Bilancio partecipativo, quel maldipancia del quartiere Libertà…

19 maggio 2017 | 10:21
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Bilancio partecipativo, quel maldipancia del quartiere Libertà…

Chiaverri è la promotrice del progetto”Integrazione culturale e generazionale=Libertà!”, non finanziato dal Comune. Ad MBNews fa la sua denuncia.

La libertà è partecipazione. Lo cantava Giorgio Gaber in una famosa canzone degli inizi degli anni ’70. Ma se si parla del quartiere Libertà a Monza e del Bilancio partecipativo, l’iniziativa del Comune di Monza, che mette a disposizione delle idee vincitrici un milione di euro complessivo (vedi qui), non è detto che il concetto si realizzi al cento per cento.

Fuor di metafora, la seconda edizione del Bilancio partecipativo, ad un mese dalla proclamazione dei 50 progetti vincitori (leggi l’articolo), genera ancora qualche perplessità. Almeno secondo la segnalazione fatta ad MBNews da Laura Chiaverri, promotrice del progetto “Integrazione culturale e generazionale = Libertà!”. L’obiettivo, come si evince dalla descrizione sul sito dedicato al Bilancio partecipativo, è organizzare corsi per giovani e anziani, italiani e stranieri. Dal canto per ragazzi dai 14 ai 25 anni all’alfabetizzazione informatica per over 50, dalla netiquette all’italiano per genitori stranieri con figli in età scolare. Fino al coro per i bimbi dai 6 ai 10 anni, all’arte murale e alla consulenza legale gratuita.

Il tutto nell’ambito delle attività del Gruppo Spontaneo Libertà. Con sede naturale il centro Civico Liberthub. Ma il progetto  “Integrazione culturale e generazionale = Libertà!”, giudicato fattibile dal Comune di Monza, non è risultato tra i vincitori. Nonostante i 151 voti ottenuti (113 cartacei e 38 online). Sicuramente di più dei 136 assegnati (67 cartacei e 69 online) a “Progetto intercultura e integrazione”(vedi la descrizione). Che è stato finanziato con 5mila euro. Una cifra uguale all’importo minimo richiesto dal progetto “Integrazione culturale e generazionale = Libertà!”. bilancio partecipativo monza 2016

“Non sono arrabbiata con chi ha ricevuto il finanziamento, è una persona che conosco e mi fa piacere per lui – afferma Chiaverri – il problema è la modalità di gestione del Bilancio partecipativo. La mia idea chiedeva da 5mila a 15mila euro per una serie di laboratori di formazione dedicati a tutte le età e tutte le etnie – spiega – il Comune, invece, ha preferito dare 5mila euro per una borsa di studio legata ad una tesi di laurea sui temi della migrazione e dell’integrazione nel quartiere Libertà, che non si sa nemmeno se sarà mai richiesta”.

Alle rimostranze presentate dalla signora Chiaverri, la risposta del Comune è stata lapidaria. “Il progetto ‘Integrazione culturale e generazionale = Libertà’ non è stato finanziato in quanto prevede un budget massimo di 15.000 euro a fronte di un residuo in conto corrente sul quartiere Libertà di 5.000 euro – spiega Simona Ballabio dell’Ufficio Partecipazione e Decentramento – come criterio di aggiudicazione del finanziamento si è deciso di prendere come riferimento, per la graduatoria di voto, il budget massimo dichiarato dal proponente. Si è quindi provveduto allo scorrimento della graduatoria – continua – fino all’individuazione del primo progetto che potesse essere realizzato nella sua completezza con il budget residuo (‘Progetto Intercultura e integrazione’)”.

All’apparenza niente da contestare. Se non fosse che il criterio di aggiudicazione del finanziamento, di cui si parla, non era stato specificato nel bando del Bilancio partecipativo. “C’è stata fretta di assegnare i fondi perché le elezioni comunali sono vicine – afferma la signora Chiaverri – per ammissione telefonica della Ballabio hanno fatto tutto velocissimamente senza contattare i proponenti per sapere cosa era realizzabile con la quota minima indicata nel progetto. Con 5mila euro – spiega – io comunque avrei potuto realizzare gran parte del mio progetto, tagliando i costi di promozione e materiali”. Defibrillatore-3-mb-600-315

L’amarezza per quanto successo, comunque, è parzialmente compensata dalla soddisfazione per altri due progetti del Gruppo Spontaneo Libertà, “Servizio navetta dal quartiere Libertà a…” e “Defibrillatore nel Centro civico e formazione all’uso”, che risultano tra i vincitori della seconda edizione. “Per il mio progetto cercheremo di avere i fondi da altri bandi pubblici – spiega la promotrice di ‘Integrazione culturale e generazionale = Libertà!’ – negli ultimi anni la Fondazione Monza e Brianza ha dato un buon contributo alle nostre attività”. Ma, oltre alla difficoltà di reperire risorse economiche, ci sarà da superare anche un calo netto del morale e una stanchezza di fondo. “Sto pensando di mollare – afferma la Chiaverri – sono anni che mi dedico al volontariato, sottraendo tempo alla mia attività di libera professionista, ma gli effetti non sono tutti quelli sperati”. Perdere una persona impegnata nella società civile sarebbe la sconfitta più grande per tutti. E questo viene prima dei soldi necessari a finanziare un’idea utile per tutte la cittadinanza.

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