista Estero area Brianza Divisione Credito Bergamasco – permette di trovare controparti estere, fornitori ed acquirenti, divisi per paese e settore merceologico, ma fornisce anche una serie di indicazioni su norme, dazi doganali e fiscali, approfondimenti in ambito politico istituzionale e i servizi bancari a disposizione degli importatori e degli esportatori”.
L’internazionalizzazione per un’impresa è una grossa opportunità. Ma può diventare un’arma a doppio taglio se non si riesce ad essere sufficientemente competitivi. Ecco perché all’incontro nella città di Teodolinda, che ha visto presenti anche molti consiglieri ed associati Confimi Monza e Brianza, tra i quali la Vice-presidente, Gabriella Meroni, si è parlato del sistema di incentivi. Soprattutto di quelli che si inseriscono nel Piano nazionale Industria 4.0. “E’ la cosiddetta quarta rivoluzione industriale – spiega Graziano Agazzi, Referente Credito e Finanza di Confimi Monza e Brianza – dopo le macchine a vapore, l’elettricità e l’elettronica, il cambiamento sarà determinato da automazione ed interconnessione tra tecnologie abilitanti che, grazie ad Internet, si aggregano in modo sistemico in nuovi paradigmi produttivi”. In questo contesto, che ha sviluppi ancora da definire, l’attuale sistema di incentivi si divide in due grandi categorie: le agevolazioni fiscali e la finanza agevolata. “Per le agevolazioni fiscali c’è stata la proroga fino al 2020 del credito d’imposta per la Ricerca e lo Sviluppo e fino alla fine del 2017 del superammortamento al 140 per cento e dell’iperammortamento al 250 per cento per l’acquisto di molti beni materiali ed immateriali . spiega Agazzi – per la finanza agevolata, inoltre, per le Pmi sono da registrare uno strumento nazionale come la nuova Sabatini ed uno della Regione Lombardia come Bando al via, mentre per le aziende fino a 3mila dipendenti un’opportunità interessante è il Bando InnovaLombardia”.
Alla base del sistema economico attuale c’è il rating, una parola spesso citata, ma non sempre ben conosciuta. Nonostante, dopo gli Accordi di Basilea del 2004, sia diventata lo strumento fondamentale che le banche, prima di erogare il credito, utilizzano per calcolare la perdita attesa, su cui devono fare accantonamenti a conto economico, e la perdita inattesa, su cui devono avere sufficiente patrimonio. “Dal 2012 tutti i grandi gruppi bancari si sono attrezzati con un sistema di rating interno per calcolare la rischiosità delle aziende – afferma Andrea Ferretti, Docente di Credito alle imprese, sistemi di rating e monitoraggio del credito presso la Scuola di formazione del Gruppo Banco BPM – il rating, frutto di regole matematiche ed algoritmi, non segue un unico modello, ma è tarato a seconda della segmentazione della clientela”. A determinare il rating di un’impresa sono quattro fattori: il bilancio, la centrale rischi, lo score qualitativo (prodotti, concorrenza, dissidi tra soci ecc.), l’andamentale interno (insoluto, sconfinamento, marginalità ecc.).
“Il bilancio e la centrale rischi sono elementi più matematici e hanno un peso maggiore per le imprese corporate – spiega Ferretti – lo score qualitativo e l’andamentale interno, invece, sono basati su valori più relazionali e il secondo, che riguarda il rapporto quotidiano banca/impresa, determina fino al 70 per cento dello Small Business”. Insomma le Pmi, che costituiscono il 95 per cento del sistema economico italiano, sono avvisate. State attente al bilancio, ma curate soprattutto gli aspetti legati al contatto con il vostro istituto bancario. Una relazione da cui deriva molto del futuro delle aziende italiane.