Lentate, chi accoglie i migranti (ora) dovrà pagare la Tari

È la prima decisione da sindaco di Laura Ferrari. Fino a oggi un vuoto normativo.
A Lentate i profughi pagheranno la Tari a partire dal 2018. Lo ha stabilito sabato 1° luglio il primo consiglio comunale di Laura Ferrari, eletta sindaco a capo di una coalizione di centrodestra con una forte componente leghista: un segnale della volontà di agire della nuova amministrazione, animata, come ha sottolineato Ferrari, dal rispetto per le regole.
La situazione di Lentate, a quanto pare, era dovuta a un vizio di forma, un vuoto normativo che non aveva preso in considerazione il caso dei richiedenti asilo. Per questo le cooperative e le onlus che se ne occupano non avevano mai dovuto pagare la tassa sui rifiuti: è infatti compito di queste strutture pagare la Tari per le persone che gestiscono. I dati da prendere in considerazione per il calcolo della tassa saranno due, l’ampiezza dell’abitazione messa a disposizione per i profughi e il numero di abitanti, fissato a un massimo di 6.
«È soltanto uno spot – commenta caustico Marco Cappelletti (Pd), ex vicesindaco della giunta Rivolta, candidatosi per il centrosinistra alle elezioni dell’11 giugno -. Non solo ne hanno voluto discutere nel primo consiglio comunale, in cui generalmente non si prendono provvedimenti, ma hanno anche voluto modificare il regolamento, quando normalmente le modifiche devono essere discusse preventivamente dai capigruppo». Ma com’è possibile che non si fosse già provveduto a far pagare la Tari a chi accoglie i richiedenti asilo? «Avevamo inserito nel regolamento attuale dei dispositivi che avrebbero portato a far pagare la Tari ai proprietari di queste strutture: non solo, avremmo recuperato pure gli arretrati – spiega Cappelletti -: non siamo riusciti a farlo per questioni di tempo. Il loro regolamento quindi non risolve la situazione, anzi, la peggiora, perché non si recupereranno i soldi degli scorsi anni. E, per di più, ha introdotto una discriminazione fortissima nei confronti degli immigrati: la loro, d’altra parte, è stata una campagna basata sull’odio».