Monza, esposto in Procura contro l’organizzazione degli I-Days

23 giugno 2017 | 16:08
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Monza, esposto in Procura contro l’organizzazione degli I-Days

L’atto è stato annunciato da Codacons che ha raccolto centinaia di proteste. Creata una pagina Facebook dal titolo accusatorio.

“Un momento di felicità e di spensieratezza che si è trasformato in un incubo per tantissime persone”. Non ha certo usato mezzi termini il Codacons per definire gli I-Days di Monza, quattro giorni di concerti organizzato sull’area della Gerascia all’interno del Parco di Monza. Il coordinamento delle associazioni di tutela dei consumatori ha ricevuto numerose segnalazioni di protesta sull’organizzazione della manifestazione. Lamentele, ma anche veri e propri atti d’accusa nei confronti del sistema dei parcheggi, delle navette, delle code interminabili ai varchi d’ingresso e contro la gestione delle consumazioni. Insomma, una vera e propria ridda di proteste che spinto il Codacons ad annunciare la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Monza.

L’azione legale del Codacons è stata supportata da una pagina Facebook dal titolo inequivocabile: “Indignati Festival  Parco di Monza” dove sono state raccolte centinaia di testimonianze critiche verso l’organizzazione dell’evento. “Troppo grave giocare con la sicurezza e la salute delle persone – spiegano dal Codacons -. Chiediamo alla Procura della Repubblica di accertare eventuali comportamenti penalmente rilevanti che dovessero emergere dai fatti occorsi”. Materiale sul quale lavorare sembra essercene parecchio. “Lo scopo del gruppo di Fb è raccogliere testimonianze dirette di quanto accaduto – scrive Lorenzo Gianquintieri, l’ideatore della pagina social – Tale iniziativa è volta ad evitare che, in futuro, i responsabili possano replicare una modalità di profitto a scapito dell’utenza, come accaduto durante l’evento in oggetto”.

Il malcontento degli spettatori si è espresso subito attraverso la pubblicazione di recensioni negative relative all’organizzazione del Festival. Molti anche i contenuti multimediali messi in evidenza. Le polemiche non si limitano alla questione dei parcheggi (costosi e lontani, clicca qui per saperne di più), ma anche e soprattutto alla gestione dell’acquisto di beni di prima necessità all’interno del Parco e alla tanto decantata sicurezza. Nello specifico, i punti critici individuati sono quattro. In primo luogo lo sbilanciamento della gestione dell’afflusso di spettatori: l’ingresso Mirabello (verde), rispetto alle altre due porte di accesso, ha avuto dei tempi di attesa molto lunghi (fino a tre ore).

La seconda questione messa in evidenza nel gruppo degli Indignati è quella relativa al trasporto: secondo le testimonianze degli utenti, le distanze dalle aree di sosta al Parco erano maggiori di quelle dichiarate dagli organizzatori del Festival. Inoltre, i pagamenti delle navette non erano controllati in modo adeguato. Il terzo punto toccato dalle lamentele è stato quello del consumo: la spesa minima per l’acquisto di cibo e acqua era di 15 euro e durante la giornata di sabato le scorte di acqua sono terminate. In aggiunta, vi erano dei venditori abusivi all’interno del Parco ( alcuni dei quali sono stati anche fermati e le forze dell’ordine hanno sequestrato fino a 5000 bottiglie, clicca qui). Ma il tema che sembra emergere maggiormente dalle voci degli Indignati è quello della sicurezza: i controlli all’ingresso sono stati superficiali e non approfonditi, come testimonia anche la presenza di spray al peperoncino (clicca qui). L’episodio che però ha sconvolto il pubblico è stato il gesto compiuto da uno spettatore, che tentando di sistemare una cassa malfunzionante, si è arrampicato sull’impalcatura dell’infrastruttura senza essere fermato.

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