Nova, tensione tra Rsa San Francesco e comune: scatta la procedura di arbitrato

18 aprile 2017 | 00:01
Nova, tensione tra Rsa San Francesco e comune: scatta la procedura di arbitrato

L’amministrazione accusa la casa di riposo di non adempiere all’obbligo di riservare il giusto numero di posti letto gratuiti in favore del comune. Controversia affidata ai legali.

È scontro totale e senza esclusione di colpi tra la casa di riposo San Francesco e l’Amministrazione comunale di Nova Milanese. A scatenare la diatriba tra le due parti, la decisione di via Giussani di avviare le procedure legali nei confronti della residenza per anziani di via Prealpi.

Pomo della discordia, l’interpretazione di una convenzione stipulata anni addietro tra i due soggetti. Secondo questo documento, infatti, il gerocomio dovrebbe riservare 11 posti letto gratuiti a persone anziane in condizioni socio-economiche precarie, indicate queste ultime in una graduatoria dai servizi sociali novesi. In sostanza, ogniqualvolta si liberi un posto letto della casa di riposo, quest’ultima è tenuta a segnalarlo al comune che, sulla base di una lista di candidati, inoltra alla San Francesco il nominativo del nuovo ospite. Quest’ultimo sarà accudito gratuitamente grazie ai contributi di Regione Lombardia e alla quota sociale a carico del comune. Un patto che sembrerebbe aver funzionato perfettamente e senza fraintendimenti fino a quando Regione Lombardia ha comunicato, l’11 aprile scorso, alla San Francesco di essere stata accreditata ufficialmente come comunità psichiatrica. Fatto, quest’ultimo, che porterebbe i famosi posti letto gratuiti da 11 a 12, ma solo a partire dal sesto mese successivo all’accreditamento; ossia il prossimo ottobre.
Ed eccoci al primo motivo scatenante la controversia: il numero di posti gratuiti. Il comune accusa la residenza di essere inadempiente agli obblighi della convenzione perché starebbe negando ai servizi sociali il dodicesimo posto letto gratuito. Posto che, come già visto e reso noto dal presidente della casa di riposo, Mario Pozzoli (nella foto in basso), scatterebbe solo a partire da ottobre. pozzoli san francescoMa i misunderstanding non finiscono qui. Già, perché l’altra questione al centro della polemica è la provenienza degli ospiti da accudire gratis. Come visto, stando alla convenzione, liberatosi un posto letto il comune dovrebbe impugnare la lista di nomi aventi diritto e segnalare una persona all’alloggio per anziani. In passato, però, sembrerebbe essere stata prassi consolidata da parte dei servizi sociali indicare come propria scelta una persona già ricoverata e non un nuovo ingresso.

Modalità scelta anche in questa occasione ma che, come spiega il presidente Pozzoli, penalizzerebbe economicamente la San Francesco: “Se un nostro ospite pagante viene preso in carico dai servizi sociali passando alla condizione gratuita, per noi diventa un danno economico. Cosa che non si verificherebbe se il comune segnalasse un nuovo ingresso, perché rientrerebbe all’interno degli accordi della convenzione. La sostituzione che vorrebbe il comune è stata applicata in via del tutto straordinaria per una o due volte tempo fa. Ma la convenzione dice che il nome deve provenire da una lista e deve comportare un nuovo ingresso, non una sostituzione di condizione.” Foto-Rosaria-Longoni_articleimage

Di tutt’altro avviso il sindaco di Nova Milanese, Rosaria Longoni (a sinistra): “Mi stupisco delle parole di Pozzoli e mi dispiace di come si siano evoluti i fatti, ma abbiamo sempre agito in questo modo, non capiamo cosa sia successo”. Sta di fatto che, come prevede la convenzione, spetterà a un collegio arbitrale dirimere l’intricata questione. Il comune ha già scelto il proprio avvocato; ora la palla passa alla San Francesco. Vedremo chi ne uscirà vincitore, ma le parole con cui ci saluta il presidente della casa di riposo lasciano intendere che i rapporti tra Amministrazione e la San Francesco sono irrimediabilmente incrinati: “Questa è la dimostrazione – ha affermato Pozzoli – che non siamo simpatici a tutti all’interno dell’ente locale. In tanti anni di attività e collaborazione mai i servizi sociali hanno visitato la nostra struttura. Questo è puro menefreghismo”.