Attualità

Monza, ancora irrisolto il “mistero” delle Piramidi di San Fruttuoso

A un anno di distanza dal bando Anas per vendere e liberare l'area, i blocchi di cemento utilizzati durante i lavori del tunnel di San Fruttuoso sono ancora lì.


Da quattro sono scese a due, ma le “piramidi” di San Fruttuoso sono ancora lì, involontario tocco esotico per la periferia Nord – Est di Monza, in realtà avanzo del cantiere del tunnel di viale Lombardia. Oramai sono passati quattro anni da quando Anas decise di stoccare quei blocchi di granito in un’area compresa fra le vie Tagliamento e Chienti.

Si trattava di 1.400 cubi di calcestruzzo tipo geobloc del peso di quasi 2.000 chili ciascuno, accatastai l’uno sull’altro dopo l’inaugurazione del tunnel avvenuta nell’aprile del 2013 e poi abbandonati. Non sono pericolosi, non rischiano di provocare danni alla salute dei residenti o dell’ambiente. Tuttavia, non li vuole nessuno e chi vive nella zona comincia ad avercele tasche piene, anche perché inevitabilmente l’area dove sono stato accatastati è sovente presa d mira da incivili che scaricano rifiuti abusivamente. Il problema è che l’asta organizzata l’anno passato da Anas non ha avuto molto fortuna.

Complessivamente erano stati messo all’asta 14 lotti di manufatti ciascuno dei quali composto da 100 blocchi, partendo da un prezzo base di 46.200 euro. Dettaglio non indifferente viste le dimensioni e il peso dei cubi: i costi di prelievo e trasporto erano a carico dell’acquirente. E forse proprio questo dettaglio ha provocato più di una perplessità fra i potenziali acquirenti. Così, adesso, le piramidi continuano a restare lì, parte integrante dell’arredo urbano locale, visibili anche dalla Valassina quando si procede verso Milano.

Lo scorso marzo, durante la visita del Papa, vennero utilizzata per bloccare le strade più a rischio. Ogni tanto, raccontano i residenti, qualcuno arriva, si carica un blocco e poi se ne va.

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