Cesano Maderno, quando la burocrazia frena la voglia di fare

6 aprile 2017 | 00:02
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Cesano Maderno, quando la burocrazia frena la voglia di fare

Nel 2014 un gruppo di cittadini si era offerto di dare una mano nella fase di post-emergenza idrica: ma sono stati fermati perché “avrebbero dovuto strutturarsi in una onlus”.

Martedì 28 marzo si è tenuto a Cesano Madernoun incontro informativo sul rischio idrico. La serata, rivolta alla cittadinanza e sponsorizzata, tra gli altri, da Agenzia Innova21 e Fondazione Lombardia per l’Ambiente, era stata pensata come una risposta agli allagamenti ed esondazioni degli ultimi anni, a partire da quelle, memorabili per la loro drammaticità, dell’estate del 2014.

Lo scopo era quello di sensibilizzare e rassicurare, ma non tutti si sono mostrati d’accordo con la visione dei relatori. «Regione Lombardia, insieme ad Aipo e ai singoli comuni, è pronta ad affrontare le emergenze – ha affermato Davide Cereda, del comune di Cesano, relazionando il pubblico sul ruolo delle istituzioni nel prevenire il rischio idrico -. La Regione emana regolarmente dei bollettini meteo evidenziando qualunque situazione di rischio».

 «Non è vero che è pronta – ha controbattuto polemicamente, in fine serata, il cesanese Simone Toninato -. Così come non è vero – ha proseguito rivolgendosi a Massimiliano Bachis, comandante responsabile operativo della Protezione civile locale – che i privati cittadini possono fare molto per aiutare: nel 2014 avevo riunito in poche ore 80 persone che sarebbero state disponibili a dare una mano nell’emergenza, ma mi è stato risposto che, per renderli operativi, avrei dovuto fondare una onlus».

Durante le esondazioni del Seveso e del Comasinella dell’estate 2014, Toninato aveva avuto l’idea di formare un gruppo, soprannominatosi “SOS Cesano” per dare una mano a chi avesse subito dei danni. «La vera emergenza per la maggior parte dei cittadini comincia dopo – spiega -. Penso alla signora anziana che ha bisogno di qualcuno che le dia una mano a pulire, o a sistemare i mobili danneggiati». Toninato racconta di essere riuscito a riunire imbianchini e falegnami, ma anche persone disposte a pulire, lavare e stirare, per dare una mano a chi avrebbe fatto fatica, da solo, a riparare ai danni fatti dall’acqua.

Un gruppo determinato che, però, non è nemmeno mai nato: colpa della burocrazia. «L’idea di “SOS Cesano” mi piaceva tantissimo – ammette Bachis -, ma senza un’assicurazione diventerebbe rischioso per tutti. Se qualcuno si facesse del male in un’operazione del genere la colpa ricadrebbe su chi era con lui in quel momento: le conseguenze potrebbero essere pesantissime». «La burocrazia ha messo un freno alla voglia di fare – confessa Toninato -: un peccato, perché sarebbe stato un bel modo anche per favorire il legame tra le persone».

Forse, sembra suggerire Toninato, si potrebbe trovare un modo per far sì che chi lo desidera riesca a dare una mano, senza essere costretto a irrigidirsi in strutture associazionali.