Nova, se ne va un pezzo di storia: demolito il vecchio oratorio “San Bernardo”

5 aprile 2017 | 06:00
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Nova, se ne va un pezzo di storia: demolito il vecchio oratorio “San Bernardo”

La demolizione dello storico edificio oratoriale ha fatto stringere il cuore a chi ha vissuto l’infanzia nel quartiere. Fabrizio Pagani, assessore al bilancio: “L’idea è quella di creare una piazzetta con parcheggi”.

Un pezzo di storia di Nova Milanese se ne va. Il vecchio oratorio San Bernardo, sostituito da sei anni a questa parte dalla nuova e bellissima struttura di via Venezia, non c’è più.

Demolito sotto i colpi delle ruspe, l’edificio di via Favaron, in cui tantissimi ragazzi e ragazze novesi avevano passato gli anni più spensierati della loro vita, è ormai un cumulo di macerie. E piange il cuore a vedere ridotto così un pezzo di vita della comunità.

L’ormai anziano spazio di aggregazione era in disuso da anni, da quando appunto il nuovo oratorio aveva preso il suo posto. Ma il “Sambe”, così chiamato affettuosamente dai ragazzi della zona, non è mai stato dimenticato. Ceduto da qualche anno dalla parrocchia al Comune, “il vecchio” San Bernardo era stato, però, lasciato all’incuria. Fino alla decisione di ieri, lunedì 3 aprile: troppo attempato per il recupero, via alla demolizione.

oratorio san bernardo

Un’immagine toccante per chi ha assistito dal vivo all’abbattimento e per chi ha visto la foto postata su Facebook. Un’istantanea che nei cuori e nelle menti di tutti ha riavvolto il nastro della memoria riportando alla luce ricordi di un tempo felice ormai passato, ma che farà sempre parte della storia di una comunità.

Istanti di un’infanzia giocosa riaffiorano e rivivono negli aneddoti delle generazioni che hanno vissuto il mitico San Bernardo. Le amicizie nate durante l’oratorio estivo, i giochi, gli scherzi innocenti, le risate, le feste in cui ci si conosceva tutti, ma soprattutto le persone che hanno lasciato una traccia profonda e che hanno fatto dell’oratorio di via Favaron una seconda casa per moltissimi novesi. Tutte immagini di una fanciullezza gioiosa e un po’ nostalgica che rendono bene l’idea di quanto quel piccolo e semplice spazio abbia significato nella vita e nella crescita di quelli che oggi sono uomini e donne.

oratorio san ernardo

Le persone che hanno lasciato un segno, appunto. Come dimenticare dunque don Valerio e Madre Emma che per anni sono stati l’anima di San Bernardo? Impossibile cancellare l’affetto dei parrocchiani per un uomo e una donna che sono stati guide, amici, educatori, insegnanti.

Insomma, nelle parole e nei ricordi di chi ha vissuto il San Bernardo, di chi ha respirato quell’aria lieta, di chi ha passato i pomeriggi a prendere a calci un pallone nel campetto dell’oratorio c’è tutta l’emozione di chi vede scomparire una testimonianza della propria infanzia.

Belle e rincuoranti, a tal proposito, le parole di don Luigi, il parroco di Nova Milanese: “Quando si rompe qualcosa che è legato all’infanzia, qualcosa che sentivi casa tua, certamente si prova tristezza. Ma l’oratorio è fatto soprattutto di persone. Non importa che sia grande o piccolo, bello o brutto. L’importante sono le persone come don Valerio e Madre Emma, come i catechisti, come gli amici che rimarranno per sempre nel cuore”.

oratorio san bernardo 2

Ed ora che ne sarà dello spazio lasciato vuoto dall’oratorio? A spiegarlo ai microfoni di MBNews è stato Fabrizio Pagani, assessore al Bilancio di Nova Milanese, da trent’anni membro della comunità pastorale di San Bernardo: “L’idea sarebbe quella di creare un piazzetta accogliente con un’area verde che rispetti la storicità della chiesetta di San Bernardo (costruita addirittura attorno al 1600, in occasione della visita pastorale del cardinale Federico Borromeo a Nova, ndr). Oltre a questo si pensa alla creazione di uno spazio parcheggio, per ovviare alla carenza di posti auto della zona. Per ora si procederà alla pulizia dell’area. Successivamente, nei prossimi bilanci, vedremo di trovare i soldi per intervenire nella riqualificazione. Per quanto riguarda la demolizione, l’edificio era ormai in disuso e oggettivamente poco sicuro per essere riutilizzato.”