Lazzate diventerà un simbolo del no ai migranti?

Il sindaco ha chiesto ufficialmente alla prefettura di bloccare il progetto accoglienza sul territorio.
Dopo una settimana di silenzio, Lazzate e prefettura hanno ripreso a parlarsi. Nella mattinata di sabato 29 luglio il che prefetto ha contattato il sindaco Loredana Pizzi per confermare che l’acquisto dei due appartamenti di via Volta da parte della D&G Research è finalizzato a un progetto di accoglienza di richiedenti asilo. Una risposta doverosa, ma tardiva, almeno secondo l’amministrazione lazzatese, che da giorni aspettava risposte alle voci, mai pienamente confermate, che hanno spaventato molti cittadini. Pizzi, da parte sua, non ha perso tempo: nella stessa giornata di sabato ha inviato una lettera a prefettura, polizia locale e alla stessa associazione D&G per chiedere l’immediata sospensione dei lavori, insieme con la verifica di compatibilità d’uso dei locali e l’apertura di un tavolo comune per gestire la situazione. «L’interruzione di ogni azione, prima del confronto con l’Amministrazione Comunale, si rende necessaria data la delicata situazione di ordine pubblico che si sta venendo a determinare nella nostra comunità, che si è già dimostrata fermamente e decisamente contrariata e offesa dalla decisione, assolutamente non concordata e attuata di nascosto, di installare un centro di accoglienza richiedenti protezione internazionale a Lazzate – aggiunge il sindaco a conclusione della lettera -. Crediamo sarebbe irresponsabile ignorare i ripetuti appelli di questa Amministrazione Comunale, che richiama alla semplice collaborazione tra i rappresentanti delle istituzioni coinvolte».
«La battaglia continua – ha commentato l’assessore alla Sicurezza e consigliere provinciale Andrea Monti -, con Lazzate che vuole diventare il simbolo di chi non piega la testa e di chi comincia a dire no, certi che questa sia l’unica strada percorribile per interrompere la sanguinosa tratta dei mercanti di uomini, di tutti coloro che speculano sulla pelle e sulla vita di queste persone». Se Lazzate sta diventando un simbolo, o quanto meno un punto di riferimento per chi si oppone all’accoglienza, altre forze politiche non hanno intenzione di restare in silenzio. «La manifestazione di piazza organizzata pochi giorni fa dall’amministrazione comunale di Lazzate è solo l’ultimo capitolo di una brutta storia che la Brianza sta scrivendo per mano della destra – ha dichiarato la senatrice desiana Lucrezia Ricchiuti (Articolo Uno-Mdp), bollandol’iniziativa come “strumentale ad alimentare un clima di paura” -. Vorrei sommessamente far presente che i leghisti in piazza non si vedono mai quando bisogna manifestare contro la colonizzazione delle mafie in Lombardia e nella nostra provincia. Se di un fenomeno dobbiamo avere paura e su cui la gente dovrebbe mobilitarsi è quello dell’infiltrazione delle mafie nella nostra economia -. E aggiunge -: In fatto di legalità, inoltre, ricordo ai leghisti che Umberto Bossi e Francesco Belsito sono stati da poco condannati per truffa ai danni dello Stato e che alla Lega sono stati preventivamente sequestrati 48 milioni di euro: l’allora tesoriere della Lega investiva in diamanti e conti correnti offshore a Cipro e Tanzania e li metteva nelle disponibilità della famiglia Bossi, mentre la restante parte dei quattrini tornava nelle disponibilità del Carroccio. Così, tanto per rinfrescare la memoria a chi oggi, fingendosi paladino della legalità, ha così tanto fiato in gola per gridare in piazza padroni a casa nostra».