Seregno Calcio si cambia, Carmine Castella è il nuovo presidente. Intervista

Paolo Leonardo Di Nunno non è più il presidente dell’Us 1913 Seregno Calcio. Al suo posto c’è Carmine Castella, che abbiamo intervistato.
Paolo Leonardo Di Nunno non è più il presidente dell’Unione Sportiva 1913 Seregno Calcio. In seguito alle sue dimissioni l’Assemblea dei soci ha nominato al suo posto il direttore sportivo Carmine Castella, ex vicepresidente della Società Sportiva Monza 1912.
Castella, 48 anni, vive a Perticato, frazione di Mariano Comense, dove ha sede anche la sua azienda che opera nel settore della climatizzazione. L’imprenditore brianzolo ha trasmesso la sua passione per il calcio al figlio Michelangelo, difensore cresciuto nelle giovanili della Vis Nova Giussano, dell’Atalanta, del Lecco, del Como e del Monza, nella scorsa stagione in forza prima nella Folgore Caratese e poi nel Seregno e nell’attuale, dopo aver svolto la preparazione estiva con l’Ardor Lazzate, militante prima nella Pro Sesto e poi di nuovo nel Seregno.
Nel 2012 Carmine Castella fu uno dei fondatori della Cento Bluceleste, la società che salvò il Lecco dal fallimento, evento poi comunque verificatosi 3 mesi fa con la proprietà di Daniele Bizzozero, tra l’altro ex presidente del Seregno. Nel 2015, invece, fu tra i fondatori (assieme a Nicola e Felice Colombo e al Comitato Cuori Biancorossi) del Monza 1912, del quale ha detenuto il 15% delle quote fino alla scorsa estate e del quale è stato vicepresidente fino a fine febbraio 2016.La nuova stagione l’ha visto traslocare a Seregno in qualità di direttore sportivo, portandosi dietro l’ex team manager del Monza (ed ex presidente dei “Cuori Biancorossi”), Matteo Fraschini, per lo stesso ruolo.
La squadra azzurra era data tra le favorite alla vittoria del Girone B di Serie D ma, aldilà del travolgente campionato del Monza, inserito nello stesso gruppo, qualcosa non ha funzionato a dovere perché gli uomini allenati da Matteo Andreoletti, per due partite sostituito da Antonio Criniti, hanno perso contatto quasi subito con le prime posizioni e difficilmente riusciranno anche a qualificarsi per i play-off, peraltro utili solo a definire una graduatoria per eventuali ripescaggi. La delusione dei tifosi, oltre che della dirigenza, per i risultati non all’altezza delle ambizioni è così montata in contestazione aperta, al punto che Di Nunno ha deciso di lasciare la presidenza e, probabilmente, anche la proprietà del sodalizio ultracentenario. Oltre a lui si sono dimessi il figlio Biagio da amministratore delegato e Marco Paolo Puleo da responsabile del settore giovanile.
A Castella abbiamo dunque chiesto cosa sta succedendo a Seregno…“Nelle scorse settimane sono stato convocato dal presidente che mi ha comunicato che non avrebbe ritirato le dimissioni. In qualità di socio unico del 1913 Seregno mi ha chiesto se accettavo di traghettare il club fino al termine della stagione sportiva. Gli ho risposto di sì e così sono diventato il nuovo presidente del club, mentre Fraschini è diventato il nuovo amministratore delegato. Nel Consiglio di amministrazione restano il presidente onorario Maurilio Paci e il vicepresidente Giuseppe Denova. Mi dispiace per la decisione di Di Nunno perché in 3 anni e mezzo a Seregno ha fatto un ottimo lavoro, estinguendo i debiti ereditati e ottenendo buoni risultati sportivi: un secondo e due terzi posti nel girone lombardo di Serie D dopo i play-off e la qualificazione al secondo turno preliminare di Tim Cup eliminando il Padova di categoria superiore”.
Quando Di Nunno deciderà se lasciare anche la proprietà del Seregno e chi verrà dopo di lui? “Credo che la decisione sia imminente. La continuità è assicurata dal fatto che io sono disponibile a rilevare la maggioranza delle quote e ci sono altri potenziali acquirenti, come lo stesso Fraschini, per le quote di minoranza. Poi, però, se nei prossimi giorni arrivasse uno con tanti soldi io mi farei da parte senza problemi. Insomma, se Di Nunno lasciasse io sarei pronto, ma se non lasciasse io sarei contentissimo per la città di Seregno perché un ‘patron’ come lui non si trova facilmente”.
Il direttore generale Emanuele Riboldi resterà al suo posto? “Finché il proprietario sarà Di Nunno sì, dopodiché decideranno il nuovo ‘patron’ e lui. Io vorrei che rimanesse. Salvo sorprese, prossimamente entrerà nell’organigramma la figura di Danilo Riboldi come direttore marketing. Per il resto non sono previste novità. Dunque smentisco categoricamente di aver parlato con direttori sportivi per la mia sostituzione in quel ruolo. Il nuovo d.s. lo sceglierà il nuovo proprietario”.
In questo periodo di traghettamento che operazioni ha intenzione di compiere? “Desidero proseguire il lavoro avviato da Di Nunno e dunque portare avanti il progetto di trasformazione del campo d’allenamento in erba naturale del Centro sportivo comunale Seregnello, che attualmente è in pessime condizioni al punto che la prima squadra è costretta ad andare ad allenarsi a Bovisio Masciago, in un campo in erba sintetica. Ne ho già parlato col sindaco Edoardo Mazza”.
Si parla anche dell’avvio di una collaborazione per il settore giovanile con l’Atalanta… “Sarà con una società di Serie A ma non con l’Atalanta”.
Se diventerà lei il proprietario del club, che obiettivi sportivi si porrà per la prima squadra? “Di quelli non parlo finché non sarò il proprietario del Seregno…”.
Col “1913” ormai matematicamente fuori dalla lotta per la promozione, fa il tifo per il Monza? “Certo. Sono contento che vinca il campionato, perché ormai l’ha vinto… Ricordo a tutti che il direttore sportivo Filippo Antonelli Agomeri l’ho portato io al Monza. Un anno fa, quando mi dimisi da vicepresidente del club biancorosso, dissi che ‘Pippo’ è una brava persona e che ero convinto che poteva fare meglio di quanto fatto sino ad allora. Adesso tutti si accorgono che è bravo… Sono felicissimo anche per il presidente Nicola Colombo perché se lo merita. L’anno scorso mi ha fatto incacchiare che veniva preso in giro da alcuni tifosi e giornalisti”.
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