Il Paese ritrovato: a Monza il primo villaggio per i malati di Alzheimer #video

20 marzo 2017 | 09:00
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Il Paese ritrovato: a Monza il primo villaggio per i malati di Alzheimer #video

La Cooperativa La Meridiana ha realizzato questo progetto in sinergia con le istituzioni pubbliche e private che operano nell’ambiente. I lavori dovrebbero concludersi nel 2018

Ridare dignità a chi soffre. E’ questo uno dei principali obiettivi de Il Paese Ritrovato, il villaggio realizzato dalla Cooperativa la Meridiana per la cura di persone colpite da sindrome di Alzheimer o da altre forma di demenza.

Sabato 18 marzo è stato il giorno della posa della prima pietra. Una data importante, che oltre a segnare l’inizio ufficiale dei lavori, ha acceso i riflettori su tutti i principali protagonisti del progetto. Se tutto andrà come previsto, il 2018 sarà l’anno dell’inaugurazione de Il Paese Ritrovato. Un nuovo modello di cura, che assumerà una posizione intermedia fra il domicilio del paziente e la RSA, rendendo più umana e sopportabile la condizione di chi è afflitto da demenza o Alzheimer. Mb posa pietra2 Il Paese Ritrovato non vuole essere un semplice polo medico, ma una vera e propria cittadina in miniatura in cui i pazienti potranno vivere all’interno di una comunità ricevendo allo stesso tempo le cure necessarie. Questo è quanto emerge dall’incontro che ha preceduto la cerimonia di iniziazione dei lavori, durante il quale Roberto Mauri, presidente della Cooperativa la Meridiana , ha fatto gli onori di casa. Tanti gli ospiti e gli amici della Meridiana che hanno partecipato alla mattinata. Il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala siede in prima fila in compagnia del sindaco di Monza Roberto Scanagatti, del vicepresidente di Confindustria Assolombarda Alberto Dell’Orto,  del direttore di ASST MatteoStocco e di altre personalità del nostro territorio. Dietro di loro,  una numerosa platea formata da una comunità di persone provenienti da diverse realtà: volontari, imprenditori, medici, liberi professionisti, filantropi. Anche Monsignor Silvano Provasi, arciprete del Duomo di Monza, ha partecipato alla cerimonia benedicendo la  prima pietra. Una pietra che sarà l’architrave simbolica su cui si reggerà questo rivoluzionario villaggio che ospiterà  8 appartamenti per un totale di 64 posti. Al centro del Paese ritrovato verrà collocata una piazza dalla quale partiranno i vicoli di collegamento tra le varie case. Ci sarà un bar, un parrucchiere, un minimarket e uno spazio dedicato alla preghiera e alla messa domenicale. Infine verrà realizzata una sezione destinata ai familiari che assistono il malato al proprio domicilio. Una piccola isola di pace costantemente monitorata a livello scientifico da tre enti altamente qualificati: il CNR, il Politecnico di Milano e la fondazione Gioigi Cenci. Mb posa prima pietra1 Oltre ad adottare un modello di cura rivoluzionario, il progetto portato avanti dalla Meridiana presenta in sé delle caratteristiche che lo rendono un buon esempio di welfare. Si pensi infatti che la struttura che sorgerà il prossimo anno in Viale Elvezia (poco distante dalle sede del Progetto SLAncio) costerà oltre 8,5 milioni di euro. Momentaneamente ne sono stati coperti circa 6, in grandissima parte provenienti dalle donazioni di famiglie radicate nel territorio e dedite alla beneficenza da diverse generazioni.
L’apporto di alcune famiglie illuminate è fondamentale– ha chiarito nel suo intervento Roberto Mauri– Dobbiamo pensare di rivalutare la storia del nostro territorio e riproporre modelli del passato che avevano la loro ragion d’essere e che oggi possono tornare di moda”.

Un pensiero confermato dalle parole di Giovanna Forlanelli Rovati, Presidente Comitato di Garanzia de Il Paese Ritrovato, che spiega ai nostri microfoni come da parte delle famiglie coinvolte non ci sia alcuna mania di protagonismo, ma, al contrario, si cerchi di fare quadra per il raggiungimento di un obiettivo comune. L’aspetto solidale, che è l’elemento fondante del progetto, viene risaltato dalle parole di Nella,  che ha raccontata la sua esperienza  vissuta accanto al marito malato di Alzheimer. Dalla sua testimonianza, si capisce come troppo spesso non siano solo i malati ad essere lasciati soli, ma anche i loro familiari. “Mi sarebbe piaciuto  – ha concluso Nella visibilmente commossa – che anche mio marito fosse stato “cittadino” de Il Paese Ritrovato”. Mb Prima pietra 4

Nel mondo  i dati relativi alla demenza sono in costante aumento. Si calcola un nuovo caso ogni 4,1 secondi. Per questo modelli di cura come quello de Il Paese Ritrovato potranno fare la differenza. Anche in un’epoca in cui la morte sembra voler affermarsi come diritto, c’è chi lotta per preservare la dignità della persona nel rispetto assolto della vita umana.