Monza, tesserati Pd in tre liste. Pilotto: “Permesso speciale concesso”

17 maggio 2017 | 09:28
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Monza, tesserati Pd in tre liste. Pilotto: “Permesso speciale concesso”

Il Partito democratico ha suoi iscritti candidati in tre liste diverse seppur tutte a sostegno di Roberto Scanagatti.

Alle elezioni comunali dell’11 giugno il Partito democratico sarà uno e trino ma non per via delle ferventi preghiere del vicesindaco cattolico Cherubina Bertola nel periodo di Ascensione. Bensì, più profanamente, perché suoi candidati saranno sparpagliati in tre liste.

Oltre che in quella del Pd, infatti, si possono riscontrare tesserati democratici anche nelle due liste alleate a sostegno della candidatura a sindaco di Roberto Scanagatti, ossia Monza per Scanagatti sindaco e LabMonza. Nella prima troviamo al numero 6 Maurizio Beghin, ex consigliere comunale (anche del Pd), e al numero 22 il giovane Jacopo Martinez; nella formazione di sinistra spicca invece il nome, in posizione numero 14, dell’assessore alle Politiche del territorio, Claudio Colombo. Si tratta di una “contaminazione” voluta o casuale? Accettata o mal digerita? Regolare o irregolare?

claudio colombo assessore monza - mb

Premesso che è per ovvie ragioni anomalo che un iscritto a un partito si candidi in una lista diversa da quella della forza politica di appartenenza, perché anche se è nella stessa coalizione porta i propri voti in dote a casa d’altri, evidenziamo che anche nello Statuto del Pd, il comma 9 dell’articolo 2 recita: “Sono escluse dalla registrazione nell’Anagrafe degli iscritti e nell’Albo degli elettori del Pd le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici o aderenti, all’interno delle Assemblee elettive, a gruppi consiliari diversi da quello del Partito democratico. Gli iscritti che, al termine delle procedure per la selezione delle candidature, si sono candidati in liste alternative al Pd, o comunque non autorizzate dal Pd, sono esclusi e non più registrabili, per l’anno in corso e per quello successivo, nell’Anagrafe degli iscritti”. Tra le interpretazioni statutarie e regolamentarie si specifica: “La Commissione nazionale di garanzia, premesso che la concreta applicazione delle disposizioni di cui all’art. 2 comma 9 dello Statuto richiede un esame puntuale delle situazioni concretamente verificatasi e del contesto in cui si inseriscono, e che per questo la decisione è stata affidata alle commissioni provinciali (e regionali in sede di appello) che più facilmente possono conoscere tali situazioni, unanime ha ritenuto che: la locuzione ‘appartenenti ad altri movimenti politici’, volutamente molto ampia, ha inteso superare la precedente disposizione che faceva unicamente riferimento alla iscrizione ai partiti politici e ricomprende pertanto anche le associazioni che abbiano dato vita a liste civiche. La sanzione dell’esclusione dall’Anagrafe degli iscritti e dall’Albo degli elettori vale pertanto anche per i candidati di tali associazioni qualora esse abbiano presentato liste in alternativa a quelle presentate dal Pd e senza essere state a ciò autorizzate dal Pd stesso”. Insomma, i tre del Pd candidati in liste civiche alternative alla lista del Pd possono rimanere nel partito guidato a livello nazionale da Matteo Renzi solo se le liste Monza per Scanagatti sindaco e LabMonza sono state autorizzate dal Pd…

Per cercare di capire i motivi di queste candidature anomale abbiamo interpellato proprio Colombo e il segretario cittadino del Pd, Alberto Pilotto. “Ho chiesto io di poter candidarmi per LabMonza – ha dichiarato l’assessore – Ho informato il segretario, che mi ha dato il suo consenso. Perché l’ho fatto? Le altre due liste a sostegno di Scanagatti avevano già assessori al loro interno (Cherubina Bertola, Paolo Confalonieri, Francesca Dell’Aquila, Debora Donvito, Egidio Longoni e Antonio Marrazzo in quella del Pd, l’indipendente Carlo Abbà in quella di Monza per Scanagatti sindaco, ndr) e così mi sembrava giusto offrire a LabMonza la possibilità di avere tra le propria fila un membro della Giunta uscente”.

E Pilotto cosa ci ha risposto? “Tutti e tre gli iscritti al Pd presenti nelle due liste civiche non hanno ancora la tessera 2017 del partito, e non so se la prenderanno, però alle Primarie per l’elezione del segretario nazionale dello scorso 30 aprile si votava senza pagare i 2 euro con la tessera 2016. Colombo ha deciso di candidarsi con LabMonza per rinforzare quella lista che è composta perlopiù da giovani. Ha comunicato la sua richiesta all’Esecutivo cittadino che l’ha autorizzato perché l’importante è sostenere Scanagatti”.

Siete convinti della bontà dell’operazione “spalma-democratici”? Chi non lo è può sempre esercitarsi in operazioni di dietrologia politica, cosa che facciamo anche noi.
Allora, vi ricordate cosa accadde 5 anni fa dopo la vittoria di Scanagatti? Il neosindaco, dopo aver promesso e garantito posti in Giunta a partiti, movimenti, associazioni e a singole persone che l’avevano aiutato nell’impresa di battere i due candidati del centrodestra, si ritrovò a fare i conti anche con la Legge sulle quote rosa e così, come nel ballo della scopa, a rimanere senza la “dama” seggiola fu l’Italia dei valori. Coperte le caselle degli uomini, all’Idv fu infatti chiesto di proporre una donna, ma i nomi delle candidate proposte non furono graditi dal primo cittadino. Che ripiegò su Debora Donvito, ex dipietrista, in odore di iscrizione al Centro democratico di Bruno Tabacci (nel frattempo abbandonato per il Pd). Il rischio di perdere immediatamente due consiglieri di maggioranza fu scongiurato a fatica. Però quanto accaduto potrebbe aver insegnato qualcosa a Scanagatti. E cioè di verificare prima delle elezioni che in ogni lista ci sia qualcuno a lui gradito, in modo da accontentarle tutte in caso di vittoria. E allora la soluzione potrebbe essere stata trovata in questo modo: inserendo democratici in ogni dove, così l’eventuale nuova Giunta di centrosinistra potrebbe essere composta da iscritti al Pd nella lista del Pd, iscritti al Pd nella lista Monza per Scanagatti sindaco e iscritti al Pd nella lista LabMonza. Una coalizione monolitica, che piacerebbe tanto a Renzi.
Naturalmente quanto abbiamo scritto è solo un “divertissement”, anche se a volte l’“immaginazione va al potere”.

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