Lazzate, arriva il circuito Linx: la risposta alternativa alla crisi

18 maggio 2017 | 10:00
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Lazzate, arriva il circuito Linx: la risposta alternativa alla crisi

Presentato a Lazzate in collaborazione con l’amministrazione comunale il circuito Linx, la “moneta alternativa” che si affianca all’euro e aiuta (dicono) le imprese.

In principio era il Sardex, la “moneta complementare” nata in Sardegna nel 2010 come risposta locale alla crisi. Poi il modello è piaciuto, ha avuto successo e si è diffuso in 11 regioni italiane: oggi in Lombardia sta acquistando sempre più forza il circuito Linx, la realtà lombarda di moneta complementare.

Sarà l’idea di un circuito alternativo all’euro, la dimensione locale, o semplicemente il nome “credito commerciale lombardo”, ma di certo il Linx ha tutte le carte per piacere anche ai leghisti: e infatti Lazzate, roccaforte della Lega da ormai 24 anni, ha ospitato volentieri, lunedì 15 maggio, una serata dedicata agli imprenditori locali per spiegare come il circuito Linx, nato nel 2015 per iniziativa del triuggese Gianluigi Viganò, possa essere un modo di sostenere l’economia del territorio.

Lunedì 15 maggio, però si è parlato molto di economia, territorio e impresa, e molto poco di bandiere verdi, carrocci e orgoglio padano:«Siamo da sempre attenti al territorio, investito da anni da una crisi economica nazionale e internazionale aggravata da governi che non hanno fatto altro che inasprire la tassazione – ha esordito il sindaco Loredana Pizzi -. Speriamo che questa proposta possa essere, se non la panacea per tutti i mali, una grande opportunità per le nostre imprese».

«È l’inizio di un’avventura per la nostra Lazzate – ha commentato orgoglioso l’assessore Andrea Monti -: già 4 anni fa nel nostro programma elettorale avevamo inserito la possibilità di sperimentare delle monete complementari. Il Linx è un’idea stimolante, uno strumento importante per l’impresa e il commercio». 

Ma come funziona? Linx (così come Sardex e gli altri) è un circuito alternativo all’interno del quale le aziende iscritte possono scambiarsi beni e servizi tramite un sistema di debiti e crediti, che non sostituisce l’euro ma lo affianca. Una specie di baratto, se vogliamo, in cui, per citare un esempio reale, una pizzeria che si rivolge a un’impresa edile per dei lavori di ampliamento userà il proprio credito in Linx, che a sua volta verrà reinvestito dall’impresa all’interno del circuito. Non esistono ovviamente monete reali, ogni transazione avviene elettronicamente e solo all’interno del circuito, il cui ingresso è controllato e in cui ogni imprenditore è seguito da un broker con la funzione di far incontrare la domanda e l’offerta: non ci sono interessi e il sistema è trasparente al 100%. L’Iva allo Stato, quella sì, la si paga in euro.

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«Il nostro progetto ha una valenza economica, ma prima di tutto cerca di rispondere a un disagio sociale: non a caso il modello del Sardex è il Wir svizzero del 1934, ideato in risposta alla crisi del 29 – spiega Viganò -. Le aziende iscritte possono condividere i crediti, velocizzando il processo di liquidità. Allo stesso tempo, sono favorite nel networking e contribuiscono alla tutela del territorio: con il Linx non si compra su Amazon». Per Lazzate, dove non ci sono supermercati o catene della grande distribuzione (la Lega si è battuta perché il commercio restasse in mano ai piccoli negozi), sarebbe l’ideale. Tanto che, anticipa Monti, c’è anche l’idea di coinvolgere l’amministrazione nel circuito Linx: «Bisogna verificare se sia legalmente possibile – precisa -, ma le potenzialità sarebbero tantissime. Per esempio, potremmo dare un contributo sociale alle famiglie in difficoltà in Linx, con la certezza che spenderebbero quel credito sul territorio, contribuendo alla nostra economia, e che soprattutto non potrebbero spenderlo in modo dannoso o inutile, come alle macchinette da gioco».

Oggi il circuito Linx conta più di 500 aziende di diverso genere e più di 1.000 conti operativi: «È un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio – continua Luca Sartorio, economista e docente di Diritto pubblico presso l’Università di Pavia -, che la politica deve favorire, ma su cui non deve interferire: non si tratta di una nuova moneta, come il Bitcoin». «Non tutte le aziende possono trarre vantaggio da Linx, per questo facciamo un’analisi preliminare per capire se inserire un nuovo membro nel circuito – chiarisce Valerio Rossoni, imprenditore nel settore dell’edilizia e responsabile per Linx della zona “allargata” del comasco – ma pochissimi degli iscritti non hanno avuto un aumento di fatturato. Per di più – aggiunge – stiamo parlando di un modello dove la leva etica è molto alta: il Linx mantiene le risorse del territorio, contro un sistema finanziario che ci ha spogliato, invece, della nostra ricchezza».

Attenti, interessati ma non troppo numerosi gli imprenditori di Lazzate: si vedrà prossimamente in quanti decideranno di aderire. Anche per creare un modello finanziario alternativo, sempre più attento ai rapporti umani e alla relazione con il territorio.