Desio, il quartiere San Giorgio contro Pedemontana

28 marzo 2017 | 00:00
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Desio, il quartiere San Giorgio contro Pedemontana

Traffico, diossina e conseguenze per la salute nell’incontro del 24 marzo organizzato a Desio dagli attivisti di NoPedemontana e Legambiente, insieme al comitato di quartiere San Giorgio.

I cantieri di Pedemontana saranno anche fermi, ma i suoi contestatori no. L’autostrada è (provvisoriamente) bloccata dalla mancanza di fondi e dalla necessità di provvedere a una bonifica sui terreni inquinati dalla diossina del disastro Icmesa del 1976: ma gli ambientalisti, e non solo, continuano a informare e sensibilizzare la cittadinanza, che risponde con interesse e preoccupazione. Come nel corso dell’incontro, organizzato e promosso dal comitato di quartiere, insieme al coordinamento NoPedemontana e alla sezione desiana di Legambiente, tenutosi a Desio venerdì 24 marzo per discutere dell’impatto che Pedemontana avrebbe sul quartiere San Giorgio.

Se i lavori di Pedemontana proseguissero come da progetto, il quartiere San Giorgio sarebbe stravolto, schiacciato dal secondo svincolo più grande d’Europa e appesantito dal traffico da e per l’autostrada, in direzione Milano, Bergamo e Lecco. Con conseguenze facilmente immaginabili dal punto di vista sia viabilistico sia ambientale e sanitario. «Il traffico di prossimità influisce tantissimo sull’inquinamento, ma è poco studiato – spiega l’epidemiologo Paolo Crosignani -. E c’è un rapporto lineare tra la quantità di particolato presente nell’aria e malattia: ha effetti biologici come infiammazioni e bronchiti, ma anche alterazioni del ritmo cardiaco».

Per non parlare dell’altra grave questione legata a Pedemontana: quella della diossina. «I campionamenti del 2016 hanno evidenziato che nello svincolo c’è un punto in cui la concentrazione di Tcdd è superiore ai 140 ng e che deve pertanto essere bonificato – riassume Giovanni Borgonovo, assessore alle Politiche di governo del territorio -. Ma come trattare il terreno circostante, che sarà movimentato per il tracciato dell’autostrada, e che non verrà bonificato perché la diossina, pur essendo presente, non supera il limite previsto per le zone industriali? Ci vorrà un piano di coordinamento di sicurezza e prevenzione, e sarà estremamente impegnativo, forse anche più della  bonifica vera e propria».

Borgonovo ha inoltre anticipato al pubblico una recente proposta di Pedemontana. «Sembra che Pedemontana stia già facendo un ragionamento sul quantitativo di terra da movimentare – spiega, riferendosi a una comunicazione della Provincia -: la nuova proposta è quella di ridurre l’impatto del trasporto della terra, reimpiegandola, per esempio, per la costruzione della trincea autostradale. Parlano di opportunità di rimodellamento, e fra queste ci sarebbe la costruzione di una “montagnetta” sullo svincolo, che prenderebbe il nome di “Monte Alpino”, fungendo da opera di mitigazione e area verde». Costruita, però, con la terra contaminata dalla diossina del 1976: secondo Borgonovo, forse una manovra per ridurre i costi e rientrare così nel piano economico-finanziario. Si tratta, comunque, solo di una proposta preventiva, non ancora approvata e neppure ufficializzata. «Sulle analisi per la diossina ci sono punti poco chiari, come la decisione di non utilizzare un laboratorio esterno per le analisi – commenta Crosignani -. Sarà difficile monitorare la situazione di una eventuale bonifica. Anche perché sappiamo tutti che la divisione in zone non rispetta la realtà: nel 76 la moria degli animali non rispettava certo i limiti della zone, era piuttosto una nuvola diffusa intorno a un punto di concentrazione maggiore. Il mio consiglio è quello di non movimentare la terra, in modo da non disperdere Tcdd. Senza contare che Pedemontana è un attrattore di traffico che, anche solo per questo, darà sicuramente problemi di salute. E nessuno ha pensato a mitigazioni di traffico».

Per gli attivisti di NoPedemontana, che hanno paragonato le compensazioni ambientali a “fiori su una tomba”, l’unico modo di difendere la popolazione dalle conseguenze dell’autostrada è impedire che venga realizzata.

In apertura, Massimo Fossati (Comitato di Quartiere San Giorgio) illustra gli effetti del futuro svincolo sul quartiere