CGIL Monza e Brianza: fallimenti in calo nel 2016, ma non si è oltre la crisi

24 luglio 2017 | 09:55
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CGIL Monza e Brianza: fallimenti in calo nel 2016, ma non si è oltre la crisi

Mercoledì 20 Luglio l’ufficio Procedure concorsuali della CGIL di Monza ha reso pubblici i dati relativi alle vertenze fallimentari che hanno interessato la Brianza nel corso del 2016

Mercoledì 20 Luglio l’ufficio Procedure concorsuali della CGIL di Monza ha reso pubblici i dati relativi alle vertenze fallimentari che hanno interessato la Brianza nel corso del 2016. Maurizio Laini, segretario generale CGIL MB, ha incontrato i giornalisti in compagnia di Massimo Rovelli, responsabile dell’Ufficio procedure concorsuali, e diEliana Schiadà della Segreteria della Cgil Monza e Brianza.

Nel corso del 2016 l’Ufficio ha intercettato 57 Procedure concorsuali aprendo 262 pratiche individuali, cumulatesi a quelle dei picchi assoluti conseguiti nel quinquennio precedente. In un anno abbiamo recuperato 6.195.000 euro- spiega Massimo Rovelli- Dal 2001 ad oggi abbiamo aperto 7.015 pratiche individuali per procedure inerenti a fallimenti, concordati preventivi, amministrazioni straordinarie; delle quali effettivamente chiuse a oggi sono meno di un terzo”. Anche il 2016, come è stato per il 2015, ha segnato una diminuzione dei fallimenti e dei concordati preventivi non solo in Brianza ma su tutto il territorio nazionale. Ad aumentare sono invece le liquidazioni, che segnano un incremento del 9,2% rispetto al 205 superando quota 80 mila.

“Per quanto riguarda l’attività del Tribunale di Monza- dichiara ancora Rovelli-Premesso che aziende pur con attività sul nostro territorio possono avere sede in altre zone e quindi fallire in altri Tribunali, nel 2016 sono stati dichiarati 333 fallimenti (contro i 396 del 2015) e 33 concordati preventivi (contro i 42 dell’anno precedente)”.  Per questo ciò che è emerso  dall’incontro nella sede del sindacato monzese è che se anche stiamo assistendo ad un calo generale delle procedure, i livelli complessivi permangono comunque ben oltre i livelli medi pre crisi. La situazione generale è quindi tutt’altro che positiva, come ci raccontano anche alcune vicende aziendali emblematiche del nostro territorio. Da segnalare ad esempio la condizione del gruppo Compel/Linkra, del distretto metalmeccanico vimercatese, con quasi 500 lavoratori e lavoratrici coinvolti nel primo caso di Amministrazione straordinaria concesso dal Tribunale di Monza dai primi anni 2000, che ha visto una parziale salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso un’affitto di ramo d’azienda che ha coinvolto 150 occupati. Ma non solo, nello stesso distretto, la Bames (società fallita nel 2013 sulle ceneri di quanto restava di Ibm e Celestica poi gruppo Bartolini) ha visto una prima distribuzione dell’attivo fallimentare a favore della massa dei lavoratori solo a partire dai primi mesi del 2017.

Altri numeri in costante aumento sono quelli relativi ai concordati fallimentari. Successivamente alla riforma Fornero sono quasi quadruplicate le richieste di concordato da parte degli imprenditori. Una riforma, che come ha spiegato Maurizio Laini,ha dilatato i tempi di fallimento salvaguardando l’imprenditorie ma dimezzando allo stesso tempo i diritti dei lavoratori coinvolti. Il caso della Gi.Pi elettrica S.R.L  azienda metalmeccanica con sede a Cesano, inquadra bene le  difficoltà che si trovano a dover affrontare molti operai trascinati loro malgrado in situazioni di fallimenti. La Cgil Mb ha assistito infatti 30 lavoratori della Gi.Pi,  fallita per ragioni legali sul Tribunale di Bergamo nel 2002. I dipendenti però hanno visto il saldo delle spettanze ben 15 anni dopo, nel 2017.

“In tutto questo scenario- conclude infine Rovelli, che ha presentato i dati insieme con Eliana Schiadà- Esistono anche alcuni professionisti del fallimento, che pilotano il crack per lasciare i debiti nella vecchia azienda e aprirne una nuova, beffando dipendenti e fornitori della vecchia società. Bisogna quindi capire che nonostante il numero dei fallimenti sia in leggero calo negli ultimi due anni, la situazione è ancora gravissima, ben lontana dai livelli pre-crisi. Teniamo presente inoltre che in queste ultime tristi stagioni un numero elevatissimo di aziende ha chiuso i battenti. Per cui dei fallimenti è fisiologico e non è da leggere come un dato edificante, considerando che rispetto al passato è stato dimezzato il numero delle imprese in attività e di conseguenza è diminuito anche il numero delle aziende che potenzialmente possono fallire”. Il lavoro da fare è ancora molto, e considerando i primi numeri del 2017, sarà un altro anno impegnativo dalle parti dell’Ufficio Vertenze di via Premuda.