Impianti sportivi a Monza, recuperare il “gap” è un’impresa

Carrellata di ciò che manca, ciò che scricchiola e ciò che brilla tra le strutture sportive della città.
Monza è una città di sportivi. Già 25 anni fa uno studio nazionale l’aveva messa al vertice in Italia assieme a Reggio Emilia per quantità di discipline praticate. Già allora si parlava di circa 40mila abitanti, circa un terzo della popolazione, dedita a un minimo di attività sportiva. A differenza di Reggio Emilia e di tante altre città italiane, però, a Monza l’impiantistica sportiva non è certo eccellente. Anzi…
Le varie amministrazioni comunali succedutesi nei decenni hanno realizzato poco o nulla in questo senso e chi ha messo in cantiere opere di un certo valore l’ha fatto in fretta e male. Lo stadio Brianteo, addirittura, fu costruito grazie alla “spintarella” nel 1979 di un commissario prefettizio venuto da fuori, non da una Giunta di monzesi. L’unico impianto per cui si sono spesi soldi a palate, ma spesso non del Comune, è stato l’autodromo nazionale, a volte anche a danno della “palestra naturale” rappresentata dal Parco Reale.
Se si è investito poco nelle attrezzature sportive ai tempi delle “vacche grasse”, figuriamoci adesso. Le poche risorse vengono destinate quasi esclusivamente alle palestre delle scuole, più per migliorare la qualità dell’istruzione di bambini e ragazzi, in questo caso l’educazione fisica, che per aiutare le associazioni del territorio.
E così nel 2017 sono ancora troppe le lacune nell’edilizia sportiva del capoluogo di provincia della ricca Brianza. Facendo un veloce elenco fidandomi, con qualche dubbio, della mia memoria, mancano un palazzetto per gli sport rotellistici (quelli che hanno portato più titoli alla città), un palazzetto per il calcio a 5 (che potrebbe essere lo stesso degli sport rotellistici, mentre l’attuale palasport è ormai riservato alla pallavolo del Consorzio Vero Volley, forte di due prime squadre maschile e femminile nella massima serie) e una palestra regolamentare per le gare di ginnastica artistica. Inoltre hanno seri problemi di agibilità lo stadio Brianteo, lo stadio Sada, il centro sportivo Pioltelli (pista d’atletica compresa), il centro sportivo Forti e Liberi e la palestra Manzoni, solo per citare gli impianti principali.
Abbiamo inoltrato queste criticità al consigliere comunale delegato allo Sport, Silvano Appiani, per un riscontro, ben sapendo che l’Ufficio attività sportive può solo dare indicazioni, ma le decisioni sulle strutture vengono prese in primis dal sindaco, che in questo momento storico è anche assessore allo Sport, e dall’assessore alle Opere pubbliche.
Iniziamo dagli sport rotellistici e dal calcio a 5. Sono 34 anni che la città di Monza, che può vantare 11 scudetti di hockey su pista e numerosi altri titoli sia nell’hockey che nel pattinaggio artistico, non ospita partite della massima serie. E non solo per demeriti sportivi… Attualmente nessun impianto della città, a parte il palasport, può ospitare per regolamento federale partite di hockey (lo stesso discorso vale per il calcio a 5 dalla Serie B in su). Il palasport, del resto, era stato costruito proprio per le due formazioni di Serie A1 di hockey che però, una volta terminati i lavori, erano scomparse. L’attuale club di A1 è costretto a giocare a Biassono e i vari sodalizi di pattinaggio artistico, corsa, freestyle e delle altre specialità a rotelle si devono arrangiare come possono: allenamenti in spazi angusti o nel parco. Negli ultimi tempi il palaroller era stato reinserito nel bilancio triennale (nel senso che i 2 milioni e mezzo di euro per la sua realizzazione dovevano essere a carico dei privati perché il Comune metteva solo l’area), ma lo scorso dicembre l’impianto è nuovamente sparito dai libri… Tra l’altro, considerando che quest’anno Monza aveva due squadre in Serie B di calcio a 5, ma una era costretta a giocare a Burago di Molgora e l’altra a Verano Brianza, con una struttura polivalente si potrebbero accontentare anche questi due sodalizi. “Con la variante generale al Piano di governo del territorio – ha aggiornato la situazione Appiani – abbiamo modificato la destinazione d’uso di tre aree comunali, che ora potranno ospitare attrezzature sportive: si trovano in via Rosmini (vicino al bocciodromo), in via Einstein e in via della Taccona angolo via Ticino. Qualcuno interessato a costruire un palazzetto si è già fatto avanti. La stessa cosa vale per il calcio a 5: noi i terreni li abbiamo individuati; se c’è qualcuno disposto a un investimento sullo sport non ha che da presentarsi in Municipio”.
Monza è la città della Forti e Liberi, una delle più antiche società d’Italia di ginnastica artistica, però gli atleti di questa disciplina non dispongono di una palestra regolamentare per le gare… “Sono pochi i tesserati monzesi di ginnastica artistica. Prima di spendere milioni di euro bisogna valutare le reali necessità”.
Lo stadio Brianteo avrebbe bisogno di circa 1 milione di euro di lavori per metterlo a norma secondo le prescrizioni della Commissione provinciale di vigilanza… “Il Monza 1912, che ha in concessione l’impianto, sta eseguendo dei lavori urgenti necessari per la disputa del campionato di calcio di Divisione Unica di Lega Pro. In estate si farà promotore di un progetto di riqualificazione che, in cambio di una nuova e lunga concessione, dovrebbe porre fino allo stato di degrado in cui è finito anche per colpa delle cattive gestioni precedenti all’attuale”.
Anche per lo stadio Sada si parla da tanti anni di project financing privati per riqualificarlo… “Al Comune costerebbe troppo trasformarlo in un moderno centro sportivo. Speriamo che prima o poi la Fiammamonza 1970, la società di calcio femminile che l’ha in concessione, reperisca i fondi per arrivare all’obiettivo, naturalmente in cambio di una lunga concessione. Il modello attuato per il palasport col Consorzio Vero Volley è quello da seguire”.
Il discorso vale anche per il centro sportivo Pioltelli, che doveva diventare la Cittadella del rugby e che invece è mezzo degradato… “Anche in quel caso sono venuti meno i fondi da parte di chi li doveva mettere diversi anni fa. Siccome gli spogliatoi sono ormai inagibili, a breve verranno completamente rifatti. Quello che fa male è vedere la pista d’atletica regolamentare in tartan, praticamente nuova, abbandonata a sé stessa, non usata da nessuno. Qualcuno è in torto…”.
Nella prossima stagione la città non potrà neppure disporre di due impianti importanti come il PalaForti e il PalaManzoni, il primo prevalentemente dedicato alla pallacanestro e il secondo alla pallavolo… “Entrambe le strutture necessitavano da tempo di importanti lavori di ristrutturazione. Per quanto riguarda il PalaForti, mi dispiace per l’opportunità capitata ai dirigenti della Forti e Liberi Monza 1878 di rilevare il titolo sportivo di una società di Serie C Gold, ma la richiesta in Comune di recuperare ore-palestra è arrivata a fine maggio, troppo tardi per cercare soluzioni alternative. Io ho consigliato loro di rinviare di un anno il loro progetto di rilancio del glorioso sodalizio bianconero. Relativamente alla tempistica dei lavori, è facile parlare da fuori… Come si fa a criticarci perché abbiamo aggiunto 3 mesi per il collaudo quando questo termine non è stabilito da noi ma da una Legge nazionale? Per il PalaManzoni si tratta di rifare completamente la pavimentazione e di rendere l’impianto a norma non solo per il volley ma anche per il basket”.
Appiani ha concluso il viaggio tra le “rovine” dello sport monzese rivendicando per la sua Amministrazione “il merito di aver invertito la rotta rispetto al passato. Al Nei e nelle 29 palestre cittadine non era mai stata fatta manutenzione. La Giunta guidata dal sindaco Roberto Scanagatti ha investito in 5 anni 5 milioni di euro nell’opera di ristrutturazione dell’impiantistica sportiva. Abbiamo sistemato le palestre Pertini e Bonatti, stanno per partire i lavori del PalaForti e della Manzoni e abbiamo già stanziato i soldi per la riqualificazione delle palestre Ardigò, Sala e Bachelet. Solo per il centro sportivo Forti e Liberi abbiamo speso 850mila euro. Di questi tempi è difficile trovare 1 milione di euro l’anno per l’impiantistica sportiva, non è più come una volta. E poi c’è il problema della gestione: anche a costruire nuove strutture chi è che avrebbe la forza di prendersele in carico? Il Comune non ce la fa più e difatti negli ultimi anni ha affidato la gestione di tanti impianti alle società sportive che le utilizzano. Prendiamo ad esempio le piscine: il centro natatorio Grande è stato affidato tramite appalto alla Sport Management, che ha riparato il tetto e le vasche, ha realizzato gli spogliatoi sul lato sud e sistemerà quelli sul lato nord; la piscina di Triante l’ha presa in gestione la Gis Milano, che l’ha messa a posto completamente. Con lo stesso sistema, cioè grazie all’affidamento in seguito a bando alla Ges Monza, abbiamo fatto rinascere il Centro Ambrosini che, a parte la palazzina e il campo da calcio, era in condizioni di abbandono. E che dire del palasport? Grazie alla concessione al Vero Volley è diventato uno splendore. A breve inizieranno anche i lavori per la sistemazione della copertura. Tengo anche a ricordare che a Cascina San Fedele nel Parco abbiamo concesso alla Federazione italiana atletica leggera di creare un centro per la corsa campestre. Sempre nel Parco sono stati realizzati percorsi di nordic walking, che hanno ospitato i campionati italiani, e di orienteering. Nel quartiere Cantalupo è stato da poco inaugurato un impianto di dirt jump per bikers. Sono davvero tanti gli interventi in ambito sportivo di cui si può vantare questa Amministrazione, anche a livello di manifestazioni ospitate. Io vado particolarmente orgoglioso del fatto che facciamo fare educazione motoria a 4730 alunni delle scuole primarie grazie al coinvolgimento di istruttori delle associazioni sportive cittadine. La nostra iniziativa ha ricevuto i complimenti anche da Josefa Idem (ex campionessa olimpica e mondiale di canoa, ora senatrice della Repubblica, ndr). Tra l’altro, tutte le palestre scolastiche di Monza sono dotate di defibrillatore. Sempre la nostra Amministrazione ha modificato il Regolamento per l’assegnazione delle ore-palestra”.
Tutto questo Appiani l’ha voluto dire per concludere con un aforisma del filosofo cinese Lao Tzu: “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. È vero, ma se l’albero ci cade sul piede dev’essere permesso poter urlare.
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