Insulti ritirati. Il sindaco Colombo: “Troppo tardi, ci vediamo in tribunale!”

16 maggio 2017 | 17:34
Share0
Insulti ritirati. Il sindaco Colombo: “Troppo tardi, ci vediamo in tribunale!”

“Ora basta, non è la prima volta che leggo frasi contro la mia persona di questo tenore. Ci vediamo in tribunale.”: queste le parole del sindaco di Arcore.

“Ora basta, non è la prima volta che leggo frasi contro la mia persona di questo tenore ed è inutile che il post sia stato cancellato. Ci vediamo in tribunale.”: queste le parole del sindaco di Arcore Rosalba Colombo. Parole che ieri mattina, lunedì 15 maggio, si sono trasformate in realtà con la formalizzazione della denuncia nei confronti di un cittadino arcorese. L’uomo, in seguito all’allagamento della sua cantina durante la bomba d’acqua dello scorso 11 maggio, ha pensato bene di pubblicare un post dai toni piuttosto accesi sul gruppo di Facebook “Sei di Arcore Se”.

“Dobbiamo avere il coraggio di dire basta! – ha tuonato Rosalba Colombo – Sono stufa di persone che si sentono libere di scrivere quello che vogliono sui social network. Parlo prima di tutto da donna e dopo da sindaco“. Con queste parole il primo cittadino ha espresso tutta la sua amarezza per quanto accaduto.

Prima l’invito ad ‘infilarsi in quel posto’ i soldi spesi per il restauro della Villa Borromeo, poi una battuta infelice con protagonista Lele Mora, avvistato di recente all’inaugurazione del negozio della figlia del primo cittadino. Una serie di commenti che hanno spinto Rosalba Colombo ad agire, passando dalle parole ai fatti. 3709 i membri del gruppo “Sei di Arcore Se”, moltissimi dei quali hanno visualizzato le ingiurie in questione.

“I toni in politica sono sempre molto accesi, ma questa volta il signore è andato oltre al limite del buon senso. Come donna, non posso permettermi di lasciare che questa persona si senta libera di scrivere pubblicamente tutto ciò che passa per la sua testa”, ha spiegato il sindaco.

In molti hanno fatto sentire tutto il loro sostegno a Rosalba Colombo tramite messaggi e telefonate. Tantissimi anche i cittadini che hanno espresso solidarietà attraverso i social network, teatro delle ingiurie.