Anci, Scanagatti saluta la presidenza. Dopo la sconfitta ruolo incompatibile

Ringrazia per il lavoro svolto e lascia la presidenza di Anci Lombardia. Roberto Scanagatti, sindaco uscente del Comune di Monza, non è più presidente dell’Associazione.
Ringrazia per il lavoro svolto e lascia la presidenza di Anci Lombardia. Roberto Scanagatti, sindaco uscente del Comune di Monza, non è più presidente dell’Associazione. Una rinuncia dettata dallo statuto di Anci stesso che determina come il ruolo non sia più compatibile. Al suo posto Federica Barnardi che, in qualità di vice presidente vicario, svolgerà l’importante funzione fino a nuova elezione, prevista per il 22 settembre prossimo. “Come sapete l’esito delle recenti elezioni ha fatto sì che io non sia più sindaco e, secondo il nostro statuto, ciò rende incompatibile il mio ruolo di presidente di Anci Lombardia. L’Associazione continuerà ovviamente a svolgere il proprio lavoro e fino all’elezione del nuovo presidente sarà Federica Bernardi, quale Vice Presidente vicario, a svolgerne le funzioni” ha spiegato Roberto Scanagatti all’apertura della riunione del Consiglio Direttivo di Anci Lombardia. Scanagatti ha voluto rivolgere un primo ringraziamento “a quanti in questi anni hanno lavorato per l’Associazione“, poiché “abbiamo ottenuto risultati importanti frutto di un grande lavoro di squadra, a partire dalla nuova sede che in poco tempo è già diventata un importante punto di riferimento non soltanto per il sistema delle autonomie locali lombarde. Analizzando le attività di Anci Lombardia, Scanagatti ha considerato come “la nostra Associazione si è spesa molto su un tema sensibile come quello dell’immigrazione: una questione non facile, che segna in maniera epocale il nostro tempo, e per la quale abbiamo ritenuto che una sua gestione responsabile potesse consentire di raggiungere un giusto equilibrio tra differenti diritti. Questo però non è ancora un valore condiviso e anzi in taluni casi può perfino essere utilizzato come una clava per colpire nel profondo, dividendole, le comunità”.