Kflex: l’azienda non va a Roma per l’incontro con il Ministero

Terzo tavolo di confronto tra azienda e lavoratori al Mise a Roma: questa volta però i rappresentanti aziendali non ci saranno. Continua lo sciopero, dopo più di 50 giorni.
Ennesima delusione per i lavoratori K-flex, l’azienda di Roncello che sta licenziando 187 persone e delocalizzando in Polonia. I vertici aziendali non saranno presenti all’incontro previsto per domani al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma. La protesta di 200 tra lavoratori e sindacalisti che si è svolta ieri davanti alla sede di Assolombarda non ha quindi avuto l’effetto sperato: la multinazionale conferma le sue decisioni.
La notizia è stata diffusa oggi dall’azienda tramite un comunicato, nel quale si legge: “Non avendo novità da comunicare riguardo alla propria decisione di cessare l’attività produttiva del sito di Roncello già espressa e confermata nel corso dell’incontro del 3 marzo scorso, K-FLEX non parteciperà all’incontro convocato il 15 marzo. K-FLEX conferma la disponibilità al dialogo e sollecita la prosecuzione del confronto in sede sindacale con le Organizzazioni Sindacali e la RSU al fine di trovare soluzioni idonee ad attenuare l’impatto sociale con un piano di incentivazione e strumenti di politiche attive aggiuntivi a quanto messo a disposizione dalla Regione Lombardia”.
Al cinquantesimo giorno di presidio permanente è ora difficile per i lavoratori vedere la luce in fondo al tunnel. L’azienda d’altronde aveva più volte confermato la sua posizione, anche nel recente incontro tra Maroni e l’amministratore delegato della K-flex Carlo Spinelli .
Ieri, 13 marzo, inoltre l’azienda si è resa colpevole di un altro episodio: ha negato l’accesso ai rappresentanti sindacali nei locali all’interno della sede di Roncello dedicati alle attività sindacali. L’accaduto è stato poi denunciato alle autorità competenti da Matteo Moretti di Filctem Cgil. L’azienda però sostiene di non aver mai ostacolato le legittime attività sindacali e di non star trasportando nessun materiale o macchinario al di fuori della sede di via Leonardo da Vinci al fine di spedirlo in Polonia. Insomma, i rapporti tra sindacati e azienda sembrano essere sempre più tesi.
Sempre ieri si è svolta una manifestazione davanti ad Assolombarda. In questa occasione il segretario generale della Femca Cisl Monza Brianza, Massimo Ferni, ha così commentato la situazione: “Domani arriveranno le buste paga per i lavoratori K-Flex, ma il loro importo sarà pari a zero, perché da quasi due mesi sono in sciopero contro un’azienda che ha dimostrato di essere, come si diceva una volta, il “padrone della ferriera”. Alla manifestazione erano presenti anche i segretari generali delle varie associazioni sindacali, tra i quali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani. In particolare, Emilio Miceli, segretario generale di Filctem Cgil ha definito la vicenda K-flex come un esempio di “delocalizzazione assistita”, riferendosi al fatto che in questi anni l’azienda ha ricevuto fondi pubblici che poi avrebbe investito all’estero.
Lo sciopero dei lavoratori, dopo quasi due mesi, continua, ma ormai il loro destino sembra essere segnato. L’azienda non retrocede.