Beat-Leukemia, 10 anni di successi e 20 mila euro per la ricerca al San Gerardo

L’associazione monzese Beat Leukemia ha festeggiato insieme a tutti i sostenitori spegnendo le sue prime dieci candeline.
Dieci anni di attività, ben 750 mila euro raccolti per il sostegno alla ricerca scientifica, 10 mila euro di attrezzature donate ad ospedali, oltre 330 mila euro di progetti di ricerca avviati presso i primari ospedali italiani. Numeri importanti che sigillano il successo dell’associazione monzese Beat Leukemia che ieri, a Milano, ha festeggiato insieme a tutti i sostenitori spegnendo le sue prime dieci candeline.
Dietro questo straordinario successo c’è (il tempo presente non è un errore) Alessandro Cevenini, scomparso all’età di 24 anni (nel 2009, ndr) a causa di leucemia acuta promielocitica. Fu lui, infatti, a fondare il primo portale dedicato a questa terribile malattia, www.beat-leukemia.org, spiazzando tutti grazie alla sua forza e determinazione nonostante la patologia.
Oggi, a tenere le redini di questa associazione, c’è il fratello, Michele Cevenini: “Nonostante Alessandro fosse il mio fratellino minore, ho sempre imparato tanto da lui – ci racconta – innanzitutto come reagire agli ostacoli della vita sempre con il sorriso, e riuscendo a trovare qualcosa di positivo anche nelle situazioni più difficili che ognuno di noi può avere”.
Per Michele Cevenini, Beat Leukemia non è solo un’associazione ma è il ricordo forte e vivo del fratello scomparso prematuramente: “Beat Leukemia per noi è una maniera per dare un senso, un perché a tutto quello che è successo: non è facile accettare che un ragazzo così giovane venga chiamato da Dio, però tutti i giorni nella nostra attività di Beat Leukemia lo sentiamo vivo accanto a noi – afferma – infatti tante persone che leggono il suo sito Internet (beat-leukemia.org) o il libro (Il Segreto è la Vita) ci dicono che Alessandro li ha aiutati molto, e questo ci fa capire che stiamo portando avanti un’eredità importante di Alessandro”.
L’associazione monzese è nata grazie alla forza di un giovane che non si è fatto “battere” dalla leucemia ma ha trovato il modo, anche grazie al web, di diffondere contenuti sulla leucemia, in più lingue possibile, non sempre accessibili a tutti. I fondi raccolti e progetti portati avanti sono davvero numerosi, ma la battaglia di Alessandro non si ferma di certo: “Beat Leukemia significa “Battiamo la Leucemia” – commenta il fratello Michele – noi ci crediamo davvero, e vogliamo continuare a dare il nostro contributo alla ricerca scientifica, e continuare a sensibilizzare le persone alla realtà sociale dei tumori del sangue”.
E tra i traguardi da raggiungere a breve, c’è la diagnosi personalizzata della malattia: “In collaborazione con la Rete Ematologica Lombarda stiamo realizzando un sistema di diagnosi personalizzata nelle leucemie, cosicché ogni paziente possa avere al momento della prognosi la migliore cura personalizzata per il suo tipo di malattia con un potenziale massimo di possibilità di guarigione e minori effetti collaterali possibili – conclude – sono già stati stanziati e parzialmente erogati 150.000 euro. Così come con Ospedale Policlinico, San Raffaele di Milano e San Matteo di Pavia stiamo avviando un progetto di ricerca per indagare le possibili cause della leucemia; al riguardo sono già stati stanziati 22.000 euro. A questi si aggiunge un progetto di ricerca per 22.500 euro sulla leucemia dei bambini che si svolgerà presso i laboratori della Fondazione Tettamanti nell’Ospedale San Gerardo di Monza”.
Articolo di Melissa Ceccon
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