Meda, Erasmus: “un’opportunità da cogliere al volo”. Le voci del Milani

Con il progetto IMAGINE gli studenti dell’istituto professionale Milani fanno esperienza di mobilità lunghe e brevi tramite scambi con coetanei europei.
Per Sharon è diventato un modo per avere più fiducia in se stessa, per aprirsi di più agli altri: insomma, per crescere. Per Erika, invece, era semplicemente «un’opportunità da prendere al volo», una di quelle cose che ti succedono una volta nella vita, «e poi quando ti ricapita un’occasione così?».
Studentesse dell’istituto professionale Milani di Meda, rispettivamente al secondo e terzo anno, Sharon ed Erika hanno partecipato al progetto I.M.A.G.I.N.E., che prevede collaborazione e scambi culturali tra 10 istituti in tutta Europa: negli ultimi due mesi hanno ospitato due coetanee francesi, Catlin e Amandine, che, subito dopo Pasqua, le ospiteranno a loro volta fino a metà giugno nel Licée Baradat della loro città, Pau, nel sud ovest della Francia.
Un’esperienza di mobilità lunga, pensato come un arricchimento culturale, e che va ad affiancarsi alle altre iniziative di I.M.A.G.I.N.E., che è giunto con il 2017 al suo terzo e ultimo anno: come, per esempio, scambi di appena 6 giorni, la creazione di un’app e di un gioco multimediale interattivo, per approfondire la conoscenza del territorio e di quel che significa sentirsi europei. Poi, certo, c’è anche la questione linguistica: entrambe le ragazze riconoscono di aver imparato tantissimo grazie al dialogo continuo con delle francofone. E non solo loro: «Molti miei compagni hanno chiesto spiegazioni su cose che non capivano – spiega Sharon Castagna (II B) -. E quando ho studiato con Catlin per l’interrogazione di francese… beh, non sono mai andata così bene!». Tutta la scuola, infatti, viene coinvolta nell’accoglienza, vissuta con grande entusiasmo: «Tutti si buttano di più – conferma Erika Ciceri (III G) -. La mia classe è stata particolarmente calorosa… ma tutti contribuiscono a far sentire “a casa” i nuovi arrivati».
Il bilancio, secondo la professoressa Maria Rosaria Annunziata, insegnante di inglese e referente di progetto Erasmus +, è stato totalmente positivo, tanto da valutare se sia possibile replicare l’esperienza, finora finanziata dalla comunità europea. «Per alcuni ragazzi sono anche docente curricolare, e li ho visti cambiare tantissimo – afferma Annunziata -. Hanno sviluppato capacità di organizzazione e autonomia, oltre alle competenze linguistiche, ma soprattutto sono diventati più consapevoli di essere cittadini europei, imparando a valorizzare il proprio paese e a confrontarsi con gli altri».
Sfidando prima di tutto le insicurezze tipiche dell’adolescenza. «All’inizio ero scettica, non mi sentivo all’altezza, poi, anche grazie al sostegno dei miei, mi sono resa conto che era un’occasione da non perdere – racconta Erika -. Ho accolto Amandine coinvolgendola nella mia vita quotidiana: amici, palestra, abitudini. Siamo diventate molto unite, e questa è una sicurezza in più, una buona base per la partenza: ora non vedo l’ora. Per me è un percorso di crescita importante, anche perché è un’esperienza che non capita tutti i giorni». «Io invece non dovevo nemmeno essere coinvolta nel progetto: poi un ragazzo non ha potuto partecipare e gli sono subentrata io – continua Sharon -. Ero contentissima, l’anno scorso la mia scuola aveva ospitato due ragazze finlandesi ed ero rimasta affascinata da quell’esperienza. Io e Catlin siamo entrambe piuttosto riservate, ma abbiamo legato molto, e io mi sento più sicura di me: l’hanno notato anche i miei prof».
Nelle foto, le studentesse Erika Ciceri e Amandine Mesas (foto di apertura) e Sharon Castagna e Catlin Leconte (all’interno dell’articolo) con le insegnanti della commissione Erasmus+