Atletica, la ‘monzese’ Olivieri campionessa italiana nei 400 ostacoli

L’ostacolista piemontese, alla prima stagione nell’Atletica Monza, centra subito il titolo italiano Juniores. La prossima sfida sono gli Europei di Grosseto a luglio.
Il regalo di compleanno se l’è fatto in anticipo. Ma visto che 19 anni li compirà il prossimo 14 luglio, Linda Olivieri, juniores dell’Atletica Monza e neo-campionessa italiana nei 400 ostacoli, ha il tempo di sognare un dono ancora più grande: una medaglia ai Campionati europei Juniores in programma a Grosseto dal 20 al 23 luglio.
Nell’attesa di scoprire se raggiungerà il prestigioso obiettivo, l’atleta tesserata per la società sportiva di viale Cesare Battisti a Monza sta preparando gli esami di maturità. Ebbene sì, perché Linda non si limita a correre veloce sul giro di pista, dove, insieme al titolo ai Campionati italiani juniores di Firenze, con il crono di 58.47 ha realizzato nei 400 ostacoli la quinta prestazione italiana all-time juniores e, attualmente, la terza di categoria in Europa nel 2017.
Linda è anche una studentessa al quinto anno del Liceo delle scienze umane di Novara, dove abita da sempre. E il 21 giugno anche per questa ragazza piemontese, torinese di nascita, scatterà l’ora della prova scritta d’italiano. Speranze di buoni risultati ci sono anche sui libri. Perché l’ostacolista dell’Atletica Monza mentre, quasi tutti i giorni della settimana da settembre in poi, percorreva in treno il tragitto Novara-Monza e viceversa, ha trovato anche il tempo di studiare. Un anno intenso, quindi, diviso tra Piemonte e Lombardia. Ma, fino ad ora, sembra esserne valsa la pena. A Monza, infatti, ha trovato una nuova società d’atletica e un nuovo allenatore, Giorgio Ripamonti. Che, in questa stagione, l’ha seguita sulla pista di viale Cesare Battisti. “A Monza mi sono trovata subito bene – afferma Linda – anche con l’ambiente e con i compagni di squadra, tutti molto disponibili a venire a prendermi e riaccompagnarmi alla stazione ferroviaria”.
Linda, prima di tutto, complimenti per il titolo italiano nei 400 ostacoli ai Campionati italiani Juniores di Firenze. Come hai vissuto questa gara?
Sono naturalmente soddisfatta per il successo ottenuto. Sapevo che c’era la possibilità di fare un buon tempo e migliorare il mio personale, che era di 59.03. Non pensavo, comunque, di riuscire ad abbassarlo di più di mezzo secondo (58.47, Ndr). La vittoria è stata una conseguenza di questi miglioramenti. Ho vissuto l’attesa con un po’ di ansia, ma alla fine tutto è andato bene.
Ora disputerai gli Europei Juniores, in programma a Grosseto dal 20 al 23 luglio. Il tuo tempo sui 400 ostacoli è attualmente il terzo Juniores in Europa nel 2017. Credi alla possibilità di una medaglia?
Andrò a Grosseto con la possibilità di migliorarmi. Credo di valere meno del mio tempo attuale sui 400 ostacoli. Gli Europei, che disputo per la prima volta nella mia carriera, mi metteranno al confronto con avversarie più esperte di me. Sarà interessante e stimolante. Punto soprattutto a disputare la finale. Alla medaglia, per il momento, cerco di non pensare. Da qui a quando si andrà a Grosseto, d’altro canto, il mio attuale tempo potrebbe anche non essere più il terzo in Europa sui 400 ostacoli.
Da settembre scorso sei arrivata all’Atletica Monza, dove allena il tuo nuovo coach, Giorgio Ripamonti. Come mai questa scelta?
Non mi trovavo più bene con il mio vecchio allenatore del Team Atletico-Mercurio, la mia storica società di Novara. In aggiunta a questi problemi umani, l’anno scorso ho avuto anche difficoltà dal punto di vista atletico con un infortunio che mi ha tenuta ferma due mesi. Per questi motivi ho deciso di cambiare. Il mio fidanzato, che è di Bergamo e corre i 110 metri ostacoli, è allenato da Alberto Barbera. Ho chiesto consiglio a lui. Mi ha fatto una serie di nomi, tra cui quello di Giorgio Ripamonti. Mi sono informata, l’ho conosciuto in una gara a Chiuro e da settembre ho cominciato ad allenarmi con lui. Direi che per il momento ho fatto la scelta giusta.
Tu studi ed abiti a Novara. Come hai gestito questa stagione da “pendolare” dello sport?
In effetti è stato piuttosto intenso e complicato. Le mie giornate iniziavano con l’andare a scuola fino alle 14. Poi il ritorno a casa e, dopo aver mangiato qualcosa, alle 16 ero già in stazione per prendere il treno e venire a Monza. Dove, alle 17.30, qualcuno dei miei compagni dell’Atletica Monza veniva a prendermi in stazione e mi portava in viale Cesare Battisti per l’allenamento in pista. Alla fine, più o meno alle 20, qualcuno, in genere Giorgio, mi riaccompagnava in stazione per prendere il treno alle 20.30. Quindi tornavo a Novara alle 22. Per studiare sfruttavo il tempo passato sul treno. Tutto questo per 5-6 giorni alla settimana.
Compirai 19 anni il prossimo 14 luglio, ma hai già diversi anni di atletica nelle gambe. Quando e come hai iniziato?
Il mio approccio con l’atletica è stato a 4-5 anni quando, per seguire mio fratello che ha due anni più di me, ho cominciato a frequentare la pista. Dopo un paio di anni, però, ho lasciato. Mi sono dedicata al judo ed al basket. Fino a quando, in seconda media, la passione mi ha portato ad iscrivermi nuovamente all’atletica con il Team Atletico-Mercurio di Novara. Tranne un anno con l’Atletica Piemonte di Torino sono sempre rimasta con loro fino al 2016. Con il tempo mi sono scoperta soprattutto un’ostacolista e mi sono tolta alcune soddisfazioni, come il terzo posto ai Campionati italiani nei 300 ostacoli Cadetti e, due anni fa, nei 400 ostacoli, il nono posto ai Mondiali allieve di Calì in Colombia e il titolo di campionessa italiana.
Se devi pensare al tuo futuro, vedi una possibilità per te nella vita da atleta o pensi di fare altro?
Dopo il diploma di maturità, farò il test per iscrivermi ad architettura o psicologia all’Università di Milano. Nell’atletica non è mai facile avere un futuro economico e stabile e, sinceramente, non credo che fare l’atleta sarà il mio mestiere. L’unica vera possibilità sarebbe entrare in un gruppo sportivo militare, in modo da avere uno stipendio e potersi dedicare ad allenamenti e gare. Ma, ultimamente, sono più restii a prendere i giovani perché danno meno garanzie di un rendimento duraturo rispetto ad atleti di esperienza. Meglio iniziare tranquillamente l’università,quindi, poi il resto si vedrà.
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