Ospedale San Gerardo: nuovo ecografo 3D per la cura del seno

Il macchinario è in dotazione presso il Servizio di Radiologia e Diagnostica.
È in dotazione presso il Servizio di Radiologia e Diagnostica un nuovo ecografo dalla tecnologia innovativa che permette di effettuare lo studio tridimensionale dell’intero volume del seno, aumentando la sicurezza diagnostica nello studio del tessuto mammario per la prevenzione e la diagnosi delle patologie oncologiche del seno.
L’ecografo ad alte prestazioni, accoppiato ad un sistema per l’ecografia mammaria con ricostruzione dell’immagine in 3D in maniera automatica, aiuta i professionisti ad identificare lesioni o altre aree di interesse nel tessuto mammario, con efficienza e valore dei risultati. Uno scanner viene posizionato sulla mammella ed effettua una scansione automatica di un’area di circa 15 cm x 17 cm per produrre immagini volumetriche ad alta risoluzione del seno. Una singola scansione dura meno di un minuto; l’intero esame, costituito da più scansioni per mammella, dura meno di 10 minuti per lato. Totalmente indolore.
I vantaggi sono notevoli, innanzitutto per lo studio più accurato delle eventuali lesioni, con una visione completa e bilaterale di tutta la mammella, per fornire un’informazione più simile a ciò che vede il chirurgo senologo durante l’intervento. L’analisi della rigidità dei tessuti malati, combinata con l’esame 3D aiuta il medico a distinguere tumori solidi, cisti o altre aree di interesse durante l’esame ecografico della mammella con la sicurezza di avere esaminato tutto il seno.
“L’ecografo 3D – spiega Matteo Stocco, Direttore Generale della ASST di Monza – diventerà presto patrimonio dell’azienda anche grazie ad una raccolta fondi promossa da alcune Onlus che aiutano la Breast Unit e il San Gerardo. Grazie a questo ecografo andremo a potenziare la strumentazione già all’avanguardia della nostra struttura”.
“Ci siamo fortemente impegnati per avere a disposizione questa apparecchiatura sofisticata perché alla nostra Breast Unit giungono spesso casi che non hanno trovato adeguata conclusione presso altre strutture, per chiedere quella che viene definita la “second opinion”, un’altra opinione. Volevamo avere a disposizione, appunto per i casi più difficili, una ulteriore tecnologia che si aggiunge a quelle già presenti in ospedale: mammografia, risonanza magnetica, mammotome – spiega il dott. Riccardo Giovanazzi, direttore della Breast Unit di Senologia della ASST di Monza. Il dott. Rocco Corso, Direttore della Struttura complessa di Radiologia insieme alla sua collaboratrice, la d.ssa Anna Abate che si occupa nello specifico di radiologia senologica, hanno subito creduto in questa nuova strada e il passo per sperimentarla è stato compiuto. Ad oggi la procedura è riservata a casi che vengono selezionati all’interno del percorso diagnostico e non è, per ora, una procedura prenotabile presso il Cup”.