Nuova vitalità al cinema comico italiano: torna Maccio Capatonda

Ambientato nello sperduto paese di Acitrullo, la pellicola mostra come un falso omicidio può, sconvolgere e allo stesso tempo far rinascere un paese di sedici anziani abitanti.
Ambientato nello sperduto paese di Acitrullo (luogo che per molti aspetti ricorda la Scagliena di Pane, Amore e Fantasia di Luigi Comencini), la pellicola mostra come un falso omicidio può, attraverso l’intervento dei media, sconvolgere e allo stesso tempo far rinascere un paese di sedici anziani abitanti.
Con Omicidio all’italiana Maccio Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia) riesce a spingersi un passo più in la rispetto alla comicità nonsense alla quale ha abituato i suoi fan, aggiungendo al suo stile comico una serie di soluzioni formali che si rifanno più al “cinema vero” e meno ai video di YouTube.
Se da un lato non mancano le gag comiche e i nuovi tormentoni in pieno stile Capatonda, dall’altra il regista affida a alla giornalista Donatella Spruzzone e alla poliziotta Gianna Pertinente (rispettivamente interpretate da Sabrina Ferilli e Roberta Mattei) il ruolo chiave di personaggi “seri”, ai quali viene dato il compito di bilanciare la carica comica della restante parte del cast.
Più del precedente Italiano medio, la pellicola riesce a giocare abilmente sul confine tra satira e nonsense, sostenendo la partita fino al novantesimo senza momenti morti nel corso della narrazione. La risata dai risvolti amari che nei precedenti lavori di Macchia era spesso solo accennata, in Omicidio all’italiana acquista legittimità e rivela tutto il suo potenziale, anche grazie ai due personaggi di cui sopra.
All’interno del panorama del cinema comico italiano, questo film è un’ottima dimostrazione del fatto che è in Italia è ancora possibile fare comicità con prodotti freschi e originali.
Andrea Mauri – Redazione di 1977 magazine – per altri articoli clicca qui.