Monza elezioni, è ballottaggio. Testa a testa tra Allevi e Scanagatti

Per sapere chi sarà il prossimo sindaco di Monza bisognerà aspettare il ballottaggio di domenica 25 giugno.
Per sapere chi sarà il prossimo sindaco di Monza bisognerà aspettare il ballottaggio di domenica 25 giugno. A contendersi la poltrona di primo cittadino saranno Roberto Scanagatti per il centrosinistra e Dario Allevi per il centrodestra. Insomma, sembrerebbe andato tutto come da copione. Invece le sorprese non sono mancate.
Rispetto ai sondaggi, veri o presunti, il primo turno ha visto un vincitore e due sconfitti. Il vincitore è senza dubbio l’ex presidente della Provincia che, dato quasi a rischio di restare fuori dal ballottaggio, per tutta la notte si è giocato addirittura il primo posto con Scanagatti. E i due hanno preso un margine gigantesco sul terzo. I due sconfitti sono Danilo Sindoni e Pierfranco Maffè, rispettivamente candidati del Movimento 5 stelle e del centrodestra alternativo: quando sono scesi in campo puntavano entrambi ad arrivare al ballottaggio e invece si ritroveranno in Consiglio comunale all’opposizione e probabilmente soli. A meno che non si apparentino al ballottaggio con uno dei due duellanti, ma nel caso di Sindoni è stato già escluso a prescindere, perché le regole grilline lo vietano.
Dunque, Allevi ha chiuso col 39,84%, appena dietro a Scanagatti, che ha ottenuto il 39,91% (dati Ministero Interno). Staccati seguono Sindoni col 7,64%, Maffè col 5,23%, Paolo Piffer per la lista Civicamente col 4,84%, Michele Quitadamo per Sinistra alternativa con l’1,28% e Manuela Ponti per il Popolo della famiglia con l’1,23%. Gli ultimi due non entreranno in Consiglio comunale.
Per quanto riguarda le liste, il Partito democratico è nettamente la prima col 29,74%, la Lega nord-Lega lombarda sopravanza Forza Italia (14,21% a 12,97%), il M5s segue col 7,90%. Poi troviamo la prima sorpresa positiva: la lista Noi con Dario Allevi totalizza un ottimo 7,25%, battendo l’omologa del centrosinistra Monza per Scanagatti sindaco (6,58%). Civicamente ottiene un buon 4,79%, al contrario di Monza con Maffè che si ferma a un catastrofico 4,34%: un argomento di discussione del post voto sarà il venir meno dell’elettorato ciellino, un tempo nutrito e compatto. Anche Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale batte gli equidistanti del centrosinistra di LabMonza per 3,86% a 2,99%. Entrambi rischiano di non entrare in Consiglio in caso di sconfitta del proprio candidato sindaco. Molto male è andata la lista Anna Mancuso sostiene Monza Futura, che con un misero 1,92% resterà fuori dal Consiglio, così come Sinistra alternativa (1,33%), Pdf (1,25%) e Io cambio (0,81%).
La serata presso la Sala E dell’Urban center, dov’era allestita la postazione di comunicazione dei dati elettorali del Comune, non è stata palpitante. La chiusura dei seggi procrastinata alle ore 23, in mancanza della possibilità di votare il lunedì, ha fatto slittare le operazioni di spoglio delle schede. Intorno alle 2.30 i seggi scrutinati erano solo una decina su 110, il che ha convinto molti cittadini e militanti ad andare a casa prima di conoscere come finiva la partita di andata. Le emozioni vere sono sicuramente state vissute nei vari quartier generali: la coalizione di Scanagatti si è trovata nella sede principale del Pd, in via Arosio, quella di Allevi in un luogo “che aveva portato bene” all’elezione a presidente della Provincia nel 2009 dell’esponente di Forza Italia, ai tempi del Popolo della libertà. I pentastellati erano in un bar a poche centinaia di metri dall’Urban center. Il primo dato a uscire, quello dell’affluenza, ha fatto sorridere il centrosinistra: il 51,88%, cioè praticamente solo un elettore su due, faceva pensare a un weekend al mare, al lago o in montagna di chi è più benestante, ossia quelli di centrodestra.
Il primo exit poll mostrato dalla Rai ha in parte raggelato democratici e compagni, grillini e ciellini, e in parte lasciato perplessi gli osservatori: possibile che i sondaggi abbiano sbagliato così di grosso? I primi due seggi a liberare i dati sono stati quelli speciali dell’Ospedale San Gerardo e della Clinica Zucchi: 30 voti poco indicativi. Poi a mano a mano sono arrivati quelli importanti e già dopo 3 o 4 di questi si è capito che l’exit poll non sarebbe andato molto lontano dall’esito finale. In sala stampa sono comparsi i candidati Ponti, Maffè e dopo un po’ anche Quitadamo. Dei “big” e di Piffer nessuna notizia. Verso le 2.45 è comparso Sindoni, che ha ammesso di essere “deluso ma sereno”, perché “convinto di avere dato il massimo in una città dove il voto è stato polarizzato dalle due grandi coalizioni”. Proprio mentre finiva di parlare è arrivato un Allevi festante attorniato dai fedelissimi della campagna elettorale.
L’ex presidente della Provincia ha analizzato i dati partendo dalla scarsa affluenza ai seggi: “È un dispiacere vedere che la partecipazione al voto diminuisce sempre di più. La responsabilità è del Governo, che ha scelto la data dell’11 giugno, ha tolto la possibilità di votare il lunedì e ha fatto poca pubblicità riguardo a queste Amministrative. Solo un monzese su due è andato a votare. Storicamente la bassa affluenza non aiuta il centrodestra, per cui, come avevo detto a qualcuno giorni fa, sono convinto che se arrivavamo al 65%-70% di affluenza al primo turno avrei vinto senza bisogno di andare al ballottaggio. E il ballottaggio sarà il 25 giugno, ormai in estate piena… Mi auguro che il nostro elettorato, galvanizzato dal risultato, si presenti in massa ai seggi. Sono fiducioso perché vedo tanto entusiasmo. Poi faccio appello a tutti i monzesi perché vadano a vedere i fuochi artificiali per la festa patronale di San Giovanni: se così accadesse la sera prima delle elezioni vorrebbe dire che il giorno dopo andrebbero anche a votare…”. Come mai questi risultati si sono discostati dai sondaggi perlomeno riguardo a tre candidati? “I sondaggi davano i numeri” è stata la risposta sarcastica di Allevi. Il paventato testa a testa con Sindoni non c’è stato… “M5s non sta vivendo una bella giornata. Come a Milano c’è stata una polarizzazione del voto, ma spero che il ballottaggio dia un risultato diverso rispetto al capoluogo”. Siete disponibili ad apparentamenti? “Siamo aperti al dialogo con tutti sulla base del nostro programma, fatta eccezione per Quitadamo. In fin dei conti in campagna elettorale tutti criticavano l’Amministrazione Scanagatti”. A proposito, come è stata la campagna elettorale? “Meravigliosa. Ho una bella squadra che ha remato tutta nella stessa direzione. Oggi ho trascorso una giornata serena perché mi sento a posto con la coscienza, avendo fatto tutto il possibile. Ho girato tutte le scuole, tra l’altro incrociando Maffè due volte e Quitadamo una, ma mai Scanagatti. Ho quindi cenato in famiglia e poi sono andato nel quartier generale, un luogo segreto che mi aveva portato bene nel 2009, quando ero stato eletto presidente della Provincia”: Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, l’ha chiamata? Tornerà a Monza, ma in centro città, per convincere gli indecisi a votarla? “Per ora non ha ancora chiamato, ma i dati sono usciti nel cuore della notte. Spero che venga in piazza a Monza per chiudere la partita”.
In Sala E non si sono presentati né Piffer né Scanagatti, che ha abbandonato la sede del Pd all’incirca quando Sindoni e Allevi si sono presentati all’Urban Center per commentare. Gli impegni da sindaco a Milano di prima mattina, probabilmente uniti alla delusione di vedere Allevi non solo non distanziato ma addirittura davanti, lo hanno indotto a parlare alla stampa solo nel pomeriggio, alle 15.30.
Solo su Facebook Scanagatti si è lasciato andare ad un commento: “Un risultato buono al primo turno. Chi ha amministrato in questi anni lo ha fatto in condizioni estreme: tagli sconsiderati delle risorse, norme penalizzanti che rendono difficoltoso rispondere anche alle esigenze ordinarie, emergenze, come quella dei profughi, scaricate sui territori.
Adesso il ballottaggio con la destra. Facciamo capire agli elettori, con pacatezza e senza attacchi personali, che tornare indietro non è una buona soluzione. Che una parte consistente dei problemi che abbiamo ereditato nasce dai loro disastri sia a livello nazionale (ricordate lo spread a 500 punti?) che locale (ruberie varie per l’appalto rifiuti). Che speculano su problemi ma non offrono soluzioni”.