Più instagram che facebook e l’11% ha inviato immagini “hot”

Gli alunni della scuola media B. Luini hanno risposto a dei questionari sul loro rapporto con la tecnologia. Nascono così quattro incontri, per raccontare ciò che si è scoperto.
E’ instagram, e non facebook, il re dei social network per i più giovani. Il social di Zuckerberg è ormai fuori moda. Questo, tra le altre cose, è ciò che è emerso dalla ricerca condotta alla scuola media Luini di Usmate. I ragazzi interpellati ammettono di aver fatto sexting almeno almeno una volta, per divertimento.
L’idea è stata questa: sottoporre a circa 370 alunni delle medie dei questionari sul loro rapporto con le nuove tecnologia. I dati che ne emergono sono interessanti e per nulla scontati. E se il sexting è ancora un tabù, si viene a sapere che è una pratica diffusa tra i più giovani: l’11% dichiara infatti di aver inviato immagini a sfondo sessuale. Dietro a questo gesto si nasconde il bisogno adolescenziale di essere popolari e ammirati dagli altri. E se le ragazze provano imbarazzo nel ricevere certe immagini, nei maschi prevale il divertimento.
Anche un fenomeno come il cyberbullismo è arrivato fino in Brianza. Gli insulti su internet sono ormai all’ordine del giorno: si comincia con commenti volgari ai danni di una persona, che possono degenerare in una vera e propria persecuzione tramite i social. Storie di questo genere spesso si concludono tragicamente. Insomma, una realtà che non si può più ignorare, tanto che in Italia si sta discutendo una legge sul cyberbullismo. “I cyberbulli possono incorrere in pesanti sanzioni, o addirittura essere incarcerati”, precisa la dottoressa Cremascoli, comandante della polizia dei Colli Brianza Est.
Ma come è stata svolta l’indagine e, soprattutto, perché si è scelto questo tema? Ci risponde la professoressa Vanelli: “Il tema è più che mai attuale, ma ancora se ne parla troppo poco. Io e altre insegnanti abbiamo partecipato ad un corso di aggiornamento sul tema. Dopodichè abbiamo deciso di studiare la situazione a livello locale. Circa 370 alunni hanno compilato il questionario, naturalmente in forma anonima. Le classi prime hanno risposto a domande di carattere generale, mentre il questionario per le terze era più specifico, con domande ad esempio sul sexting
Da questo lavoro di ricerca sono nati quattro incontri aperti a tutti i cittadini, agli alunni e ai loro genitori: l’obiettivo è quello di mettere in guardia dai rischi delle nuove tecnologie e invitare a farne un uso corretto. (qui il nostro articolo sugli incontri).
Nel secondo incontro, che si è tenuto il 4 maggio, si è anche parlato della relazione tra social e privacy. La domanda posta al pubblico è stata: “siete davvero consapevoli di quante informazioni lasciate sui social?“. Iscrivendosi a un social ci vengono chiesti dati quali la nostra data di nascita e il nostro nome e cognome, ma questo è solo l’inzio: “Tutto ciò che facciamo online, dalle foto che postiamo alle ricerche su google, viene tracciato. Diventiamo così dei clienti, a cui il web propone dei prodotti. Inoltre, tutte le informazioni che formiamo contribuiscono a creare la nostra web reputation, l’immagine che traspare di noi dalla rete. Al giorno d’oggi, avere una buona web reputation è indispensabile, se contiamo che chi fa ricerca del personale spesso controlla i profili social di una persona prima di assumerla.”, spiega la professoressa Russo. Insomma, la situazione non è grave, ma è comunque da monitorare. L’uso dei social e dei mezzi di comunicazione deve essere consapevole.
“Non è un gioco, è la realtà”, ci tengono a sottolineare tutte le persone coinvolte nel progetto. Il tema è di stretta attualità, come si può verificare anche dalla massiccia presenza di cittadini agli incontri. I questionari saranno riproposti agli alunni nel corso del prossimo anno scolastico per verificare come evolve la situazione.