Scali ferroviari a confronto, Bergamo fa deragliare Monza

Una ricognizione nella stazione orobica ha messo impietosamente a nudo la necessità di una profonda opera di riqualificazione in quella monzese.
Le stazioni ferroviarie di Monza e Bergamo sono separate da un’oretta scarsa di treno, ma sembra che siano distanti anni luce per quanto riguarda decoro urbano e manutenzione.
Da mesi oramai lo scalo ferroviario monzese è al centro delle cronache cittadine. Spaccio, risse, aggressioni, tentativi di violenza sessuale, pare persino un po’ di prostituzione. Un vero e proprio campionario di microcriminalità diffusa al quale fa da cornice un contesto urbano fortemente degradato e una percezione della sicurezza decisamente basso. Le due città sono simili per numero di abitanti e senza scendere nel dettaglio dei numeri, immaginiamo che il volume di pendolari sia sostanzialmente analogo. Eppure, il piazzale antistante la stazione bergamasca, il cosiddetto biglietto da visita della città, è tirato a lucido come se fosse un giorno di festa, mentre quello monzese e ridotto maluccio.
Il paragone sorge spontaneo non appena si esce dall’ingresso principale dello scalo bergamasco. Anche nel capoluogo orobico non mancano gli episodi di microcriminalità, analoghi a quelli monzesi. Per una stazione ferroviaria, qualsiasi stazione ferroviaria, è quasi fisiologico.
Tuttavia, il colpo d’occhio per il turista è ben diverso: aiuole curate, selciato ben tenuto, assenza di scritte e graffiti. Insomma, un livello di manutenzione ben diverso figlio di un intervento di riqualificazione datato 2015. Anche il piazzale della stazione di Monza è stato rimesso a nuovo non molto tempo fa, più o meno dieci anni, durante l’ex amministrazione comunale guidata dal sindaco di centro sinistra Michele Faglia. La stazione monzese fu oggetto di un intervento di recupero in più fasi che portò, fra le altre cose, anche all’apertura dell’ingresso secondario di piazza Castello.
In quella circostanza venne rimesso a nuovo anche il piazzale antistante con un progetto che evocava la destinazione storica di quell’aria a Regio Vivaio per le piante da trapiantare poi nel Parco. Di quella suggestione, tuttavia, ma anche di quell’intervento costato fior di quattrini, è rimasto ben poco. Dieci anni o poco più sono bastati per cancellare tutto.
Proprio a ridosso della stazione, quando piove, la strada si trasforma in un lago, l’attraversamento pedonale, dotato anche di una guida per non vedenti, è sconnesso, i sassi del piazzale che conduce in corso Milano sono saltati aprendo vere e proprie voragini (molti sono stati gettati nella fontana), le panchine di cemento sono perennemente occupate da spacciatori e tossici e i giardini sono spelacchiati e sporchi di cartacce e rifiuti. L’ingresso di piazza Castello non è molto meglio. I muri del vecchio magazzino ferroviario hanno ispirato graffiati di ogni tipo e un po’ qua e un po’ la sono visibili segni di falò. E come se non bastasse, anche lì, in questi giorni di pioggia, sono stati registrati allagamenti della strada. Fra poco più di un mese ci saranno le elezioni per rinnovare sindaco, giunta e consiglio.
Fra i tanti temi e impegni che i candidati si assumeranno in queste settimane di campagna elettorale, quello di rimettere in sesto le aree adiacenti alla stazione ferroviaria sembra senza dubbio uno dei più urgenti. E proprio lo scalo ferroviario di Monza è stato al centro dell’intervento del ministro Marco Minniti arrivato all’Urban center la scorsa settimana. Il ministro, assieme al sindaco uscente, Roberto Scanagatti, ha assicurato che la stazione sarà la centro di un accordo fra il dipartimento lombardo della Polfer e Trenord per rendere più sicuri i convogli e le stazioni e che il posto di polizia ferroviaria sarà posizionato più centralmente così da essere più visibile.